Back to nature: a Roma dal 15 settembre al 13 dicembre
A Villa Borghese l'arte contemporanea ritorna alla natura
Back to nature, Edoardo Tresoldi, Etherea, Roma, Villa Borghese | Foto: © Simon d’Exéa
Samantha De Martin
16/09/2020
Roma - Dentro l’abbraccio della natura. Come quello che vede protagonista Nico Vascellari - in un video alla Casa del Cinema - mentre addormentato e sospeso alla fune di un elicottero, sorvola, tra nuvole e vette, la Foresta del Cansiglio, per entrare, come il viandante di Caspar David Friedrich, nella bellezza del creato, assente, dormiente, come l’uomo al cospetto di madre natura.
O come la passeggiata nell’architettura di reti elettrosaldate zincate che Edoardo Tresoldi, per il suo primo intervento romano, ha voluto collocare esattamente nella città che lo ha ospitato per sette anni.
Dieci artisti di fama internazionale dialogano tra loro e con il paesaggio di Villa Borghese in occasione della mostra Back to nature, un percorso di installazioni che, dal 15 settembre al 13 dicembre 2020, coinvolgerà alcuni angoli del grande polmone verde di Roma.
Back to nature, Mimmo Paladino, Senza titolo (Bandiere per Villa Borghese), 2020, Villa Borghese, Roma
Un’iniziativa inedita per Roma
Innanzitutto Back to Nature rappresenta una novità assoluta all’interno della programmazione culturale della capitale, essendo il primo progetto coordinato con installazioni d'arte contemporanea nell’ambito di una strategia di valorizzazione dei parchi storici di Roma. Non c’è un fil rouge a legare tra loro gli interventi, se non la trasparenza che consente di ammirare le opere in sintonia con la natura del parco.
Perché è un percorso da non perdere?
La mostra, interamente all’aperto, è un percorso armonioso, ben pensato, che lega le opere alla storia del parco e dei suoi antichi proprietari, i Borghese, che nel 1901 vendettero l’intero complesso monumentale allo Stato italiano. Ad esempio, l’intervento di Mimmo Paladino, visibile all’ingresso del Museo Pietro Canonica, consiste in dieci bandiere i cui segni si intrecciano a frammenti di volti, particolari di piante, forme colte nell’osservazione delle storiche geometrie di Villa Borghese. Nel corso dell’esposizione, in due momenti (le cui date devono ancora essere comunicate) le bandierine “prenderanno vita” grazie agli sbandieratori di Cori.
Drops di Andreaco consiste invece in sette sculture che ricalcano le forme geometriche dei Giardini Segreti della Galleria Borghese, che assumono la forma di goccia per distillare riflessioni sul futuro del mondo.
Back to Nature, Andreco, Drops, 2020, Roma, Villa Borghese | Foto: © Simon d’Exéa
L’Igloo di Oporto di Mario Merz, con lo sguardo del cervo rivolto in lontananza, omaggia la serie numerica progressiva elaborata dal matematico Fibonacci nel XII secolo, sistema che regola la crescita e l’evoluzione degli elementi naturali, dalle foglie d’albero ai petali di un fiore fino ad alcuni frutti della terra.
In realtà è possibile visitare la mostra partendo da qualsiasi opera, il percorso è interamente all’aperto e lo si può percorrere comodamente in circa un’ora, a piedi o in bicicletta, dal momento che le opere si concentrano tra il Parco dei Daini e l’area di Piazza di Siena, il Museo Carlo Bilotti e il Museo Pietro Canonica.
Back to nature, Mario Merz, Senza titolo (Igloo di Oporto), 1998, Roma, Villa Borghese | Foto: © Simon d’Exéa
Opere per passanti "casuali"
“Si tratta di opere leggere - spiega Costantino D’Orazio, curatore del percorso - che possono essere ammirate da chi corre o da chi porta a passeggio il cane, ma soprattutto che costruiscono un dialogo profondo tra antico e contemporaneo. Back to nature è un’iniziativa sperimentale, mai proposta prima, che vede coinvolti artisti che non hanno nulla in comune tra loro, se non la sensibilità con la quale hanno pensato i loro lavori”.
Passeggiare nel parco permetterà quindi agli ospiti di godere della corrispondenza tra il segno contemporaneo, le architetture del parco e le piante che lo abitano.
La Bufala di Davide Rivalta: una curiosità
In prossimità del Casino della Meridiana di Villa Borghese, ad accogliere visitatori e semplici passanti, è una grossa bufala realizzata da Davide Rivalta con la tecnica della cera persa. L’artista, noto per i leoni della Galleria Nazionale d’Arte moderna e Contemporanea di Roma e per quello del Palazzo del Quirinale, colloca la sua opera all’ingresso del Parco dei Daini. Il gesto dell’animale, che ci colpisce per la sua straordinaria umanità, potrebbe essere aggressivo e al tempo stesso di sottomissione.
Back to nature, Davide Rivalta, Bufala, 2020, Roma, Villa Borghese | Foto: ©Simon d’Exéa
“Questa bufala - spiega l’artista - ritrae un animale che esiste davvero e che ho ripreso in un allevamento nei pressi di Bologna. Il pubblico potrebbe pensare che sia sul punto di caricare, ma in realtà è stata fotografata mentre si grattava il muso con la zampa. È ritratta in un momento di immobilità, che tuttavia concentra intorno a sé una grande energia”.
Una mostra visitabile anche di notte
La sera le opere del percorso collocate all'aperto saranno avvolte da una cornice di grande suggestione. Saranno illuminate fino all’una di notte con interventi sonori periodici. I visitatori potranno passeggiare in sicurezza grazie alla presenza di ronde notturne.
Inoltre, a partire dal pomeriggio e in orari stabiliti, ogni opera sarà al centro di performance e spettacoli musicali. Ogni sabato, alle 18.30, attorno all’opera di Edoardo Tresoldi, si terrà un concerto a cura dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, mentre, fino la 30 settembre, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 21 alle 24, l’opera di Grazia Toderi, alla Loggia dei Vini, si animerà con cinque ellissi in movimento che disegnano nella loggia una mappa celeste.
Le opere da non perdere
Se proprio andate "di corsa" (è il caso di dirlo) non rinunciate a Radici di Benedetto Pietromarchi e a Etherea di Edoardo Tresoldi. Per visitare Radici, a cura di Paolo Falcone, basta raggiungere il Museo Carlo Bilotti (consultate prima gli orari di apertura) dove l’artista si concentra sulla relazione tra natura e artificio, biologia e costruzione. Una radice di quercia della bassa Maremma incontra i pappagalli in ceramica caratterizzanti la fauna di Villa Borghese, a sottolineare una compenetrazione tra i due luoghi. C’è poi un cipresso abbattuto dalla tempesta di acqua e di vento che ha investito Roma nel 2018, sormontato da un’upupa avvistata nella campagna di Pescia fiorentina. E poi ci sono i quadri realizzati con la terra prelevata da Villa Borghese. Dappertutto, colorati “pollini d’artista”, simili a semi trasportati dal vento della rinascita.
Back to nature, Benedetto Pietromarchi, Radici, Museo Bilotti, Roma, Villa Borghese | © Simon d’Exéa
E poi c’è Etherea, l’omaggio di Edoardo Tresoldi a Roma. L’opera, alta 11 metri, è una scultura trasparente ispirata alle architetture barocche e neoclassiche, una sorta di "visione" che sembra respirare, animata da un gioco di luci e di ombre, che invita i passanti ad entrarvi per vivere un’affascinante esperienza di trasparenze, dove il paesaggio resta il protagonista. Realizzata nel 2018, l’opera è parte di un’altra installazione composta da tre basiliche.
“Questa è la più piccola - spiega l’artista - e dopo essere stata in California e in Cina, eccola finalmente a Roma, per la prima volta a casa sua”.
Come nasce tecnicamente un’opera di Edoardo Tresoldi?
Le sue architetture fatte di reti sono gli elementi che lo hanno reso più famoso. Sposano i paesaggi per i quali sono concepite perché “il paesaggio - spiega l’artista - è l’elemento che costruisce la grammatica di quello che leggiamo. Più che un’architettura, l’opera diventa un filtro e la sacralità della natura si manifesta attraverso il linguaggio".
Ma come nascono le opere di Tresoldi? “Inizialmente si parte da un progetto digitale - spiega l’artista -. Le opere vengono realizzate partendo da rotoli, disegnate e sviluppate con cartamodelli. Il materiale utilizzato è invece costituito da rete elettrosaldata zincata... per intenderci le reti delle gabbie per conigli”.
Ma perché imitare forme già esistenti, dalle chiese alle antiche colonne?
“Non mi è mai interessato costruire una forma dal nulla. È la trasparenza a creare una fisicità inedita. L’opera pubblica deve dialogare con il passante casuale”.
Gli alberi all’uncinetto di Accademia Aracne
A sorvegliare il Parco dei Daini c’è anche Yarn bombing, dove i tessuti lavorati a maglia dall’Accademia Aracne trasformano i tronchi di alcuni alberi in colorate sculture dal forte impatto visivo.
Nico Vascellari: una prova ai limiti della resistenza
Vale la pena, infine, di assistere al video di dieci minuti, dal titolo Vitriol, proiettato nella sala Deluxe della Casa del Cinema, il 16, 17, 18 settembre, dalle 17 alle 21. In questa performance l’artista è protagonista di un’esperienza spettacolare, ai limiti della resistenza umana, che vuole essere un omaggio alla bellezza del paesaggio italiano.
“La prima emozione che ho provato - confessa l’artista - è stata la paura. Ero completamente assente, e anche rivedere le immagini, dopo aver vissuto questa esperienza, non è stato semplice. Non ho ricordi. Solo rumori”.
E anche il pubblico in sala ne rimarrà sopreso.
Back to nature, Nico Vascellari, Vitriol (video), 2020, Casa del Cinema, Villa Borghese, Roma
Leggi anche:
• Back to nature. Arte contemporanea a Villa Borghese
• FOTO: Back to Nature: a Villa Borghese visioni di una nuova armonia cosmica
O come la passeggiata nell’architettura di reti elettrosaldate zincate che Edoardo Tresoldi, per il suo primo intervento romano, ha voluto collocare esattamente nella città che lo ha ospitato per sette anni.
Dieci artisti di fama internazionale dialogano tra loro e con il paesaggio di Villa Borghese in occasione della mostra Back to nature, un percorso di installazioni che, dal 15 settembre al 13 dicembre 2020, coinvolgerà alcuni angoli del grande polmone verde di Roma.
Back to nature, Mimmo Paladino, Senza titolo (Bandiere per Villa Borghese), 2020, Villa Borghese, Roma
Un’iniziativa inedita per Roma
Innanzitutto Back to Nature rappresenta una novità assoluta all’interno della programmazione culturale della capitale, essendo il primo progetto coordinato con installazioni d'arte contemporanea nell’ambito di una strategia di valorizzazione dei parchi storici di Roma. Non c’è un fil rouge a legare tra loro gli interventi, se non la trasparenza che consente di ammirare le opere in sintonia con la natura del parco.
Perché è un percorso da non perdere?
La mostra, interamente all’aperto, è un percorso armonioso, ben pensato, che lega le opere alla storia del parco e dei suoi antichi proprietari, i Borghese, che nel 1901 vendettero l’intero complesso monumentale allo Stato italiano. Ad esempio, l’intervento di Mimmo Paladino, visibile all’ingresso del Museo Pietro Canonica, consiste in dieci bandiere i cui segni si intrecciano a frammenti di volti, particolari di piante, forme colte nell’osservazione delle storiche geometrie di Villa Borghese. Nel corso dell’esposizione, in due momenti (le cui date devono ancora essere comunicate) le bandierine “prenderanno vita” grazie agli sbandieratori di Cori.
Drops di Andreaco consiste invece in sette sculture che ricalcano le forme geometriche dei Giardini Segreti della Galleria Borghese, che assumono la forma di goccia per distillare riflessioni sul futuro del mondo.
Back to Nature, Andreco, Drops, 2020, Roma, Villa Borghese | Foto: © Simon d’Exéa
L’Igloo di Oporto di Mario Merz, con lo sguardo del cervo rivolto in lontananza, omaggia la serie numerica progressiva elaborata dal matematico Fibonacci nel XII secolo, sistema che regola la crescita e l’evoluzione degli elementi naturali, dalle foglie d’albero ai petali di un fiore fino ad alcuni frutti della terra.
In realtà è possibile visitare la mostra partendo da qualsiasi opera, il percorso è interamente all’aperto e lo si può percorrere comodamente in circa un’ora, a piedi o in bicicletta, dal momento che le opere si concentrano tra il Parco dei Daini e l’area di Piazza di Siena, il Museo Carlo Bilotti e il Museo Pietro Canonica.
Back to nature, Mario Merz, Senza titolo (Igloo di Oporto), 1998, Roma, Villa Borghese | Foto: © Simon d’Exéa
Opere per passanti "casuali"
“Si tratta di opere leggere - spiega Costantino D’Orazio, curatore del percorso - che possono essere ammirate da chi corre o da chi porta a passeggio il cane, ma soprattutto che costruiscono un dialogo profondo tra antico e contemporaneo. Back to nature è un’iniziativa sperimentale, mai proposta prima, che vede coinvolti artisti che non hanno nulla in comune tra loro, se non la sensibilità con la quale hanno pensato i loro lavori”.
Passeggiare nel parco permetterà quindi agli ospiti di godere della corrispondenza tra il segno contemporaneo, le architetture del parco e le piante che lo abitano.
La Bufala di Davide Rivalta: una curiosità
In prossimità del Casino della Meridiana di Villa Borghese, ad accogliere visitatori e semplici passanti, è una grossa bufala realizzata da Davide Rivalta con la tecnica della cera persa. L’artista, noto per i leoni della Galleria Nazionale d’Arte moderna e Contemporanea di Roma e per quello del Palazzo del Quirinale, colloca la sua opera all’ingresso del Parco dei Daini. Il gesto dell’animale, che ci colpisce per la sua straordinaria umanità, potrebbe essere aggressivo e al tempo stesso di sottomissione.
Back to nature, Davide Rivalta, Bufala, 2020, Roma, Villa Borghese | Foto: ©Simon d’Exéa
“Questa bufala - spiega l’artista - ritrae un animale che esiste davvero e che ho ripreso in un allevamento nei pressi di Bologna. Il pubblico potrebbe pensare che sia sul punto di caricare, ma in realtà è stata fotografata mentre si grattava il muso con la zampa. È ritratta in un momento di immobilità, che tuttavia concentra intorno a sé una grande energia”.
Una mostra visitabile anche di notte
La sera le opere del percorso collocate all'aperto saranno avvolte da una cornice di grande suggestione. Saranno illuminate fino all’una di notte con interventi sonori periodici. I visitatori potranno passeggiare in sicurezza grazie alla presenza di ronde notturne.
Inoltre, a partire dal pomeriggio e in orari stabiliti, ogni opera sarà al centro di performance e spettacoli musicali. Ogni sabato, alle 18.30, attorno all’opera di Edoardo Tresoldi, si terrà un concerto a cura dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, mentre, fino la 30 settembre, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 21 alle 24, l’opera di Grazia Toderi, alla Loggia dei Vini, si animerà con cinque ellissi in movimento che disegnano nella loggia una mappa celeste.
Le opere da non perdere
Se proprio andate "di corsa" (è il caso di dirlo) non rinunciate a Radici di Benedetto Pietromarchi e a Etherea di Edoardo Tresoldi. Per visitare Radici, a cura di Paolo Falcone, basta raggiungere il Museo Carlo Bilotti (consultate prima gli orari di apertura) dove l’artista si concentra sulla relazione tra natura e artificio, biologia e costruzione. Una radice di quercia della bassa Maremma incontra i pappagalli in ceramica caratterizzanti la fauna di Villa Borghese, a sottolineare una compenetrazione tra i due luoghi. C’è poi un cipresso abbattuto dalla tempesta di acqua e di vento che ha investito Roma nel 2018, sormontato da un’upupa avvistata nella campagna di Pescia fiorentina. E poi ci sono i quadri realizzati con la terra prelevata da Villa Borghese. Dappertutto, colorati “pollini d’artista”, simili a semi trasportati dal vento della rinascita.
Back to nature, Benedetto Pietromarchi, Radici, Museo Bilotti, Roma, Villa Borghese | © Simon d’Exéa
E poi c’è Etherea, l’omaggio di Edoardo Tresoldi a Roma. L’opera, alta 11 metri, è una scultura trasparente ispirata alle architetture barocche e neoclassiche, una sorta di "visione" che sembra respirare, animata da un gioco di luci e di ombre, che invita i passanti ad entrarvi per vivere un’affascinante esperienza di trasparenze, dove il paesaggio resta il protagonista. Realizzata nel 2018, l’opera è parte di un’altra installazione composta da tre basiliche.
“Questa è la più piccola - spiega l’artista - e dopo essere stata in California e in Cina, eccola finalmente a Roma, per la prima volta a casa sua”.
Come nasce tecnicamente un’opera di Edoardo Tresoldi?
Le sue architetture fatte di reti sono gli elementi che lo hanno reso più famoso. Sposano i paesaggi per i quali sono concepite perché “il paesaggio - spiega l’artista - è l’elemento che costruisce la grammatica di quello che leggiamo. Più che un’architettura, l’opera diventa un filtro e la sacralità della natura si manifesta attraverso il linguaggio".
Ma come nascono le opere di Tresoldi? “Inizialmente si parte da un progetto digitale - spiega l’artista -. Le opere vengono realizzate partendo da rotoli, disegnate e sviluppate con cartamodelli. Il materiale utilizzato è invece costituito da rete elettrosaldata zincata... per intenderci le reti delle gabbie per conigli”.
Ma perché imitare forme già esistenti, dalle chiese alle antiche colonne?
“Non mi è mai interessato costruire una forma dal nulla. È la trasparenza a creare una fisicità inedita. L’opera pubblica deve dialogare con il passante casuale”.
Gli alberi all’uncinetto di Accademia Aracne
A sorvegliare il Parco dei Daini c’è anche Yarn bombing, dove i tessuti lavorati a maglia dall’Accademia Aracne trasformano i tronchi di alcuni alberi in colorate sculture dal forte impatto visivo.
Nico Vascellari: una prova ai limiti della resistenza
Vale la pena, infine, di assistere al video di dieci minuti, dal titolo Vitriol, proiettato nella sala Deluxe della Casa del Cinema, il 16, 17, 18 settembre, dalle 17 alle 21. In questa performance l’artista è protagonista di un’esperienza spettacolare, ai limiti della resistenza umana, che vuole essere un omaggio alla bellezza del paesaggio italiano.
“La prima emozione che ho provato - confessa l’artista - è stata la paura. Ero completamente assente, e anche rivedere le immagini, dopo aver vissuto questa esperienza, non è stato semplice. Non ho ricordi. Solo rumori”.
E anche il pubblico in sala ne rimarrà sopreso.
Back to nature, Nico Vascellari, Vitriol (video), 2020, Casa del Cinema, Villa Borghese, Roma
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