Dal  7 dicembre a Palazzo Chigi di Ariccia

Bernini e la pittura del Seicento, una storia da riscoprire

Gian Lorenzo Bernini, Autoritratto mentre disegna, 1623-25), olio su tela, cm. 47 x 38,7. Milano, Collezione Koelliker
 

Francesca Grego

04/12/2024

Roma - Genio riconosciuto del Barocco e autore di capolavori universalmente noti, Gian Lorenzo Bernini fu un artista ancor più eclettico di quanto siamo soliti immaginare: scultore insuperato e stimato architetto, il maestro seicentesco espresse i propri talenti anche in pittura, aggiudicandosi prestigiosi incarichi e conquistando un posto di primo piano nelle quadrerie delle grandi famiglie romane. Una pagina spesso trascurata, forse perché la maggior parte della sua produzione pittorica è andata perduta. Una preziosa occasione per riscoprirla arriva dalla mostra Bernini e la pittura del ‘600. Dipinti dalla Collezione Koelliker, a Palazzo Chigi di Ariccia (Roma) dal prossimo 7 dicembre al 18 maggio 2025. 

Nell’itinerario a cura di Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi e noto esperto del Barocco romano, troveremo rari dipinti autografi del maestro, ma anche una significativa selezione di opere di artisti suoi contemporanei, discepoli, colleghi, collaboratori, che testimoniano come la scultura di Bernini sia stata all’origine di un nuovo stile - spettacolare, illusionistico e visionario - anche in pittura. Al cuore della mostra, i multiformi talenti dell’artista, la sua travolgente attitudine all’invenzione, il suo rapporto con la pittura, ma anche il racconto di un’epoca, che prenderà forma nel dialogo con altri importanti protagonisti dell’indimenticabile stagione del Barocco a Roma.  


Gian Lorenzo Bernini, Levantino sdraiato (1648-50), olio su tela, cm. 50,7 x 76,1. Milano, Collezione Koelliker

Tra le opere più attese figurano naturalmente i dipinti di Bernini, come l’Autoritratto mentre disegna, il ritratto del poeta Virginio Cesarini, il Cristo alla colonna e lo scultoreo Levantino sdraiato, il cui modello, si dice, fu probabilmente un facchino del porto di Civitavecchia. Accanto a queste troveremo le tele di maestri del Barocco come Pietro da Cortona, Mattia Preti, Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Guglielmo Cortese detto il Borgognone, e poi Pierre Mignard, Jacob Ferdinand Voet, Daniel Seiter, Giovanni Lanfranco, Andrea Sacchi, tutte provenienti dalla prestigiosa collezione di Luigi Koelliker, mecenate e industriale di origine svizzera che a Milano ha messo insieme una delle raccolte private più ricche e variegate nel panorama italiano.