Dal 2 dicembre a Palazzo Marino
Il Natale a Milano è con Federico Barocci
Federico Barocci, Madonna col Bambino, i santi Giuda e Simone e i donatori detta Madonna di san Simone, 1566- 1567. Olio su tela, 281 x 190 cm © MiC, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino – Ph. Claudio Ripalti
Francesca Grego
09/11/2024
Milano - Un prezioso dono natalizio attende milanesi e turisti a Palazzo Marino: torna anche quest’anno l’iniziativa che in occasione delle festività porta in città un prestigioso capolavoro d’arte da ammirare gratuitamente in Sala Alessi, lo storico salone di rappresentanza del Comune di Milano. Dopo l’edizione 2023 dedicata a Perugino, quest’anno tocca al maestro urbinate Federico Barocci, reduce dal successo della grande mostra che l’ha visto brillare sul palcoscenico della Galleria Nazionale delle Marche. Ed è proprio dal museo marchigiano che arriva il quadro atteso a Milano, la monumentale pala della Madonna con il Bambino e i Santi Simone e Giuda, nota come Madonna di San Simone.
Dal 2 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025 il pubblico milanese potrà ammirare il dipinto in uno scenografico allestimento insieme a un pregevole disegno autografo di Barocci proveniente dal Castello Sforzesco, utilissimo per comprendere il metodo di lavoro e i processi creativi dell’artista. E per chi desidera saperne di più, ogni giorno saranno disponibili visite guidate gratuite condotte da storici dell’arte. Insieme al capolavoro esposto a Palazzo Marino, infine, dal 14 dicembre al 5 gennaio il progetto Natale nei borghi inviterà a scoprire 18 tesori storici e artistici diffusi sul territorio milanese e distribuiti nei nove municipi cittadini, anche questi fruibili con visite guidate gratuite.
Ma chi era Federico Barocci? E perché trascorrere con lui un Natale a Milano? Considerato da molti l’erede di Raffaello, Barocci fu uno dei pittori preferiti dal cardinale e arcivescovo di Milano Federico Borromeo, come testimonia una splendida Natività dell’artista che acquistò all’inizio del Seicento e che ancora oggi possiamo ammirare alla Pinacoteca Ambrosiana. Il quadro scelto per la mostra, infine, emana proprio quella calda dolcezza di cui ci piace circondarci durante le feste natalizie.
Definito dal Vasari un “giovane di grande aspettazione”, fin da subito Barocci viene presentato come il nuovo Sanzio, tornato a riportare la gloria alla città di Urbino. Ma mentre Raffaello imbocca giovanissimo la via per Roma, Barocci a trent’anni, dopo importanti soggiorni e commissioni nell'Urbe, compie l’insolita scelta di restare nel suo luogo natale, lontano dai grandi centri dell'arte di quell'epoca. Ciò nonostante diverrà interlocutore di papi, sovrani e imperatori. Autore di affreschi, ritratti e soprattutto di dipinti sacri - conosciamo una sola opera profana attribuita a lui con certezza - Barocci è noto per le pale d’altare, che realizzò in numero notevole.
Federico Barocci, Madonna col Bambino, i santi Giuda e Simone e i donatori detta Madonna di san Simone, 1566- 1567. Olio su tela, 281 x 190 cm © MiC, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino – Ph. Claudio Ripalti
Dipinta intorno al 1567 per la chiesa di San Giuda Taddeo a Urbino, la Madonna di San Simone è uno straordinario esempio della capacità di Barocci di evocare la tenerezza umana, appresa soprattutto da Correggio e visibile in particolar modo nella figura della Vergine che insegna al Figlio a leggere. A destra della Madonna la tela presenta San Giuda Taddeo, identificabile dall’alabarda con cui fu martirizzato, a sinistra San Simone, riconoscibile dalla sega usata dai suoi aguzzini; in basso troviamo invece i ritratti dei committenti, visibilmente partecipi della scena sacra.
“L’opera in mostra a Milano, città con la quale l’artista ha intrattenuto importanti e continuativi rapporti per alcune opere, in particolare per la Fabbrica del Duomo, è un apice della prima maturità di Federico, al centro della costruzione del suo personalissimo stile, pieno di un dinamismo interno tutto emozionale, modulato con colori sensitivi, per intonare, francescanamente, un cantico all’armonia del creato: uomini, piante, animali”, affermano i curatori Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari, che hanno curato anche la grande monografica a Palazzo Ducale di Urbino. La Madonna di San Simone, insomma, è “un’opera che parla al cuore, che tocca le corde affettive, che ci coinvolge con la sua impetuosa dolcezza, la sua amorevole gentilezza”, concludono.
L'esposizione di Palazzo Marino sarà arricchita da un prezioso lavoro su carta di Barocci proveniente dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco: un disegno preparatorio per una figura di devota nella pala della Madonna del Popolo conservata agli Uffizi. Realizzato tra il 1575 e il 1579, il foglio è una finestra aperta sui processi creativi di Barocci, un’opportunità per scoprire le tecniche e i segreti dietro la realizzazione di uno dei suoi capolavori più ammirati. Si tratta infatti del frammento di un grande cartone, disegnato a carboncino e a gessetto bianco, dove i contorni delle figure sono incisi con uno stilo per il ricalco della composizione direttamente sulla pala. Per il disegno questa mostra è una sorta di ritorno a casa: Palazzo Marino, infatti, si trova a pochi passi da Palazzo Belgioioso, dove l’opera è stata conservata dalla fine del Settecento al 1943, quando fu donata alle collezioni civiche milanesi.
Leggi anche:
• L'Adorazione dei Magi di Botticelli è il Capolavoro per Milano 2024
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Ma chi era Federico Barocci? E perché trascorrere con lui un Natale a Milano? Considerato da molti l’erede di Raffaello, Barocci fu uno dei pittori preferiti dal cardinale e arcivescovo di Milano Federico Borromeo, come testimonia una splendida Natività dell’artista che acquistò all’inizio del Seicento e che ancora oggi possiamo ammirare alla Pinacoteca Ambrosiana. Il quadro scelto per la mostra, infine, emana proprio quella calda dolcezza di cui ci piace circondarci durante le feste natalizie.
Definito dal Vasari un “giovane di grande aspettazione”, fin da subito Barocci viene presentato come il nuovo Sanzio, tornato a riportare la gloria alla città di Urbino. Ma mentre Raffaello imbocca giovanissimo la via per Roma, Barocci a trent’anni, dopo importanti soggiorni e commissioni nell'Urbe, compie l’insolita scelta di restare nel suo luogo natale, lontano dai grandi centri dell'arte di quell'epoca. Ciò nonostante diverrà interlocutore di papi, sovrani e imperatori. Autore di affreschi, ritratti e soprattutto di dipinti sacri - conosciamo una sola opera profana attribuita a lui con certezza - Barocci è noto per le pale d’altare, che realizzò in numero notevole.
Federico Barocci, Madonna col Bambino, i santi Giuda e Simone e i donatori detta Madonna di san Simone, 1566- 1567. Olio su tela, 281 x 190 cm © MiC, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino – Ph. Claudio Ripalti
Dipinta intorno al 1567 per la chiesa di San Giuda Taddeo a Urbino, la Madonna di San Simone è uno straordinario esempio della capacità di Barocci di evocare la tenerezza umana, appresa soprattutto da Correggio e visibile in particolar modo nella figura della Vergine che insegna al Figlio a leggere. A destra della Madonna la tela presenta San Giuda Taddeo, identificabile dall’alabarda con cui fu martirizzato, a sinistra San Simone, riconoscibile dalla sega usata dai suoi aguzzini; in basso troviamo invece i ritratti dei committenti, visibilmente partecipi della scena sacra.
“L’opera in mostra a Milano, città con la quale l’artista ha intrattenuto importanti e continuativi rapporti per alcune opere, in particolare per la Fabbrica del Duomo, è un apice della prima maturità di Federico, al centro della costruzione del suo personalissimo stile, pieno di un dinamismo interno tutto emozionale, modulato con colori sensitivi, per intonare, francescanamente, un cantico all’armonia del creato: uomini, piante, animali”, affermano i curatori Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari, che hanno curato anche la grande monografica a Palazzo Ducale di Urbino. La Madonna di San Simone, insomma, è “un’opera che parla al cuore, che tocca le corde affettive, che ci coinvolge con la sua impetuosa dolcezza, la sua amorevole gentilezza”, concludono.
L'esposizione di Palazzo Marino sarà arricchita da un prezioso lavoro su carta di Barocci proveniente dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco: un disegno preparatorio per una figura di devota nella pala della Madonna del Popolo conservata agli Uffizi. Realizzato tra il 1575 e il 1579, il foglio è una finestra aperta sui processi creativi di Barocci, un’opportunità per scoprire le tecniche e i segreti dietro la realizzazione di uno dei suoi capolavori più ammirati. Si tratta infatti del frammento di un grande cartone, disegnato a carboncino e a gessetto bianco, dove i contorni delle figure sono incisi con uno stilo per il ricalco della composizione direttamente sulla pala. Per il disegno questa mostra è una sorta di ritorno a casa: Palazzo Marino, infatti, si trova a pochi passi da Palazzo Belgioioso, dove l’opera è stata conservata dalla fine del Settecento al 1943, quando fu donata alle collezioni civiche milanesi.
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