L'opera grafica dei Tiepolo arriva alla Calcografia di Roma

Gianbattista Tiepolo, Giovane seduto e appoggiato su un vaso
 

16/04/2012

Roma - Arriva a Roma, negli ambienti della Calcografia di via della Stamperia, la grande mostra Tiepolo nero, opera grafica e matrici incise, a cura di Lionello Puppi e Nicoletta Ossanna Cavadini, dedicata all’opera grafica di Giovanbattista Tiepolo (1696-1770) e di suo figlio Giandomenico (1727-1804). La mostra, che ha ottenuto già un grande successo al m.a.x. museo di Chiasso, ricostruisce e mette a confronto tutte le fasi di ideazione creativa e di produzione delle opere grafiche dei due artisti veneti. L'esposizione è un’occasione unica per ammirare, per la prima volta, le matrici in rame dei Tiepolo, di proprietà del Museo Correr di Venezia, restaurate a cura dell’Istituto Nazionale per la Grafica, insieme a tutto il corpus delle opere grafiche dei Tiepolo. L'edizione romana della mostra, a cura di Rita Bernini , presenta alcune novità rispetto all'esposizione di Chiasso. Sarà esposta infatti la serie dei “Capricci”, dieci acqueforti di Giovanbattista Tiepolo dell'edizione dedicata a Girolamo Manfrin, proveniente dal Gabinetto Nazionale delle Stampe. Una sezione della mostra sarà dedicata alle possibili connessioni artistiche tra Giovanbattista Tiepolo e Giovanbattista Piranesi, l'architetto e incisore veneziano di cui la Calcografia Nazionale possiede l’intero corpus delle matrici. Infine tra le aggiunte, dalle collezioni dell’Istituto saranno esposte l'Adorazione dei magi di Giambattista, accanto alla matrice originale e San Giuseppe e il Bambino. Sorprendono e divertono le opere di Gianbattista, riunite nella serie dei Capricci (1733-1742 ca.) e degli Scherzi di fantasia (1743-1757) così come la selezione delle stampe del figlio Giandomenico che ne continua l’attività incisoria, per i soggetti misteriosi che il Tiepolo utilizza: scheletri, maghi, creature oniriche, scimmie e figure esotiche, il cui significato rimane ancora in buona parte nascosto per i continui rimandi allegorici e simbolici ma anche per l’ideazione e la qualità del segno che lo proiettano a buon diritto nella storia della grafica moderna.

Francesca R. Chiocci