Fino al 28 settembre presso la Sala Zanardelli del Vittoriano

La Roma del Giubileo attraverso gli sguardi di tre maestri dello scatto

Un momento dei funerali di papa Francesco. Piazza San Pietro, Città del Vaticano, 26 aprile © Diana Bagnoli
 

Samantha De Martin

25/06/2025

Roma - Ai piedi di "Angel Unawares", il Monumento al migrante di Timothy Schmalz, una suora assiste assorta ai funerali di papa Francesco.
Anche i cardinali prendono parte alla cerimonia, ma l’espressione dai loro volti sfuma, come inghiottita dalla serialità e nella persistenza di un rito che guida gesti, movenze, espressioni.
Diana Bagnoli supera la retorica dei grandi gesti religiosi collettivi, travalica la cartolina dell’evento in sé per restituire attraverso lo sguardo d’artista l’osmosi sociale e antropologica che si intreccia ai mutamenti continui della realtà nella Roma del Giubileo.
La fotogiornalista torinese è una delle tre voci alle quali la direttrice del VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia, Edith Gabrielli e i curatori Roberto Koch ed Alessandra Mauro hanno affidato il compito di raccontare Roma nell’anno del Giubileo, assieme al visibile e all’invisibile della città eterna, a ciò che appare e a ciò che sfugge.
Questo sguardo attraversa la mostra “Città aperta 2025. Roma nell’anno del Giubileo” in corso fino al prossimo 28 settembre presso la Sala Zanardelli del Vittoriano.
Compagni di viaggio in questa iniziativa che rafforza la sensibilità e l’impegno del VIVE nei confronti del contemporaneo, sono Alex Majoli e Paolo Pellegrin che hanno affidato alla sensibilità del proprio sguardo la possibilità di ascoltare Roma e il suo battito, cogliendone lo spirito di accoglienza, la necessità di innovazione ed apertura in un momento solenne della storia mondiale.


Vanessa, membro della comunità cattolica nigeriana della Chiesa di Sant’Ambrogio della Massima, presso il Portico d’Ottavia a Roma © Diana Bagnoli

Così la Roma del sacro e la città del profano, la capitale dei grandi gesti collettivi e di quelli intimi, dei pellegrini e degli invisibili prende forma mentre qualcosa di grande accade.
Oltre 200 scatti, di diverso formato tra bianco e nero e colore, raccontano una Roma al centro del mondo, tra la ricorrenza unica del Giubileo, la morte di papa Francesco durante le celebrazioni pasquali e l’annuncio del nuovo pontefice, Leone XIV, dopo un breve conclave. Ogni fase di questo delicato momento storico svela la forza di una ritualità antica e affascinante e, insieme, la sua straordinaria, coinvolgente attualità.
In linea con la propria sensibilità, Diana Bagnoli, Alex Majoli e Paolo Pellegrin hanno documentato l’atmosfera di questo periodo e la sua eccezionalità storica con sguardo concentrato e profondo. In questo racconto per immagini nel quale convivono spiritualità e traffico, solennità e confusione quotidiana, Roma, come sottolineano i curatori Roberto Koch e Alessandra Mauro, assomiglia a “un corpo che si muove e muta nel tempo e nello spazio”, uno spazio urbano in continuo divenire.
Roma restituisce la sua polifonia. Lo fa attraverso le immagini che Diana Bagnoli trasforma in visioni colorate di un misticismo diffuso, mobile, itinerante, in sintonia con lo spirito del Giubileo. Il suo obiettivo cattura i pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo ma accomunati dal senso del viaggio e dalla loro fede, ma immortala anche le comunità cattoliche multietniche di Roma, animate da uno sostegno reciproco e di assistenza sociale. Ci sono i fedeli riuniti a piazza San Pietro per rendere l’ultimo saluto a papa Francesco e c'è chi sgrana il rosario, chi prega assorto. Carmen di El Salvador, nella Chiesa del Santissimo Redentore a Val Malaina, suor Divina e suor Graziana incontrate nella Basilica di Santa Prudenziana al Viminale, sede della comunità cattolica filippina, cedono alla “scena drammaturgica” del Giubileo immortalata da Alex Majoli come se fosse il teatro di una rappresentazione antica, ma ancora palpitante e vera: quella della storia che si sta compiendo.


Dalla serie Passeggiata romana, Museo Hendrik Christian Andersen, Roma 2025 © Paolo Pellegrin

Ed ecco l’ultima immagine di papa Francesco durante il bagno di folla, la domenica di Pasqua, prima della morte, e poi la lapide con la scritta “Franciscus”.

Paolo Pellegrin cattura, infine, i volti dei fedeli cercando di instaurare con loro un dialogo. Varca le porte spaziotemporali della città, attraversate le quali sembra di essere catapultati in un’altra dimensione. Il suo è il viaggio di un "romano", personalissimo, un itinerario insolito e imprevedibile, in apparenza senza meta, ma costruito lungo un periplo preciso che non esclude nulla: dalla monumentalità classica all’abbandono, dalle grandi arterie viarie agli edifici umbertini, dall’Eur metafisico alle incongruenze di Cinecittà, per indugiare sulle statue e sui loro silenzi, sulle prospettive che incorniciano i pini di Roma.

In questo racconto in presa diretta concluso un mese fa, i tre artisti hanno avuto modo di registrare come, in occasione di un evento che la contraddistingue e la rende unica al mondo, Roma abbia mostrato una ritualità antica e affascinante e, insieme, la sua straordinaria, coinvolgente attualità.

“Città aperta 2025 - ha detto Edith Gabrielli - è un progetto espositivo inedito e dal forte valore contemporaneo. L’idea alla sua base è semplice: chiedere a tre fotografi di straordinaria sensibilità, quali Diana Bagnoli, Alex Majoli e Paolo Pellegrin, di osservare Roma nel tempo del Giubileo, non da cronisti bensì da artisti. L’arte ha infatti un ruolo potente: illumina l’ovvio e restituisce spessore a ciò che ci circonda. I tre artisti si sono confrontati con Roma in maniera diversa durante il Giubileo e Roma ha risposto a ciascuno in maniera diversa. I fotografi hanno saputo guardare oltre la retorica. Siamo andati oltre lo scatto facendo entrare il pubblico nel vivo del processo creativo. E il pubblico è diventato parte integrante dell’operazione.
La scelta di apertura al contemporaneo giunge a compimento con l’acquisizione di due opere di ciascun fotografo nella collezione del VIVE".


Dopo aver reso omaggio alla salma di papa Francesco all’interno della basilica, i fedeli si radunano in piazza San Pietro. Città del Vaticano, 23-25 aprile © Alex Majoli

Di questa mostra colpisce l’allestimento, articolato sui due piani della Sala Zanardelli, che alterna in modo dinamico immagini e stili di Bagnoli, Majoli e Pellegrin componendo un racconto unico e polifonico della città.
Introducono il percorso tre video, ciascuno su ogni autore, realizzati dal videomaker e regista Paolo Freschi che ha raccontato il processo creativo in diretta. Un grande ledwall proietta un testo inedito di Valerio Magrelli, poeta, saggista e intellettuale tra i più lucidi della scena contemporanea.
La mostra diventa un invito a compiere un viaggio nella Roma di oggi seguendo gli sguardi di tre maestri della fotografia verificando con loro la forza della città, la sua eterna presenza, la possibilità di trasformazione e adattamento tra stratificazioni e incroci, continuando a guardarla viva, aperta, senza dare mai nulla per scontato.
A corredo dell’esposizione un ricco catalogo edito da Contrasto con un’introduzione a cura della Direttrice del VIVE Edith Gabrielli, un contributo testuale di Valerio Magrelli e un testo a firma di Alessandra Mauro e Roberto Koch, rispettivamente Direttrice editoriale e Direttore di Contrasto.