Dal 29 luglio al 4 settembre
La scultura buddhista alle Scuderie del Quirinale
Shaka Nyorai (Śākyamuni, Periodo Asuka), VII secolo, Bronzo, Altezza 60.6 cm, Jindaiji, Tokyo | Importante proprietà culturale
Ludovica Sanfelice
28/07/2016
Roma - Al culmine delle celebrazioni del 150° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone giunge a Roma l'esposizione di Capolavori della scultura buddhista giapponese, organizzata da Bunkachō (Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone) con l'Azienda Speciale Palaexpo, e in programma alle Scuderie del Quirinale dal 29 luglio al 4 settembre.
Una ventata di spiritualità volta a presentare al pubblico capitolino una selezione di manufatti pregiatissimi che in Italia non si erano mai visti anche per le rigide e delicatissime condizioni di trasporto. Sculture lignee o in lacca (e un bronzo) provenienti da santuari e grandi collezioni, e considerate "tesoro nazionale" nel Paese del Sol Levante.
Dalla meditazione all'azione, i capolavori in mostra riflettevano esteticamente le numerose pieghe della ricerca spirituale e i diversi insegnamenti delle scuole di buddhismo e all'epoca si rivelarono a tutti gli effetti un veicolo per la diffusione della "nuova" confessione in Giappone che trattò sempre in maniera personale le formule acquisite.
Ordinate lungo una linea storica che spazia dal periodo Asuka (VII-VIII secolo) al periodo Kamakura (1185-1333), le opere tecnicamente legate alla tradizione buddhista mostrano infatti esiti originali rispetto ai modelli del continente asiatico sia nei temi sia nelle forme, declinati secondo il gusto vigente: dal trionfo della grazia espresso attraverso l'impiego del legno dal tardo periodo Heian (794-1185), all'essenzialità vigorosa corrispondente agli ideali samurai e al buddhismo zen dell'epoca degli shogun Minamoto.
Vedia nache:
• Capolavori della scultura buddhista giapponese
• Guida d'arte di Roma
Una ventata di spiritualità volta a presentare al pubblico capitolino una selezione di manufatti pregiatissimi che in Italia non si erano mai visti anche per le rigide e delicatissime condizioni di trasporto. Sculture lignee o in lacca (e un bronzo) provenienti da santuari e grandi collezioni, e considerate "tesoro nazionale" nel Paese del Sol Levante.
Dalla meditazione all'azione, i capolavori in mostra riflettevano esteticamente le numerose pieghe della ricerca spirituale e i diversi insegnamenti delle scuole di buddhismo e all'epoca si rivelarono a tutti gli effetti un veicolo per la diffusione della "nuova" confessione in Giappone che trattò sempre in maniera personale le formule acquisite.
Ordinate lungo una linea storica che spazia dal periodo Asuka (VII-VIII secolo) al periodo Kamakura (1185-1333), le opere tecnicamente legate alla tradizione buddhista mostrano infatti esiti originali rispetto ai modelli del continente asiatico sia nei temi sia nelle forme, declinati secondo il gusto vigente: dal trionfo della grazia espresso attraverso l'impiego del legno dal tardo periodo Heian (794-1185), all'essenzialità vigorosa corrispondente agli ideali samurai e al buddhismo zen dell'epoca degli shogun Minamoto.
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• Capolavori della scultura buddhista giapponese
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