Attenzione alle politiche culturali e alle strategie di sviluppo europee
Nuova economia della cultura
Le tre grazie, Canova
La Redazione
25/09/2014
Roma - “La cultura è un valore che appartiene alla nostra storia ed è tuttora alla base della nostra identità. Sempre più deve essere ricchezza del presente e seme per il futuro, strumento di coesione e occasione di valorizzazione di una società articolata e plurale. Per questo quello dell’Arte, attività e beni culturali è uno dei principali ambiti di intervento delle Fondazioni di origine bancaria, che nel 2013 al settore hanno erogato 269,2 milioni di euro, pari al 30,4% del totale erogazioni, per complessivi 7.681 interventi”. Con queste parole Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, associazione di 86 Fondazioni di origine bancaria, il 24 settembre a Roma, è intervenuto alla presentazione del volume “Fondazioni bancarie e nuova economia della cultura” di Marco Maria Tosolini, titolo edito da Marsilio nella collana Ricerche.
Un’occasione per ragionare sulla contrazione delle risorse pubbliche destinate al rilancio delle politiche culturali (scese da 7,5 miliardi del 2005 ai 5,8 miliardi del 2013) e parlare del riflesso della recessione sull’attività delle Fondazioni sempre più spinte ad assumere il ruolo di soggetto catalizzatore di risorse per i territori, e promotore di iniziative volte a favorire la crescita della domanda di cultura e il coinvolgimento dei cittadini nei processi dell’offerta culturale. Tali richieste hanno così orientato le Fondazioni verso il sostegno di attività capaci di incentivare la conoscenza collettiva, offrendo orizzonti più ampi di arricchimento culturale e facilitando l’accesso e l’adesione di un pubblico più vasto. Anche volgendo l’attenzione a progetti interdisciplinari, contraddistinti dalla convergenza di settori diversi come l’istruzione, la formazione, il sociale e lo sviluppo locale.
Un’analisi più dettagliata delle erogazioni vede privilegiate (con il 32,7%) le iniziative a sostegno di interpretazioni artistiche e letterarie, la conservazione e valorizzazione dei beni architettonici ed archeologici (26,4%), la promozione e valorizzazione delle arti visive (15,1%), le attività museali (6,6%), l’editoria e altri mezzi di comunicazione di massa (6,4%), le attività di biblioteche e archivi (3,3%).
Particolare accento è stato posto sulla creatività e sugli interessi dei giovani con largo sostegno alle iniziative che promuovono lo sviluppo umano e la crescita civile e occupazionale. Determinante in tal senso la ricettività manifestata verso le politiche culturali e le strategie di sviluppo europee attente ad usare la cultura come strumento di inclusione sociale, mettendo al suo servizio anche le nuove tecnologie.
Tra gli esempi dell’impegno profuso dall Fondazioni in merito all’occupazione giovanile nel settore culturale si può citare “Funder35”, progetto promosso dalla Commissione per le Attività e i Beni culturali dell’Acri a sostegno dell’impresa culturale giovanile con un bando annuale da un milione di euro; l’attività della Commissione per l’Artigianato artistico dell’Associazione, che ha promosso la firma di un Protocollo d’intesa tra l’Acri e le associazioni di categoria Cna e Confartigianato, insieme a Unioncamere, finalizzato proprio a dare nuovo impulso alla formazione professionale dei giovani e ad agevolarne l’inserimento nel mondo del lavoro.
Un’occasione per ragionare sulla contrazione delle risorse pubbliche destinate al rilancio delle politiche culturali (scese da 7,5 miliardi del 2005 ai 5,8 miliardi del 2013) e parlare del riflesso della recessione sull’attività delle Fondazioni sempre più spinte ad assumere il ruolo di soggetto catalizzatore di risorse per i territori, e promotore di iniziative volte a favorire la crescita della domanda di cultura e il coinvolgimento dei cittadini nei processi dell’offerta culturale. Tali richieste hanno così orientato le Fondazioni verso il sostegno di attività capaci di incentivare la conoscenza collettiva, offrendo orizzonti più ampi di arricchimento culturale e facilitando l’accesso e l’adesione di un pubblico più vasto. Anche volgendo l’attenzione a progetti interdisciplinari, contraddistinti dalla convergenza di settori diversi come l’istruzione, la formazione, il sociale e lo sviluppo locale.
Un’analisi più dettagliata delle erogazioni vede privilegiate (con il 32,7%) le iniziative a sostegno di interpretazioni artistiche e letterarie, la conservazione e valorizzazione dei beni architettonici ed archeologici (26,4%), la promozione e valorizzazione delle arti visive (15,1%), le attività museali (6,6%), l’editoria e altri mezzi di comunicazione di massa (6,4%), le attività di biblioteche e archivi (3,3%).
Particolare accento è stato posto sulla creatività e sugli interessi dei giovani con largo sostegno alle iniziative che promuovono lo sviluppo umano e la crescita civile e occupazionale. Determinante in tal senso la ricettività manifestata verso le politiche culturali e le strategie di sviluppo europee attente ad usare la cultura come strumento di inclusione sociale, mettendo al suo servizio anche le nuove tecnologie.
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