Dal 24 novembre 2023 al 5 maggio 2024

Oltre il mito. Fidia ai Musei Capitolini

"Fidia", Villa Caffarelli. Foto Monkeys Video Lab I Courtesy Musei Capitolini
 

Francesca Grego

23/11/2023

Roma - “Nessuno supererà mai Fidia”, ammetteva nel 1911 il padre della scultura moderna Auguste Rodin. Incarnazione dell’arte greca all’acme del suo splendore, Fidia ha ammaliato i Romani prima e i rinascimentali in seguito, fino a diventare l’icona assoluta della scultura. Ma quanto sappiamo realmente di lui? Se la conoscenza della sua opera si basa soprattutto su repliche e descrizioni letterarie, la sua vita è avvolta da un alone di mistero, al punto che finora nessuna mostra monografica si era azzardata a tratteggiarne il ritratto. I Musei Capitolini hanno raccolto la sfida: da domani, venerdì 24 novembre, fino al prossimo 5 maggio, la sede di Villa Caffarelli ospiterà un’ambiziosa esposizione dedicata allo scultore greco.


"Fidia", Villa Caffarelli. Foto Monkeys Video Lab I Courtesy Musei Capitolini 

In mostra una selezione di oltre 100 opere, tra reperti archeologici, originali greci e repliche romane, e poi dipinti, disegni, manoscritti, alcuni dei quali esposti per la prima volta. Prestiti prestigiosi nutrono il progetto capitolino: arrivano dai numerosi musei della capitale dedicati all’arte antica, da importanti istituzioni italiane e da alcuni dei più illustri musei del mondo, come il Museo dell’Acropoli di Atene, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Louvre di Parigi, il British Museum di Londra, i Musei Vaticani, il Metropolitan di New York.

Prima del ciclo di cinque mostre “I grandi maestri della Grecia antica” annunciato dai Musei Capitolini, Fidia rappresenta un evento significativo anche nella sua relazione con la città di Roma, da cui provengono fondamentali testimonianze dell’attività dello scultore e della sua riscoperta dal Rinascimento in poi, attraverso copie romane di capolavori in gran parte perduti.
 

"Fidia", Villa Caffarelli. Foto Monkeys Video Lab I Courtesy Musei Capitolini 

“Abbiamo scelto di inaugurare il ciclo di mostre sui maestri della Grecia antica con un’esposizione monografica dedicata a Fidia, considerato già nell’antichità il più grande scultore di tutti i tempi”, racconta il soprintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, curatore del progetto con Zetema Progetto Cultura: “A lui erano riconosciute le qualità della maiestas e del pondus, bellezza e maestosità, la capacità di rendere in modo appropriato persino la divina natura degli dei. Dotato di una personalità eclettica e versatile, oltre a qualità artistiche fuori dal comune possedeva grandi capacità organizzative, tanto che Pericle, nell’Atene del V secolo a.C., decise di affidargli i complessi lavori di ristrutturazione dell’Acropoli e in particolare il delicato ruolo di episkopos, ‘sovrintendente’ del cantiere del Partenone”.


"Fidia", Villa Caffarelli. Foto Monkeys Video Lab I Courtesy Musei Capitolini 
 
Suddivisa in sei sezioni, la mostra scandaglia l’opera di Fidia nei suoi diversi aspetti: dal ritratto al grande progetto del Partenone, il luogo simbolo della Grecia classica, fino alle statue colossali dell’Atena Parthenos e dello Zeus di Olimpia, tra le sette meraviglie del mondo antico. Dopo aver restituito il contesto in cui fiorirono i talenti del maestro – la leggendaria Atene di Pericle – si esplorano le sue attività “fuori casa” e infine la potente influenza che esercitò sulle arti antiche e moderne.
 
Opere rare e preziose punteggiano il percorso di visita, alcune delle quali per la prima volta fuori dalle loro sedi museali. È il caso di due frammenti originali del fregio del Partenone, un oplita (soldato greco) e un giovane con bovino in prestito dal Museo dell’Acropoli di Atene, o delle sculture di cavalieri e uomini barbuti provenienti dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.


"Fidia", Villa Caffarelli. Foto Monkeys Video Lab I Courtesy Musei Capitolini  

È esposto anche l’unico oggetto personale appartenuto all’artista e sopravvissuto fino a oggi, un vaso con su incisa la scritta “Pheidiou eimi” (“Sono di Fidia”) del Museo Archeologico di Olimpia, mentre arrivano dal Metropolitan Museum di New York e dall’Archaeological Museum of Ioannina, in Grecia, due statuette raffiguranti un artigiano, presunti autoritratti dello scultore. E poi la preziosa testa marmorea dell’Atena Lemnia, copia augustea dell’originale fidiaco (Museo Archeologico di Bologna), o la replica romana del celebre Scudo Strangford, il cui originale ornava la statua della dea nella cella del Partenone (British Museum), fino al manoscritto quattrocentesco con la prima immagine del tempio diffusa in Europa e al cosiddetto Taccuino Carrey (1674) della Biblioteca Nazionale Francese, nel quale è riprodotta la decorazione del Partenone prima dell’esplosione che la distrusse nel 1687.
 
Installazioni e contenuti digitali vengono in aiuto all’immaginazione: sempre nella sezione dedicata al Partenone, è possibile visitare in VR il tempio nella sua versione originale, o immergersi nella ricostruzione interattiva 3D dell’Acropoli, muovendosi nello spazio e modulando la luce solare dall’alba al tramonto. Dispositivi touch screen, infine, invitano a consultare gli approfondimenti scientifici e a esplorare i dettagli architettonici di quest’opera straordinaria. 


"Fidia", Villa Caffarelli. Foto Monkeys Video Lab I Courtesy Musei Capitolini

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