L'artista friulano presente in più mostre
Quattro prospettive su Afro
 
										
										 
										
										
																		
																									Afro, Arazzo
															
							E.B.
20/02/2014
							Roma -  29 gennaio 2014, alla Galleria d'Arte Moderna di Roma inaugura "Libero de Libero e gli artisti della Cometa", una mostra dedicata all'intellettuale e proprietario della galleria omonima e ai pittori e scultori con i quali collaborò negli anni '30.
Dal 15 febbraio la Galleria Civica di Trento chiama invece a raccolta alcune importanti collezioni private di artisti del XX e XXI secolo.
Presso l'Ex Chiesa di San Giovanni di Dio a Civitavecchia, il 20 febbraio potranno essere ammirate le "Trame e fusioni del Novecento", e due giorni dopo la Galleria Civica di Modena aprirà le porte alla sua collezione di opere su carta con "L'informale in Italia".
Le quattro mostre presentano diverse prospettive sul Novecento italiano, con specifiche caratterizzazioni spaziali e temporali, ma con un elemento comune. In tutte queste il pubblico avrà l'opportunità di ammirare alcuni lavori dell'artista friulano Afro, membro della "Scuola Romana" e grande astrattista italiano.
E' Civitavecchia che più di ogni altra approfondisce il suo contributo, accostandolo a Manzù e Lamagna. Dopo la grande retrospettiva che l'Hermitage di San Pietroburgo gli dedicò nel 2009, i suoi arazzi ritornano per mostrarci la sua ricerca tra Realismo e arte Informale, nel percorso verso un astrattismo multicolore.
Afro lavorò non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti e a Parigi, dove alla fine degli anni Cinquanta partecipò al progetto del murale per la sede dell'Unesco insieme ai più grandi esponenti dell'arte internazionale di quegli anni. Grazie al suo talento, nel 1957 ottenne anche il premio come miglior artista italiano alla Biennale di Venezia.
						
					Dal 15 febbraio la Galleria Civica di Trento chiama invece a raccolta alcune importanti collezioni private di artisti del XX e XXI secolo.
Presso l'Ex Chiesa di San Giovanni di Dio a Civitavecchia, il 20 febbraio potranno essere ammirate le "Trame e fusioni del Novecento", e due giorni dopo la Galleria Civica di Modena aprirà le porte alla sua collezione di opere su carta con "L'informale in Italia".
Le quattro mostre presentano diverse prospettive sul Novecento italiano, con specifiche caratterizzazioni spaziali e temporali, ma con un elemento comune. In tutte queste il pubblico avrà l'opportunità di ammirare alcuni lavori dell'artista friulano Afro, membro della "Scuola Romana" e grande astrattista italiano.
E' Civitavecchia che più di ogni altra approfondisce il suo contributo, accostandolo a Manzù e Lamagna. Dopo la grande retrospettiva che l'Hermitage di San Pietroburgo gli dedicò nel 2009, i suoi arazzi ritornano per mostrarci la sua ricerca tra Realismo e arte Informale, nel percorso verso un astrattismo multicolore.
Afro lavorò non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti e a Parigi, dove alla fine degli anni Cinquanta partecipò al progetto del murale per la sede dell'Unesco insieme ai più grandi esponenti dell'arte internazionale di quegli anni. Grazie al suo talento, nel 1957 ottenne anche il premio come miglior artista italiano alla Biennale di Venezia.
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