A Palazzo Barolo dal 4 febbraio al 7 maggio

Il sogno di Lady Florence Phillips fa tappa a Torino. In mostra i capolavori della Johannesburg Art Gallery, da Monet a Picasso

Paul Signac, La Rochelle, 1912. Olio su tela, cm 71,2 x 100. Johannesburg Art Gallery, Johannesburg
 

Samantha De Martin

03/02/2023

Torino - C’è il Ritratto di Madame Van Muyden di Modigliani e la sublime Regina Cordium di Dante Gabriel Rossetti, con la sua chioma rossa fluente, mentre le Bagnanti di Paul Cézanne puntano lo sguardo verso la scogliera a Étretat, immortalata da Gustave Courbet, o verso la riva del fiume a Veneux che Alfred Sisley ha rapito in un olio su tela nel 1881.
Sguardi, volti, paesaggi usciti dai pennelli più autorevoli dell’arte di tutti i tempi si incontrano a Torino, nelle sale di Palazzo Barolo, dove, dal 4 febbraio al 7 maggio, un racconto in 63 opere accende i riflettori su una scena artistica e su una realtà museale poco conosciuta, come quella della Johannesburg Art Gallery.


Gustave Courbet, La scogliera a Étretat, 1869, Olio su tela | Courtesy Johannesburg Art Gallery

Monet, Signac, Courbet, Degas, Cézanne, Sisley, Derain, Picasso, Matisse, Rossetti, Modigliani, Bacon, Warhol, Lichtenstein, Kentridge sono solo alcuni dei protagonisti di questo racconto che vede protagonista la JAG, Johannesburg Art Gallery, fondata nei primi anni del 1900 dalla collezionista Dorothea Sarah Florence Alexandra Ortlepp Phillips, conosciuta come Lady Florence Phillips, con l'intento di trasformare un centro minerario, sviluppatosi intorno alla ricchezza dei suoi giacimenti, in una città dotata di un museo che fosse soprattutto un riferimento per tutti, dove fare e promuovere cultura.


Alfred Sisley, Sulla riva del fiume a Veneux, 1881, Olio su tela | Courtesy Johannesburg Art Gallery

Nata il 14 giugno 1863 a Cape Town, nel 1885 Florence aveva sposato Lionel Phillips, figlio di mercanti della lower middle-class londinese, per trasferirsi con lui in Sudafrica. A Londra, dove aveva seguito il marito, aveva cominciato ad appassionarsi all’arte maturando la convinzione che questa potesse essere un utile strumento di aiuto sociale per le fasce di popolazione più bisognose. Tornata a Johannesburg aveva iniziato a dare forma al suo sogno guidata da uno straordinario filantropismo, oltre che dalla volontà di dare visibilità e credibilità culturale al proprio paese d’origine.
Ed eccola Lady Florence accogliere i visitatori di Palazzo Barolo con un ritratto firmato da Antonio Mancini, che la ritrae all’età di 46 anni.


William Kentridge, Soho in una stanza allagata [Disegno da Stereoscope], 1999, carboncino e pastello su carta | Courtesy Johannesburg Art Gallery

Il percorso, curato da Simona Bartolena, inizia con l’arte inglese dell’Ottocento, particolarmente presente nella collezione del museo soprattutto per le donazioni che hanno ulteriormente arricchito la collezione con opere vittoriane e preraffaellite. Un poetico paesaggio di Corot, uno splendido scorcio delle falesie di Étretat di Courbet, ma anche tele di Monet, Sisley e Degas, fino a quelle delle generazioni del postimpressionismo, spiccano nella seconda sezione della mostra che ripercorre la scena francese del XIX secolo. Se la terza tappa del percorso è caratterizzata dal più recente nucleo novecentesco del museo, che accoglie i protagonisti della scena del primo Novecento, da Derain a Picasso, da Modigliani a Matisse, per proseguire nel secondo dopoguerra con opere di importanti maestri della scena internazionale come Francis Bacon ad Andy Warhol, l’ultima sezione guarda agli artisti sudafricani, primo tra tutti William Kentridge.

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