Il Padiglione esporrà senza bandiera e senza logo
Biennale di Venezia: si ritira il Kenya

Shame in Venice 2. Michael Soi
L.Sanfelice
30/04/2015
Venezia - Con uno scarno comunicato la Biennale di Venezia informa ufficialmente che il Governo della Repubblica del Kenya, nel Ministero dello Sport, Cultura ed Arte ha ritirato la propria Partecipazione Nazionale alla 56. Esposizione Internazionale d’Arte.
Dopo l’autoesclusione del Costarica, la decisione keniota rimbalza in Laguna a soli 11 giorni dall’inaugurazione, soffiando sul fuoco delle numerose polemiche che avevano accompagnato l’allestimento di un padiglione in cui non figuravano "legittimi" rappresentanti del Paese ma piuttosto artisti cinesi, un’artista di origini keniote residente in Svizzera e l’italiano Armando Tanzini.
La notizia, che in questa occasione ha trovato come strumento di diffusione i social, ha sollevato malumori negli ambienti culturali e artistici kenioti, presto tradotti in petizioni e pressioni sul Governo affinchè ritirasse la partecipazione da questa edizione della Biennale e preparasse la richiesta per il 2017 con dei criteri di merito e rappresentatività. Il Governo che inizialmente aveva reagito con un impenetrabile silenzio, ha infinte risolto bruscamente il caso con l’improvviso annuncio il 14 aprile scorso.
Gli esclusi, alla cui testa figurano gli italiani Sandro Orlandi (curatore) e Paola Poponi (commissario), e il curatore aggiunto Ding Xuefeng (cinese), colti a sorpresa, devono rassegnarsi all’irrevocabile impedimento sopraggiunto che con sè, oltre alla bandiera keniota, spazza via anche il logo della Biennale. La mostra però, nel rispetto di chi vi ha lavorato e del denaro speso, avrà luogo ugualmente in qualità di evento esterno.
Dopo l’autoesclusione del Costarica, la decisione keniota rimbalza in Laguna a soli 11 giorni dall’inaugurazione, soffiando sul fuoco delle numerose polemiche che avevano accompagnato l’allestimento di un padiglione in cui non figuravano "legittimi" rappresentanti del Paese ma piuttosto artisti cinesi, un’artista di origini keniote residente in Svizzera e l’italiano Armando Tanzini.
La notizia, che in questa occasione ha trovato come strumento di diffusione i social, ha sollevato malumori negli ambienti culturali e artistici kenioti, presto tradotti in petizioni e pressioni sul Governo affinchè ritirasse la partecipazione da questa edizione della Biennale e preparasse la richiesta per il 2017 con dei criteri di merito e rappresentatività. Il Governo che inizialmente aveva reagito con un impenetrabile silenzio, ha infinte risolto bruscamente il caso con l’improvviso annuncio il 14 aprile scorso.
Gli esclusi, alla cui testa figurano gli italiani Sandro Orlandi (curatore) e Paola Poponi (commissario), e il curatore aggiunto Ding Xuefeng (cinese), colti a sorpresa, devono rassegnarsi all’irrevocabile impedimento sopraggiunto che con sè, oltre alla bandiera keniota, spazza via anche il logo della Biennale. La mostra però, nel rispetto di chi vi ha lavorato e del denaro speso, avrà luogo ugualmente in qualità di evento esterno.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Treviso | Al Museo Gypsotheca Antonio Canova dal 22 giugno all’11 gennaio
Carlo Scarpa e la Biennale. A Possagno un legame da riscoprire attraverso gli artisti della Collezione Gemin, da Klimt a Paul Klee
-
Sul piccolo schermo dal 28 aprile al 4 maggio
Dai tesori di Istanbul, in compagnia di Alberto Angela, al Museo Egizio di Torino, l'arte in tv nella settimana del 1° maggio
-
I programmi da non perdere
La settimana dell’arte in tv, da William Turner a Banksy in Ucraina
-
Roma | A Roma dal 17 aprile al 14 settembre
Al Museo Bilotti il mito e il sacro sotto la lente dell'arte contemporanea
-
Dal 14 al 20 aprile sul piccolo schermo
Da Leonardo alle connessioni tra arte e propaganda, gli appuntamenti in tv nella settimana di Pasqua
-
Milano | A Milano dal 29 maggio al 5 ottobre
Alle Gallerie d'Italia una "collezione inattesa" con l'omaggio a Robert Rauschenberg