Un progetto presentato al Ministero dei Beni Culturali

Big G sbarca alla Biennale di Venezia

Il Google trolley, utilizzato alla 56. Esposizione Internazionale d'arte di Venezia, è stato progettato per portare la tecnologia Street View nei musei di tutto il mondo. Courtesy of © Google Community Group, 2015
 

Samantha De Martin

21/10/2015

Venezia - La Biennale di Venezia racchiusa in una scatola, a portata di tasca, si potrà esplorare anche dall'altra parte del mondo.
Da oggi, la più prestigiosa tra le rassegne internazionali di arte contemporanea, che quest'anno celebra la 56esima edizione, sancisce il connubio con la tecnologia trasferendo sulla piattaforma del Google Cultural Institute una selezione di opere presenti nei padiglioni della Biennale Arte 2015, curata da Okwui Enwezor.
Il progetto – presentato al Ministero dei Beni Culturali e che mira ad avvicinare pubblico e appassionati alla Biennale Arte 2015 – offrirà al visitatore la possibilità di esplorare le installazioni prima ancora di recarsi a Venezia, ma anche l'opportunità di fruirne al termine della sua conclusione ufficiale, il prossimo 22 novembre.
 
Sfruttando una tecnologia all'avanguardia l'utente, andando nella sezione La Biennale di Venezia del Google Cultural Institute, potrà consultare comodamente da casa oltre 4.000 opere e immagini contenute nelle diverse collezioni e nelle esposizioni digitali, o ancora accedere alla visualizzazione delle aree espositive interne ed esterne dei Giardini e dell'Arsenale, grazie alle oltre 80 immagini Street View.
 
Gli amanti della tecnologia potranno inoltre accedere alla mostra digitale attraverso due tour virtuali, utilizzando una app per dispositivi mobili scaricabile da Google Play. Sarà una piccola scatola di cartone, la Google Cardboard – un visore sviluppato da Google e che utilizzato con lo smartphone e una app consente di vivere esperienze in realtà virtuali – a “contenere” gli spazi espositivi della Biennale, consentendo all'utente di muoversi tra le stanze sfiorando le opere, entrando quasi in simbiosi con il percorso artistico.
“La scommessa che vogliamo compiere – afferma il presidente della Biennale, Paolo Baratta – attraverso l'accordo che realizziamo con Google, non mira a sostituire alla visione diretta quella virtuale, ma, al contrario, a far sì che quest'ultima invogli maggiormente alla conoscenza diretta. Un'istituzione come la nostra non può permettersi di non accettare le sfide lanciate dalle moderne tecnologie”.
 
Gli appassionati avranno anche la possibilità di poter commentare le loro opere preferite in video chat. Grazie alla funzione “My Gallery” potranno selezionare le immagini delle opere o delle installazioni più apprezzate, costruendo una galleria personale. Mentre per esaminare le diverse opere fianco a fianco, basterà ricorrere alla funzione “confronta”.
“Il nostro obiettivo – sottolinea Amit Sood, direttore del Google Cultural Institute – è quello di aumentare l'accesso e la conservazione dell'arte e della cultura attraverso strumenti tecnologici capaci di riprodurre una vera narrativa contemporanea”.
 
E infatti già milioni di utenti in tutto il mondo sono in attesa di godersi questa 56esima Biennale che sta per concludersi, ripercorrendo, con calma, da un ufficio come da un aereo, il prestigioso spettacolo dell'arte.