Focus sulla Laguna per i prossimi appuntamenti

Non solo Biennale: a Venezia per le mostre di primavera

Philip Guston, The Line, 1978, Olio su tela, 186 x 180 cm, Collezione privata | © The Estate of Philip Guston | Courtesy Hauser & Wirth
 

Francesca Grego

08/05/2017

Venezia - A meno di una settimana dall’apertura della 57° Biennale, per le strade della Serenissima l'arte è nell'aria e il calendario delle mostre si fa fitto.
Tra grande pittura contemporanea, installazioni e fotografia, ecco una selezione dei prossimi appuntamenti.

Mark Tobey. Luce Filante. Fino al 10 settembre alla Collezione Peggy Guggenheim
 

C’è tutta l’eternità degli spazi cosmici negli arabeschi di linee di Mark Tobley, guru dell’Espressionismo Astratto statunitense. Dai primissimi esperimenti degli anni Venti agli anni Settanta, circa 70 opere raccontano un percorso profetico e personalissimo, che intreccia la spiritualità e la tradizione calligrafica dell’Estremo Oriente con l’osservazione della natura, della città e della luce.
Anticipando innovazioni stilistiche che porteranno alla ribalta colleghi come Jackson Pollock, Tobey sceglie una dimensione più intima, che si esprime soprattutto in lavori di piccole dimensioni, preziosi come ricami.

Intuition. Dal 13 maggio al 26 novembre a Palazzo Fortuny

Un lampo improvviso, che fuori da ogni logica e spiegazione apre la mente a immagini, suoni, conoscenze inusitate: è l’intuizione, da secoli compagna dell’arte e protagonista di un viaggio nell’ineffabile lungo le sale di Palazzo Fortuny.
Dalle estasi mistiche e dalle esperienze del divino che permeano l’arte antica, fino ad autori contemporanei come Marina Abramovich o Anish Kapoor. A scandire il cammino, le illuminazioni dei Romantici, la sensibilità unica di Klee e di Kandinskij, gli incontri con l’inconscio dei Surrealisti, la libertà degli anni Sessanta in un’effervescente galassia di gruppi e movimenti.
Ma l’intuizione non ha mai fine: le installazioni di otto artisti contemporanei, come Kimsooja, Kurt Ralske, Berlinde De Bruyckere, Gilles Delmas, dialogheranno con le creazioni del passato, mentre il pubblico sarà invitato a interagire con le rappresentazioni legate al sogno, alla telepatia, all’ipnosi fornite da quattro talenti emergenti.

Shirin Neshat. The Home of My Eyes. Dal 13 maggio al 26 novembre al Museo Correr

Politica ed emozioni si fondono in “un arazzo di volti umani” grazie alla sensibilità dell’iraniana Shirin Neshat. Fotografie, installazioni e video presentati per la prima volta in Europa esplorano i concetti di casa e di identità, incrociando culture e generazioni diverse.
Un’indagine sul mondo che cambia condotta con spiccata attitudine psicologica, a partire da ritratti realizzati in Azerbaijan, mosaico di etnie e religioni legate nell’installazione dal filo rosso dell’appartenenza.
Il video Roja si concentra invece sull’esperienza dello spostamento e del rapporto con lo “straniero”, sviscerandone lucidamente retroscena e ambivalenze.

Philip Guston and The Poets. Dal 10 maggio al 3 settembre alle Gallerie dell’Accademia

Approda per la prima volta a Venezia uno dei più grandi pittori americani, per un’importante retrospettiva che ne ripercorre l’opera da cima a fondo, con il contrappunto dei poeti che lo ispirarono.
Cinquanta capolavori dipinti e 25 disegni, raggruppati per nuclei tematici, acquistano nuove risonanze affiancati alle parole di D.H. Lawrence, W. B. Yeats, Wallace Stevens, Eugenio Montale e Thomas S. Eliot, evidenziando i processi creativi alla base della “consapevolezza visionaria” di Guston.

In primo piano l’enorme ascendente esercitato dall’Italia sull’artista. Saranno in mostra le opere figurative un tempo ingiustamente liquidate come “cartoon”, che invece sfoggiano un’approfondita conoscenza di maestri come Masaccio, Giotto, Tiepolo, De Chirico. In più, dipinti ispirati al Rinascimento, paesaggi e vedute dedicate a Roma, riferimenti ai film di Federico Fellini.
 FOTO: Philip Guston and The Poets
Douglas Gordon. Gente di Palermo. Dal 13 maggio al 24 novembre a Palazzo Ducale

Mentre è ancora in corso la grande mostra su Hieronymus Bosch, Palazzo Ducale presenta in anteprima mondiale una suggestiva videoinstallazione del grande visual artist scozzese.

Girata all’interno della Cripta dei Cappuccini di Palermo, l’opera gioca sul tema del doppio e sulla contrapposizione fra categorie opposte. Vita e morte si rincorrono nel macabro cimitero siciliano, dove vecchi cadaveri imbalsamati sono esposti al pubblico in ordine di età e classe sociale.
A scompaginare i piani, un palloncino a forma di delfino, che svolazza indisturbato tra le mummie dei bambini: memento della caducità della vita, ma anche piccola, ironica rivincita.
 
Cinque mostre alla Fondazione Querini Stampalia

Al via una stagione densa di eventi per la Fondazione Querini Stampalia, a partire dal 9 maggio.
In primo piano i progetti site specific di Giovanni Anselmo ed Elisabetta Di Maggio (10 maggio-24 settembre), due artisti di generazioni e sensibilità differenti che si confrontano con il tema del tempo, all’interno del programma “Conservare il futuro”, il programma di ricerca della Fondazione sulle nuove modalità di esposizione e fruizione museale.
Lentissimo e costante, quasi geologico, il tempo di Anselmo, che reinterpreta lo spazio liberando l’energia insita in materie come plexiglas e granito. Fluida e trasformativa la temporalità della Di Maggio, che riconnette passato e presente aprendo la porta della camera da letto della famiglia Stampalia e trasformandola in una wunderkammern contemporanea. La storia della casa e il vissuto dell’artista si sovrappongono, in un’inedita mescolanza tra oggetti, vicende e soggettività diverse.

Da non perdere, la poetica opera video multicanale La Casa della Vita di Hadassa Goldvicht (9 maggio-26 novembre), sul tema della memoria, e l’allestimento di Maria Morganti per la caffetteria (Svolgimento di un quadro, 10 maggio-31 dicembre), dove i colori più brillanti fuoriescono da un dipinto per prendere corpo in un’avvolgente installazione tessile.

Infine Antipode (9-13 maggio) dilata le frontiere del jewel design nel dialogo tra la street artist Maria Bruno aka Sister Flash e l’alta gioielleria di Paola Brussino. In mostra il prestigioso Lilac Ti 22, rarissimo diamante lilla montato su un anello in titanio, testimone di un viaggio unico nelle profondità della terra.

Marzia Migliora. Velme. Dal 13 maggio al 26 novembre al Museo di Ca’ Rezzonico

Marzia Migliora riscrive gli storici ambienti di Ca’ Rezzonico in un originale allestimento. Opere custodite dal museo, come Il Rinoceronte di Pietro Longhi, l’affresco del Mondo Novo di Gian Domenico Tiepolo e lo stesso stemma del potente casato veneziano, diventano frasi e allegorie di un nuovo testo, che allude in cinque installazioni alla precarietà di preziose risorse umane e naturali.

Dal portego de mezo al Salone e alla Sala del Brustolon, con le loro verità gli oggetti di Ca’ Rezzonico sono come le velme, porzioni di fondale che a Venezia riaffiorano con la bassa marea: ricchezze sommerse da non perdere d’occhio, il cui valore è insieme oscuro e fondamentale.

Vedi anche:
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Philip Guston and The Poets



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