Viterbo - "Dobbiamo fare di tutto per conservare e valorizzare Civita di Bagnoregio e la Valle dei Calanchi". L’appello arriva dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che con il 'Progetto ABC - Arte Bellezza Cultura', risveglia l’attenzione sull’aggressione degli agenti atmosferici e sugli effetti dell’incuria che minacciano l’integrità del borgo di origine etrusca e del paesaggio millenario che lo circonda.

L’orecchio a cui si cerca di trasmettere il messaggio è quello dell’UNESCO che con la sua egida potrebbe garantire la salvaguardia e il possibile sviluppo di questo gioiello del Lazio frequentato annualmente da circa 450mila turisti.

Le frane che negli ultimi mesi hanno assediato i perimetri della “città che muore” hanno sollevato l’asticella dell’allarme spingendo all’azione nomi illustri del mondo della politica, dell’arte, delle scienze, della cultura come Giorgio Napolitano, Bernardo Bertolucci, Andrea Camilleri, Dante Ferretti, Dario Fo, Massimo Cacciari, Dacia Maraini, Nicola Piovani, Eugenio Scalfari, Ettore Scola, Folco Terzani, Giuseppe Tornatore, Oliviero Toscani, Mario Tozzi, Umberto Veronesi, Ennio Morricone che hanno firmato l’appello per iscrivere Civita nel Patrimonio dell’Umanità.

Anche il ministero dei Beni e delle Attività culturali reagisce diramando una lettera di incoraggiamento alla causa firmata da Dario Franceschini: "Ognuno di noi, nel pieno rispetto delle proprie prerogative e competenze, è chiamato a impegnarsi per far sì che questo luogo carico di storia non solo venga preservato, ma sia occasione di crescita e benessere per tutti". Nel messaggio l'impegno per la valorizzazione e la difesa di questo gioiello si estende al patrimonio diffuso che è "parte integrante della nostra identità e possibile volano dello sviluppo sostenibile della comunità”.

Intanto qualcosa si smuove e nell'agenda del borgo vengono segnati due appuntamenti: la giornata della salvaguardia (19 giugno) e il meeting internazionale d'animazione "La città incantata" (dal 10 al 12 luglio), primi timidi segnali di ancoraggio a terra di un luogo che appare sempre più sospeso nello spazio.