A Roma fino al 9 febbraio
"C'era una volta". Alla Galleria Borghese un percorso svela un tesoro nascosto
Galleria Borghese, Sala di Apollo e Dafne | Courtesy Galleria Borghese
Samantha De Martin
03/01/2024
Roma - C’era una volta...dipinta. Era stato il principe Marcantonio IV Borghese, intorno al 1770, nell’ambito dello straordinario lavoro di riqualificazione della villa, a promuovere la radicale ristrutturazione dell'edificio e l'aggiornamento della decorazione interna della raffinata Villa Pinciana costruita a partire dal 1607 intorno a un iniziale possedimento della famiglia senese.
L'incarico era stato affidato al talentuoso architetto Antonio Asprucci, uno dei primi a introdurre a Roma il Neoclassicismo come stile architettonico. Ad affiancarlo fu chiamata una rinomata equipe di artisti italiani e stranieri come Gavin Hamilton, Tommaso Conca, Mariano Rossi, il quadraturista Giova Battista Marchetti.
Le pareti di Villa Borghese si rivestirono presto di policromie a stucchi, i raffinati camini seicenteschi furono sostituiti con altri detti "alla francese", addossati al muro e ornati di materiali preziosi, mentre le volte furono abbellite con eleganti quadrature architettoniche, con preziose cornici a stucco e quadri con soggetti in stretto dialogo con il capolavoro posto al centro.
Galleria Borghese, Sala della Paolina | Courtesy Galleria Borghese
Lo straordinario ciclo decorativo delle volte assumeva un carattere descrittivo finalizzato a esaltare la famiglia senese dei Borghese e le sue antiche origini, dal mitico eroe romano Marcus Furius Camillus ai Borghese dell'epoca.
Adesso questo tesoro "nascosto" fra le sale di Villa Borghese, tra le magnifiche volte decorate delle prime tre sale, si potrà ammirare con il naso all’insù grazie a un percorso di approfondimento intitolato C'era una volta, condotto dal personale della Galleria Borghese e dedicato al ciclo delle volte dipinte.
La Sala I ospita la statua-ritratto di Paolina Borghese Bonaparte nelle vesti di Venere vincitrice di Antonio Canova, opera che trova corrispondenza tra i dipinti della volta dedicati alle Storie di Venere e di Enea, eseguiti da Domenico de Angelis nel 1779.
Denominata “Stanza del Sole“ per la presenza, al centro della volta, della Caduta di Fetonte, episodio narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, realizzato tra il 1775 e il 1777 da Francesco Caccianiga, la Sala 2 accoglie il David di Gian Lorenzo Bernini.
I quattro medaglioni a metà dei lati, opere di Gioacchino Agricola, rappresentano invece le conseguenze di tale azione. Se ad Agricola si devono anche le figure dei putti e dei soggetti nudi, le quadrature prospettiche spettano a Giovanni Battista Marchetti.
Una sala affrescata della Galleria Borghese | Courtesy Galleria Borghese
Il gruppo di Apollo e Dafne realizzato da Gian Lorenzo Bernini è infine al centro della Sala 3, decorata su progetto di Antonio Asprucci tra il 1780 e il 1785. Il pubblico potrà ammirare, dipinto al centro della volta, Amore che colpisce Apollo con la freccia della passione amorosa, mentre Dafne è colpita da un’altra di segno contrario, strettamente legato al celebre gruppo berniniano di Apollo e Dafne.
Se Pietro Angeletti firma le allegorie delle Stagioni, dipinte a monocromo dentro finte nicchie, le quadrature prospettiche della volta, composte da nicchie a grisaille tra telamoni e cariatidi, sono frutto dell'estro di Giovanni Battista Marchetti.
Il percorso, della durata di circa 40 minuti, prevede la visita unicamente delle sale I, II e III e si può effettuare gratuitamente, con prenotazione obbligatoria al numero 06 67233755.
Le visite si svolgeranno dal martedì al venerdì. L'appuntamento è alle 11.30 presso il banco informazioni del museo, situato accanto alla biglietteria.
L'incarico era stato affidato al talentuoso architetto Antonio Asprucci, uno dei primi a introdurre a Roma il Neoclassicismo come stile architettonico. Ad affiancarlo fu chiamata una rinomata equipe di artisti italiani e stranieri come Gavin Hamilton, Tommaso Conca, Mariano Rossi, il quadraturista Giova Battista Marchetti.
Le pareti di Villa Borghese si rivestirono presto di policromie a stucchi, i raffinati camini seicenteschi furono sostituiti con altri detti "alla francese", addossati al muro e ornati di materiali preziosi, mentre le volte furono abbellite con eleganti quadrature architettoniche, con preziose cornici a stucco e quadri con soggetti in stretto dialogo con il capolavoro posto al centro.
Galleria Borghese, Sala della Paolina | Courtesy Galleria Borghese
Lo straordinario ciclo decorativo delle volte assumeva un carattere descrittivo finalizzato a esaltare la famiglia senese dei Borghese e le sue antiche origini, dal mitico eroe romano Marcus Furius Camillus ai Borghese dell'epoca.
Adesso questo tesoro "nascosto" fra le sale di Villa Borghese, tra le magnifiche volte decorate delle prime tre sale, si potrà ammirare con il naso all’insù grazie a un percorso di approfondimento intitolato C'era una volta, condotto dal personale della Galleria Borghese e dedicato al ciclo delle volte dipinte.
La Sala I ospita la statua-ritratto di Paolina Borghese Bonaparte nelle vesti di Venere vincitrice di Antonio Canova, opera che trova corrispondenza tra i dipinti della volta dedicati alle Storie di Venere e di Enea, eseguiti da Domenico de Angelis nel 1779.
Denominata “Stanza del Sole“ per la presenza, al centro della volta, della Caduta di Fetonte, episodio narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, realizzato tra il 1775 e il 1777 da Francesco Caccianiga, la Sala 2 accoglie il David di Gian Lorenzo Bernini.
I quattro medaglioni a metà dei lati, opere di Gioacchino Agricola, rappresentano invece le conseguenze di tale azione. Se ad Agricola si devono anche le figure dei putti e dei soggetti nudi, le quadrature prospettiche spettano a Giovanni Battista Marchetti.
Una sala affrescata della Galleria Borghese | Courtesy Galleria Borghese
Il gruppo di Apollo e Dafne realizzato da Gian Lorenzo Bernini è infine al centro della Sala 3, decorata su progetto di Antonio Asprucci tra il 1780 e il 1785. Il pubblico potrà ammirare, dipinto al centro della volta, Amore che colpisce Apollo con la freccia della passione amorosa, mentre Dafne è colpita da un’altra di segno contrario, strettamente legato al celebre gruppo berniniano di Apollo e Dafne.
Se Pietro Angeletti firma le allegorie delle Stagioni, dipinte a monocromo dentro finte nicchie, le quadrature prospettiche della volta, composte da nicchie a grisaille tra telamoni e cariatidi, sono frutto dell'estro di Giovanni Battista Marchetti.
Il percorso, della durata di circa 40 minuti, prevede la visita unicamente delle sale I, II e III e si può effettuare gratuitamente, con prenotazione obbligatoria al numero 06 67233755.
Le visite si svolgeranno dal martedì al venerdì. L'appuntamento è alle 11.30 presso il banco informazioni del museo, situato accanto alla biglietteria.
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