Banksy From the street to the Museum
Dal 29 Marzo 2019 al 07 Luglio 2019
Osimo | Ancona
Luogo: Palazzo Campana
Indirizzo: Piazza Dante Alighieri 4
Orari: Mar - Ven 10 - 13 / 16 - 19 | Prefestivi e festivi 10 - 13 / 15 - 20 | Lun chiuso | Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Curatori: Gianluca Marziani, Stefano Antonelli
Enti promotori:
- Comune di Osimo
- in collaborazione con:
- Associazione MetaMorfosi
- Istituto Campana
- Fondazione Don Carlo Grillantini
- Azienda Speciale A.S.S.O.
Costo del biglietto: Intero 8 € | Ridotto 6 € Per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 anni, titolari di apposite convenzioni, studenti universitari con tesserino, residenti in Osimo, visitatori con biglietto delle Grotte di Osimo | Speciale 4 € Per scolaresche delle scuole primarie e secondarie, bambini dai 6 ai 14 anni | Speciale famiglia 20 €
Telefono per informazioni: 071 7236088 | 800 228800
E-Mail info: iat@osimoturismo.it
Sito ufficiale: http://www.ticketone.it
Dal 29 marzo al 7 luglio 2019 a Palazzo Campana, Osimo, si terrà la mostra From the street to the Museum, dedicata allo street artist Banksy, a cura di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli. La mostra è organizzata dal Comune di Osimo, in collaborazione con l’Associazione MetaMorfosi, l'Istituto Campana, la Fondazione Don Carlo Grillantini e l’Azienda Speciale A.S.S.O.
L’esposizione si inserisce nel ricco calendario di mostre promosse in questi anni dall’amministrazione comunale, tra cui Da Rubens a Maratta (2013), Lotto, Artemisia, Guercino. Le Stanze segrete di Vittorio Sgarbi (2016), Capolavori Sibillini. L'arte dei luoghi feriti dal sisma (2017), e Giorgio de Chirico e la Neometafisica (2018), con l’intento di proporre al pubblico una mostra d’arte “strettamente” contemporanea, con l’esplicito obiettivo di volgere l’attenzione e soprattutto coinvolgere e stimolare le giovani generazioni.
In mostra 30 immagini, selezionate tra quelle che ne hanno decretato il successo planetario, dedicate ai temi del capitalismo, della guerra e del controllo sociale, immagini che mettonono in scena le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo. Tra queste la serigrafia che raffigura una delle sue immagini più famose, quella della bambina con un palloncino rosso in mano (Balloon Girl).
La scelta artistica di Banksy è ben rappresentata dalle parole dei due curatori Gianluca Marziani e Stefano Antonelli.
Marziani sintetizza così “Banksy, come fosse un Umberto Eco che ha scelto la strada al posto delle aule universitarie, somatizza le molteplici contraddizioni semantiche del nostro tempo. In un’epoca dove analogico e digitale convivono per ovvie ragioni, dove la tecnologia velocizza i tempi ma cambia i parametri vitali, dove la Democrazia traballa in mille modi, in un mondo del genere ecco un autore che fa implodere i codici del narcisismo (la peggior patologia collettiva dei nostri giorni), restando invisibile ma lavorando su strade e luoghi pubblici, sgretolando con ironia i poteri forti, inventando icone urbane che somatizzano i nodi lampanti di questo millennio”.
Antonelli, invece, scrive “Sostiene Alvin Gouldner che libri e i giornali hanno favorito la nascita delle ideologie, ovvero la nascita di un discorso razionale sulle idee. Radio, Tv e Cinema, invece, hanno avviato il declino di questo discorso, trasportando lo spazio di elaborazione dal simbolismo concettuale del leggere al simbolismo iconico del guardare. In questa prospettiva Banksy avvia la sua produzione che sfrutta il potere persuasivo, pedagogico, propedeutico, critico ed ermeneutico dell’immagine per attivare un pensiero critico e popolare da lui stesso definito “entry-level”. Il lavoro dell’artista sembra entrare in tensione sul piano polarizzato sul quale opporre immagini di produzione artigianale (B. Groys) al flusso soverchiante di immagini industriali (la pubblicità), utilizzando la cifra del “détournement” situazionista, attraverso un potente strato di tipico “british humor”, pratica che lui stesso battezzerà come Brandalism”.
L’esposizione sarà arricchita da un’ infografica sulla cronologia dell’artista, ampie schede storiche sulle opere con documentazione fotografica, testi a muro con sue citazioni da libri, i “black books” originali, poster originali di sue mostre, banconote contraffatte, palloncini I am an imbecile usati a Dismaland e alcuni video.
L’artista
Originario di Bristol, genericamente inquadrato nei confini della Street Art, Banksy rappresenta il più grande caso di popolarità per un artista vivente dai tempi di Andy Warhol. Tra il 2002 e il 2009 pubblica 46 immagini su carta che vende tramite la sua “print house” Pictures On Walls in Commercial Rd. (Londra). Si tratta di immagini che riproducono alcuni tra i suoi famosi interventi stradali, documentando opere che sono diventate “affreschi popolari” ma che spesso sono state rimosse o rubate o semplicemente consumate dal tempo. Da sempre l’artista preferisce la diffusione orizzontale di immagini rispetto alla creazione di oggetti unici. Una lezione mutuata da Andy Warhol con il suo approccio seriale e l’uso metodico della serigrafia. A conferma di un legame quasi ereditario arriva, nel 2007, la mostra londinese Warhol vs Banksy al The Hospital in Covent Garden, prodotta da Banksy in persona. Come è stato ribadito da molte firme internazionali, Banksy rappresenta la miglior evoluzione della Pop Art originaria, l’unico che ha fuso assieme la moltiplicazione seriale, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e gli approcci del tempo digitale.
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