Dal 1° novembre due nuovi spazi si aggiungono alle 19 domus del percorso di visita
A Pompei riaprono la Casa dei Ceii e i Praedia di Giulia Felice
Praedia di Giulia Felice. Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Francesca Grego
31/10/2018
Napoli - Due suggestive dimore pompeiane riaprono i battenti il 1° novembre: si tratta della Casa dei Ceii, nota per le scene di caccia e le pitture di ispirazione egizia che ne adornano le mura, e dei Praedia di Giulia Felice, grande complesso residenziale dotato di eleganti decorazioni, spazi verdi e lussuose terme private.
Importanti interventi di riqualificazione e regimentazione delle acque piovane, eseguiti nell’ambito del progetto “Italia per Pompei” finanziato con fondi europei, hanno rimesso a nuovo entrambe le domus, i cui intonaci decorati e pavimenti di pregio erano ormai a rischio. La prima era chiusa da molti anni, la seconda era stata resa accessibile solo parzialmente dai restauri del Grande Progetto Pompei.
Durante il ponte del 1° novembre i visitatori potranno ammirarle insieme alle altre 19 dimore del Parco Archeologico pompeiano. Scopriamole in anteprima.
La Casa dei Ceii
Lucius Ceius Secundus, proprietario di questa raffinata abitazione, doveva avere un interesse speciale per il mondo egizio e per il culto della dea Iside, diffuso nella Roma imperiale e nella città vesuviana nei suoi ultimi anni di vita. Guardando le pareti del giardino della Casa dei Ceii, ci si immerge infatti nei paesaggi del Delta del Nilo: pigmei e animali esotici popolano pitture murali che stupiscono per il potere evocativo e dilatano illusionisticamente lo spazio.
Ma l’attrazione principale della domus è la decorazione della parete centrale, una grande scena di caccia con animali selvatici che sarà presto al centro di un intervento di restauro realizzato sotto gli occhi del pubblico.
I patiti delle tecniche antiche potranno ammirare anche una vasca costruita con frammenti di anfore: un procedimento che arriva dalla Grecia e che a Pompei trova un parallelo solo nella Domus della Caccia Antica. L’interno della Casa dei Ceii, invece, sarà presto allestito con l’arredamento originario, all’interno del quale spiccano un grande tavolo in marmo e una macina domestica.
I Praedia di Giulia Felice
Una casa ad atrio, un grande giardino, un quartiere termale riccamente decorato e un vasto parco fanno del complesso di Giulia Felice una sontuosa villa urbana. Il nome della sua proprietaria ci è noto grazie al ritrovamento di un’iscrizione dipinta (ora al MANN di Napoli) con cui la signora pompeiana annunciava la locazione di parte dell’edificio.
Scoperta nell’Ottocento e portata integralmente alla luce solo negli anni Cinquanta del XX secolo, la ricca dimora porta i segni del disastroso terremoto che nel 62 d.C. colpì l’area vesuviana. Ed è probabilmente a causa dei danni del sisma che l’apparato decorativo dei Praedia fu completamente rinnovato: da non perdere, il triclinio estivo – la sala da pranzo degli antichi romani – aperto sul portico e rivestito a mo’ di grotta, che intorno ai letti usati per i banchetti presentava suggestivi giochi d’acqua. Il giardino attraversato da un lungo canale era invece allestito come spazio destinato ai rituali sacri in stretta armonia con la natura.
Vedi anche:
• A Pompei riaffiora un misterioso “giardino incantato”
• Roma: dopo 15 anni riaprono i Mausolei di Saxa Rubra
• Dal Vesuvio alla Cina, il viaggio di Pompei
• Foto: Egitto Pompei. Un ponte tra antiche civiltà
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Durante il ponte del 1° novembre i visitatori potranno ammirarle insieme alle altre 19 dimore del Parco Archeologico pompeiano. Scopriamole in anteprima.
La Casa dei Ceii
Lucius Ceius Secundus, proprietario di questa raffinata abitazione, doveva avere un interesse speciale per il mondo egizio e per il culto della dea Iside, diffuso nella Roma imperiale e nella città vesuviana nei suoi ultimi anni di vita. Guardando le pareti del giardino della Casa dei Ceii, ci si immerge infatti nei paesaggi del Delta del Nilo: pigmei e animali esotici popolano pitture murali che stupiscono per il potere evocativo e dilatano illusionisticamente lo spazio.
Ma l’attrazione principale della domus è la decorazione della parete centrale, una grande scena di caccia con animali selvatici che sarà presto al centro di un intervento di restauro realizzato sotto gli occhi del pubblico.
I patiti delle tecniche antiche potranno ammirare anche una vasca costruita con frammenti di anfore: un procedimento che arriva dalla Grecia e che a Pompei trova un parallelo solo nella Domus della Caccia Antica. L’interno della Casa dei Ceii, invece, sarà presto allestito con l’arredamento originario, all’interno del quale spiccano un grande tavolo in marmo e una macina domestica.
I Praedia di Giulia Felice
Una casa ad atrio, un grande giardino, un quartiere termale riccamente decorato e un vasto parco fanno del complesso di Giulia Felice una sontuosa villa urbana. Il nome della sua proprietaria ci è noto grazie al ritrovamento di un’iscrizione dipinta (ora al MANN di Napoli) con cui la signora pompeiana annunciava la locazione di parte dell’edificio.
Scoperta nell’Ottocento e portata integralmente alla luce solo negli anni Cinquanta del XX secolo, la ricca dimora porta i segni del disastroso terremoto che nel 62 d.C. colpì l’area vesuviana. Ed è probabilmente a causa dei danni del sisma che l’apparato decorativo dei Praedia fu completamente rinnovato: da non perdere, il triclinio estivo – la sala da pranzo degli antichi romani – aperto sul portico e rivestito a mo’ di grotta, che intorno ai letti usati per i banchetti presentava suggestivi giochi d’acqua. Il giardino attraversato da un lungo canale era invece allestito come spazio destinato ai rituali sacri in stretta armonia con la natura.
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