L'arte dello scatto in mostra in zona gialla
Dalle Radici di Josef Koudelka a Robert Capa a colori: sei appuntamenti con la fotografia d'autore
Amman, Giordania, 2012 © Josef Koudelka / Magnum Photos
Samantha De Martin
02/02/2021
Le dita di un’enorme mano scolpita in pietra (e immortalata con uno scatto da Josef Koudelka) emerge dal Tempio di Ercole ad Amman come a voler frugare tra le radici di un popolo la cui cultura il tempo non ha scalfito.
Non c’è solo il grande fotografo ceco, in mostra a Roma per la sua unica tappa in Italia, nel calendario di appuntamenti dedicati all’arte dello scatto.
Mentre la maggior parte delle regioni si fanno gialle dando il via alla festosa riapertura dei luoghi dell'arte, la fotografia si insinua nelle sale dei musei, proponendo un’agenda diversificata di appuntamenti con i maestri dello scatto.
E se a Torino maghi, artisti, pagliacci e saltimbanchi ci introducono alle scenografie fiabesche e surreali di Paolo Ventura, a Senigallia il realismo magico di Mario Giacomelli torna a catturare gli appassionati, in una mostra permanente che ne ripercorre la carriera.
In attesa del grande appuntamento con Fotografia Europea che, dal 21 maggio si prepara ad accogliere, a Reggio Emilia, maestri affermati e talenti emergenti, ecco, da Roma a Torino, sei appuntamenti con la fotografia da non perdere.
• A Roma fino al 16 maggio l’unica tappa in Italia di Josef Koudelka
“Le rovine non sono il passato, sono il futuro che ci invita all’attenzione e a godere del presente”. Sono le parole del fotografo ceco a introdurre il visitatore dell’Ara Pacis al percorso Josef Koudelka. Radici. Evidenza della storia, enigma della bellezza, in corso a Roma fino al prossimo 16 maggio.
Josef Koudelka, Radici, Roma, Museo dell'Ara Pacis | Courtesy Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzato, nella sua unica tappa italiana, da Contrasto e Zètema Progetto Cultura, con la collaborazione di Villa Medici. Académie de France à Rome e Centro Ceco, il viaggio in bianco e nero del fotografo - che nel 1968 ha documentato l’invasione di Praga da parte delle truppe sovietiche, per poi scegliere la via dell’esilio - è racchiuso in cento immagini panoramiche spettacolari. Un lavoro frutto di un progetto durato trent’anni, e realizzato esplorando alcuni dei più rappresentativi siti archeologici del Mediterraneo, dalla Siria alla Grecia, dal Libano all’Egitto, dal Marocco alla Francia, senza trascurare l’Italia, ci accompagna in un’inedita e personalissima riflessione sull’antico, sul paesaggio e quella bellezza che “suscita e nutre il pensiero”.
Esposte in stretto dialogo con uno dei monumenti più significativi di Roma, l’Ara Pacis, le fotografie di Koudelka acquistano il valore di immagini memorabili, in un rapporto intenso di rimandi e di echi di una memoria che nella città eterna, più che altrove, diventa presente.
• A Torino con Paolo Ventura in attesa di Horst P. Horst, Lisette Model e Walter Niedermayr
Risaliamo la penisola vestita di giallo puntando verso Torino. Al Centro Italiano per la Fotografia ci sarà tempo fino al 28 febbraio per tuffarsi tra le storie fiabesche di Paolo Ventura. Carousel scava un percorso nell’eclettica carriera del fotografo che, a partire dalle sue prime opere, coniuga una grande capacità manuale con una visione poetica del mondo.
Ma il museo torinese - che ha salutato la riapertura con una tariffa speciale d'ingresso a 1 euro valida per i visitatori dai 13 ai 26 anni, nelle settimane di apertura, a febbraio - accoglie anche opere inedite appartenenti alla serie War and Flowers. A questi lavori - che si sommano alle oltre 200 fotografie e 150 maquette - l’artista ha lavorato proprio nelle recenti settimane. Tornado a visitare la mostra, inaugurata lo scorso settembre e poi sospesa, si avrà l'opportunità di scoprire un nuovo nucleo di opere.
Durante il lockdown trascorso nel borgo di Anghiari, Ventura si è dedicato, con gli unici strumenti che aveva a disposizione, alla creazione di un diario visivo della quarantena nel quale la fotografia cede il posto alla pittura. Il risultato? Lo scopriremo in mostra.
Paolo Ventura, Monza, Da G.R. Grazia Ricevuta, 2020 | Foto: © Paolo Ventura
Dal 4 marzo Camera punta sul format "CAMERA doppia" con le personali di Horst P. Horst e Lisette Model, indiscutibile genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei. Dal 23 giugno, spazio invece a Walter Niedermayr, fra i più importanti fotografi italiani contemporanei, mentre dal 30 settembre, in concomitanza con le ATP Finals a Torino, Camera propone un nucleo di immagini del fotoreporter britannico Martin Parr dedicate al tennis.
• Robert Capa a colori ai Musei Reali di Torino fino al 30 maggio
Nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione di Robert Capa al Centro Internazionale di Fotografia di New York, per presentare al pubblico un aspetto decisamente meno conosciuto della carriera del maestro, la mostra illustra l’approccio dell’artista verso i nuovi mezzi fotografici. I lavori realizzati tra gli anni ‘40 e ‘50 del Novecento accolgono il colore in una mostra che conta oltre 150 immagini, ma anche lettere personali e appunti.
Robert Capa, Capucine, modella e attrice francese al balcone, Roma, agosto 1951 (© Robert Capa / International Center of Photography/Magnum Photos)
• Senigallia riparte da Giacomelli e dal Gruppo Misa
Per salutare la ripartenza, Palazzo del Duca che, a Senigallia, ospita l’esposizione permanente Il realismo magico di Mario Giacomelli, offre, per tutto il mese di febbraio, ogni giovedì alle 18.30, una visita guidata gratuita alla mostra in compagnia di Simone Giacomelli, figlio dell'artista senigalliese.
Nella Città della Fotografia, la personalità di Giacomelli, maestro fortemente radicato alla sua terra, si intreccia all’attività del “laboratorio senigalliese” di fotografia che fu il Gruppo Misa, fondato da Giuseppe Cavalli nel 1954 al quale aderì per un breve periodo anche il giovane e curioso fotografo.
A una manciata di passi da Palazzo del Duca, Palazzetto Baviera accoglie fino al 30 maggio la mostra temporanea Le realtà del Sogno, dedicata al Gruppo Misa, con lavori selezionati di Giacomelli, Ferroni e Cavalli, provenienti dalle Civiche raccolte, accanto a quelli di discepoli ed epigoni che hanno dato vita al Gruppo.
• Fino al 28 febbraio il Vuoto di Jacopo Benassi al Centro Pecci di Prato
Per la sua prima personale in un museo, Jacopo Benassi offre al pubblico un viaggio lungo tutta la sua carriera, iniziata 25 anni fa. Dallo studio dell’artista, parzialmente ricreato in mostra, passando per le sale del Centro Pecci, dove vengono esposti alcuni dei suoi progetti più significativi, il percorso dedicato al fotografo si allarga alla città di Prato, attraverso un progetto site specific di affissioni dislocate nello spazio urbano.
Ci sarà tempo fino al prossimo 28 febbraio per esplorare l’umanità a più voci che popola l’universo di Benassi, e che dalla cultura underground e musicale internazionale si allarga al mondo del cinema, con il corteo di modelle, attrici, stilisti, che affollano alcune importanti riviste italiane.
Il titolo della mostra, “Vuoto” è un atto di apertura verso l’esterno che costituisce un punto zero, e, al tempo stesso, una possibile rinascita, nella carriera dell’artista. Allude a uno “svuotarsi”, inteso come percorso di autoesposizione pubblica. Nella mostra Benassi si concede interamente allo spettatore, consegnando il suo studio, i suoi strumenti, il panorama creativo che l’accompagna nella gestazione del lavoro, l’insieme degli scatti che danno vita ad un’indagine decennale sui temi dell’identità e del lavoro.
Jacopo Benassi, Pogo, 2018 (© Jacopo Benassi)
• I “Ritratti sulla soglia” di Francesca Cesari al MAMbo
Limen come "soglia", passaggio tra due diversi spazi verso qualcosa di percepito ancora come sconosciuto. Parte da questo significato il progetto fotografico di Francesca Cesari, ospitato fino al 6 aprile al dipartimento educativo del MAMbo di Bologna. In questo viaggio alla scoperta di un’affascinante terra di mezzo, un’età ambigua, in bilico tra la tarda infanzia e l'adolescenza, portatrice di grandi e piccole rivoluzioni che condurranno alla metamorfosi del proprio aspetto esteriore, ragazze e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni si muovono con i loro volti e i corpi osservati nello spazio esterno alla luce naturale del giorno. Sono i protagonisti della mostra Liminal. Ritratti sulla soglia nella quale Francesca Cesari lascia trapelare una diversa e più matura consapevolezza di giovani adulti, in cammino ciascuno verso la propria identità.
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E se a Torino maghi, artisti, pagliacci e saltimbanchi ci introducono alle scenografie fiabesche e surreali di Paolo Ventura, a Senigallia il realismo magico di Mario Giacomelli torna a catturare gli appassionati, in una mostra permanente che ne ripercorre la carriera.
In attesa del grande appuntamento con Fotografia Europea che, dal 21 maggio si prepara ad accogliere, a Reggio Emilia, maestri affermati e talenti emergenti, ecco, da Roma a Torino, sei appuntamenti con la fotografia da non perdere.
• A Roma fino al 16 maggio l’unica tappa in Italia di Josef Koudelka
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Josef Koudelka, Radici, Roma, Museo dell'Ara Pacis | Courtesy Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
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Esposte in stretto dialogo con uno dei monumenti più significativi di Roma, l’Ara Pacis, le fotografie di Koudelka acquistano il valore di immagini memorabili, in un rapporto intenso di rimandi e di echi di una memoria che nella città eterna, più che altrove, diventa presente.
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Ma il museo torinese - che ha salutato la riapertura con una tariffa speciale d'ingresso a 1 euro valida per i visitatori dai 13 ai 26 anni, nelle settimane di apertura, a febbraio - accoglie anche opere inedite appartenenti alla serie War and Flowers. A questi lavori - che si sommano alle oltre 200 fotografie e 150 maquette - l’artista ha lavorato proprio nelle recenti settimane. Tornado a visitare la mostra, inaugurata lo scorso settembre e poi sospesa, si avrà l'opportunità di scoprire un nuovo nucleo di opere.
Durante il lockdown trascorso nel borgo di Anghiari, Ventura si è dedicato, con gli unici strumenti che aveva a disposizione, alla creazione di un diario visivo della quarantena nel quale la fotografia cede il posto alla pittura. Il risultato? Lo scopriremo in mostra.
Paolo Ventura, Monza, Da G.R. Grazia Ricevuta, 2020 | Foto: © Paolo Ventura
Dal 4 marzo Camera punta sul format "CAMERA doppia" con le personali di Horst P. Horst e Lisette Model, indiscutibile genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei. Dal 23 giugno, spazio invece a Walter Niedermayr, fra i più importanti fotografi italiani contemporanei, mentre dal 30 settembre, in concomitanza con le ATP Finals a Torino, Camera propone un nucleo di immagini del fotoreporter britannico Martin Parr dedicate al tennis.
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Nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione di Robert Capa al Centro Internazionale di Fotografia di New York, per presentare al pubblico un aspetto decisamente meno conosciuto della carriera del maestro, la mostra illustra l’approccio dell’artista verso i nuovi mezzi fotografici. I lavori realizzati tra gli anni ‘40 e ‘50 del Novecento accolgono il colore in una mostra che conta oltre 150 immagini, ma anche lettere personali e appunti.
Robert Capa, Capucine, modella e attrice francese al balcone, Roma, agosto 1951 (© Robert Capa / International Center of Photography/Magnum Photos)
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Nella Città della Fotografia, la personalità di Giacomelli, maestro fortemente radicato alla sua terra, si intreccia all’attività del “laboratorio senigalliese” di fotografia che fu il Gruppo Misa, fondato da Giuseppe Cavalli nel 1954 al quale aderì per un breve periodo anche il giovane e curioso fotografo.
A una manciata di passi da Palazzo del Duca, Palazzetto Baviera accoglie fino al 30 maggio la mostra temporanea Le realtà del Sogno, dedicata al Gruppo Misa, con lavori selezionati di Giacomelli, Ferroni e Cavalli, provenienti dalle Civiche raccolte, accanto a quelli di discepoli ed epigoni che hanno dato vita al Gruppo.
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Ci sarà tempo fino al prossimo 28 febbraio per esplorare l’umanità a più voci che popola l’universo di Benassi, e che dalla cultura underground e musicale internazionale si allarga al mondo del cinema, con il corteo di modelle, attrici, stilisti, che affollano alcune importanti riviste italiane.
Il titolo della mostra, “Vuoto” è un atto di apertura verso l’esterno che costituisce un punto zero, e, al tempo stesso, una possibile rinascita, nella carriera dell’artista. Allude a uno “svuotarsi”, inteso come percorso di autoesposizione pubblica. Nella mostra Benassi si concede interamente allo spettatore, consegnando il suo studio, i suoi strumenti, il panorama creativo che l’accompagna nella gestazione del lavoro, l’insieme degli scatti che danno vita ad un’indagine decennale sui temi dell’identità e del lavoro.
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