Davide Antolini. Sulla strada di Paolo

Davide Antolini. Sulla strada di Paolo
Dal 07 Giugno 2014 al 29 Giugno 2014
Verona
Luogo: San Pietro in Archivolto
Indirizzo: piazza Duomo
Telefono per informazioni: +39 045 8678311
E-Mail info: adriana.ros@galleriaprivata.it
Sito ufficiale: http://www.galleriaprivata.it
Si inaugura il 7 giugno 2014 alle ore 18 in San Pietro in Archivolto a Verona la personale di Davide Antolini.
“L’esposizione di Antolini vuole essere un omaggio al Veronese, nel quale, sin dall’inizio della sua ricerca, ha trovato un punto di riferimento incondizionato: inizialmente una sorta di esaltazione, un mito vero e proprio e, in tempi più maturi, una certezza culturale unita ad un’ammirazione consapevole. In Paolo Davide ha individuato la fonte di molti aspetti creativi che contraddistinguono la sua pittura: l’instancabile vena narrativa, gli accenti ludici che sfiorano talvolta l’ironia, il manierismo delle figure in movimento, il rapporto con un architetto prediletto, l’horror vacui, l’apertura su cieli seducenti.”
(citazione dal testo introduttivo di Paola Marini del catalogo Sulla strada di Paolo)
“La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel vederli con nuovi occhi”. Davide Antolini, sin dai primissimi esordi, ha fatto sua la massima proustiana, riconvocando di volta in volta nelle sue tele o nei suoi schizzi le suggestioni e i reperti di una cultura raffinata, e in taluni affondi personali quasi esoterica (gli studi sul colore approfonditi per via filosofica), rigiocati (nell’ampio significato tedesco di gespielt, cioè messi in scena) con la leggerezza e la giocosa disinvoltura che poi sono i tratti più distintivi, o quantomeno più appariscenti, del suo carattere.
Il che non significa mimesi antifrastica o dissacratoria, sia perché Davide sa bene che ogni ripresa esplicita è già di per se stessa distanza e allontanamento dal modello, sia perché il modello, Paolo Veronese nel caso specifico di questa mostra, è molto più di un’autorità artistica consacrata per chi, come lui, è cresciuto all’ombra del campanile di San Paolo, nell’omonima contrada cittadina dove lavorava il nonno – altro Paolo e altro artista – e nell’omonima chiesa dove è custodita la splendida Pala Marogna del Caliari chissà quante volte incontrata con gli occhi.”
(citazione dal testo introduttivo La vera scoperta di Mario Allegri del catalogo Sulla strada di Paolo )
“L’esposizione di Antolini vuole essere un omaggio al Veronese, nel quale, sin dall’inizio della sua ricerca, ha trovato un punto di riferimento incondizionato: inizialmente una sorta di esaltazione, un mito vero e proprio e, in tempi più maturi, una certezza culturale unita ad un’ammirazione consapevole. In Paolo Davide ha individuato la fonte di molti aspetti creativi che contraddistinguono la sua pittura: l’instancabile vena narrativa, gli accenti ludici che sfiorano talvolta l’ironia, il manierismo delle figure in movimento, il rapporto con un architetto prediletto, l’horror vacui, l’apertura su cieli seducenti.”
(citazione dal testo introduttivo di Paola Marini del catalogo Sulla strada di Paolo)
“La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel vederli con nuovi occhi”. Davide Antolini, sin dai primissimi esordi, ha fatto sua la massima proustiana, riconvocando di volta in volta nelle sue tele o nei suoi schizzi le suggestioni e i reperti di una cultura raffinata, e in taluni affondi personali quasi esoterica (gli studi sul colore approfonditi per via filosofica), rigiocati (nell’ampio significato tedesco di gespielt, cioè messi in scena) con la leggerezza e la giocosa disinvoltura che poi sono i tratti più distintivi, o quantomeno più appariscenti, del suo carattere.
Il che non significa mimesi antifrastica o dissacratoria, sia perché Davide sa bene che ogni ripresa esplicita è già di per se stessa distanza e allontanamento dal modello, sia perché il modello, Paolo Veronese nel caso specifico di questa mostra, è molto più di un’autorità artistica consacrata per chi, come lui, è cresciuto all’ombra del campanile di San Paolo, nell’omonima contrada cittadina dove lavorava il nonno – altro Paolo e altro artista – e nell’omonima chiesa dove è custodita la splendida Pala Marogna del Caliari chissà quante volte incontrata con gli occhi.”
(citazione dal testo introduttivo La vera scoperta di Mario Allegri del catalogo Sulla strada di Paolo )
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