LA MATERIA DELLA LUCE Piccoli oggetti per abitare il mondo

Dario Costi, Paolo Mezzadri, LA MATERIA DELLA LUCE Piccoli oggetti per abitare il mondo | Courtesy volumnia, Parma

 

Dal 20 June 2025 al 26 July 2025

Piacenza

Luogo: Volumnia

Indirizzo: Chiesa di Sant’Agostino, Stradone Farnese 33

Orari: Evento inaugurale dal tramonto del 20 giugno al tramonto del 21 giugno

Curatori: Antonello Marotta

Sito ufficiale: http://https://volumnia.space/it/esposizione/dario-costi-paolo-mezzadri/


Dario Costi, Paolo Mezzadri
LA MATERIA DELLA LUCE
Piccoli oggetti per abitare il mondo

A cura di Antonello Marotta | Allestimento Studio MC2AA | Catalogo per LetteraVentidue

Un confronto tra arte, design e architettura prende forma nell’allestimento in programma a Volumnia per il prossimo solstizio d’estate. Da un lato un architetto che arriva alla pratica progettuale guidato da sempre da una passione per l’arte. La sua ricerca si sviluppa attorno al tema della luce intesa non solo come elemento compositivo ma anche come espressione di un paesaggio interiore. Un percorso che si ricollega ai grandi maestri della pittura come Caravaggio, Hopper e alla riflessione di Paul Klee sull’idea di rendere visibile l’invisibile. Dall’altro un artista che viene dal contesto dell’industria del metallo che lavora da sempre con le lastre di ferro e acciaio e con le foglie di metallo cercando di scoprire come la materia si modifichi nel tempo attraverso l’interazione con l’aria e attraverso la capacità di assorbire il contributo della luce.

L’architetto Dario Costi e l’artista Paolo Mezzadri si incontrano alcuni anni fa in occasione di una mostra presso la Fondazione Cariparma, lavorano insieme alla grande scultura urbana di Parma città d’oro e realizzano gli Oggetti urbani a reazione poetica che oggi fanno parte della collezione d’arte della fondazione. Si ritrovano negli anni successivi per disegnare insieme sculture, oggetti, elementi di valore architettonico e artistico che si offrono come principi concettuali per l’architettura. Lavorano insieme alla mostra Mare Nostrum dando vita ad una particolarissima esposizione presso la Fondazione Monteparma sviluppata attraverso la scultura come mezzo di comunicazione sul tema della difesa dell’ambiente.

Al termine di questo percorso di condivisione di idee e lavoro, che ha intrecciato la dimensione scultorea con la ricerca artistica e architettonica, inaugureranno il prossimo 20 giugno in occasione del solstizio d’estate, per una notte e un giorno, la mostra La materia della luce. Piccoli oggetti per abitare il mondo. A dare forma all’allestimento saranno una serie di piccole sculture disposte nelle navate della Chiesa di Sant’Agostino a Parma, una grande installazione nella crociera sotto la cupola e una selezione di arredi di design e complementi unici collocati nel coro. In quest’area sedute modellate come pieghe di lamiera saldata, tavoli rifiniti con foglie di metallo e saldature interpretate come cicatrici e rese preziose da lamine di diverso colore insieme ad altri oggetti di design pensati per l’abitare quotidiano saranno disposti in tiratura limitata firmate come opere uniche dall’artista e dall’architetto.

La mostra si concentra sulla forza espressiva dei piani, delle pieghe e della capacità che questa dimensione geometrica dello spazio ha di rendere emozionale l’ambiente grazie al contributo che la luce naturale può portare attraverso la proiezione delle ombre. La materia del metallo nelle sue varie configurazioni entrerà in rapporto con i raggi del sole nella giornata più lunga dell’anno trasmettendo la sua dimensione poetica ed espressiva come principio di composizione per oggetti di architettura e installazioni d’arte.

I CONTRIBUTI IN MOSTRA
Scolpire i principi e il design architettonico d’artista ispirato dal dialogo con Paolo Mezzadri, Dario Costi ha disegnato alcune sculture, arredi e complementi. Paolo Mezzadri ha trasformato i disegni di Dario Costi in istallazioni e oggetti interpretandoli con un certo grado di libertà scegliendo i materiali, tagliando il ferro, saldando le lastre, applicando le foglie di metallo sulla ruggine. I disegni danno forma ad alcuni principi architettonici che Costi deriva dalla sperimentazione progettuale per via empirica arrivando, attraverso la verifica dell’architettura, ad una definizione teorica che diviene figura evocativa. I loro titoli sono un rimando continuo alla dimensione archetipa dell’architettura e ai caratteri delle città: Pieghe, Piani, Soglia, Equilibrio statico, Cuore luminoso, Casa, Oggetti urbani a reazione poetica.

Le sculture di metallo danno materia a questi concetti e ne sviluppano la potenza espressiva. Come campi di applicazione di questi principi a scale ravvicinate ci sono poi gli oggetti di design. Sono replicabili a partire dallo stesso disegno originale ma con esiti sempre differenti in ragione della scelta del materiale, delle sue reazioni con gli eventi climatici come caldo e freddo o sole e pioggia, dell’interpretazione artistica e degli incontri che capitano. Per questo non parliamo di design industriale ma di design architettonico d’artista. Una sola forma ideale iniziale e molte sue concretizzazioni materiche, analoghe ma sempre uniche, da realizzare, ogni volta e caso per caso, insieme a chi li desidera. Pensare, abitare e porgere sono le azioni che hanno portato a queste opere e che queste opere possono, a loro volta, stimolare.

Dario Costi (Parma, 1971). È Professore ordinario di Progettazione architettonica e urbana presso il DIA dell’Università di Parma, svolge ricerca e sperimentazione progettuale su molti piani: su quello professionale nello Studio MC2AA con particolare attenzione ai temi del progetto urbano, dello spazio e dell’edificio pubblico, dell’abitare nel paesaggio e in ambito universitario sulla riflessione teorica sul ruolo dell’architettura rispetto alle relazioni che interpreta e attraverso la metodologia del Progetto Urbano Strategico sulla rigenerazione urbana.

Studio MC2AA. Dal 2001 Dario Costi e Simona Melli svolgono attività progettuale nello Studio MC2 ragionando sulle forme della vita, disegnando lo spazio intorno alle persone e mettendo al centro del lavoro la dimensione sociale dell’architettura per le piccole e grandi comunità.

Paolo Mezzadri (Cremona, 1966). Dopo una lunga esperienza lavorativa nell’azienda di famiglia, nel 2010 decide di intraprendere un percorso nuovo e sicuramente molto creativo ed apre prima MyLab Design ed in seguito Metallifilati. Come recita il nome stesso dell’azienda “il sogno” è di poter realizzare, vivere e condividere emozioni partendo dalla semplicità del gesto... il gesto di un laboratorio mentale (e non solo), dove provare, sperimentare, incontrare ed attraversare elementi concreti con elementi assolutamente visionari.

Il curatore del dialogo tra arte e architettura
Il curatore della mostra è Antonello Marotta, architetto e teorico dell’architettura, professore di Composizione architettonica nel Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica, Università degli Studi di Sassari, e studioso da sempre interessato al confronto e alla contaminazione tra le discipline sorelle. Il curatore ha supportato il confronto tra Costi e Mezzadri portando un contributo di chiarezza al rapporto e dialogando con lo Studio MC2AA per l’allestimento della mostra. Marotta ha pubblicato sul tema, tra gli altri, Juan Navarro Baldeweg. Intersezioni e confluenze (LetteraVentidue 2024), Atlante dei musei contemporanei (Skira 2010).

La ricerca artistica come espressione dell’inconscio
Un contributo di interpretazione critica al lavoro congiunto di Costi e Mezzadri sarà portato in catalogo dallo psicanalista Ivan Paterlini che si occupa da sempre dell’arte come espressione dell’inconscio attraverso ricerche e pubblicazioni come, tra le altre, Luigi Ghirri dentro lo scatto di un analista (2025), La psiche colorata. Dimensioni estetiche nella stanza d’analisi (2022), Dialoghi – sull’arte, la terapia, la cura (2020), Sguardo sulle psicodinamiche del gesto creativo. Giacometti: la distanza incolmabile (2013).

Il progetto dell’allestimento
Simona Melli con Studio MC2AA (autore di allestimenti museali e numerosi mostre temporanee) e con la collaborazione dell’architetto Antonio Villa ha disegnato l’allestimento in accordo con i due autori trovando nella struttura di Volumnia gli ambiti più indicati per la collocazione delle sculture e degli oggetti di design cercando le sintonia tra la dimensione materica delle sculture e gli spazi segnati dal tempo e dalla storia della grande chiesa sconsacrata, combinando gli arredi e i complementi in dialogo con i pezzi della Galleria.

Sonorizzazione dell’allestimento
L’occasione dell’allestimento di una mostra sul dialogo culturale tra Dario Costi e Paolo Mezzadri e il luogo della sede di Volumnia hanno stimolato una composizione musicale di Fabio Capanni, musicista ed architetto, figura chiave della scena sperimentale internazionale a partire dalla fine degli anni 80. Le raffinate tessiture sonore che da sempre contraddistinguono il personale approccio di Capanni alle possibilità armoniche offerte della chitarra elettrica lo hanno condotto a partecipare a progetti musicali insieme a musicisti come: Peter Principle, Luc Van Lieshout (Tuxedomoon), Dirk Descheemaeker (Wim Mertens), Harold Budd, David Torn, David Sylvian, Steve Jansen, Richard Barbieri, Roger Eno, Tim Story, Chris Karrer, Glen Sweeney. Sopra a tutte la collaborazione con il musicista tedesco Hans Joachim Roedelius, uno dei padri dell’Ambient Music, al fianco del quale Capanni ha lavorato, in studio e dal vivo, per oltre un decennio.

L’evento della notte del Solstizio e l’attesa del giorno
La mostra durerà dal tramonto del 20 giugno al tramonto del 21 giugno.
Per 24 ore Volumnia ospiterà una piccola comunità di persone che potranno attraversare la notte più corta dell’anno fino al ritorno della luce dell’estate. La sonorizzazione della mostra verrà interrotta ad intervalli regolari da una serie di interventi teatrali e di danza che prenderanno spunto dall’allestimento per scandire le ore del buio con momenti di riflessione sul rapporto tra esseri umani e luce che coinvolgeranno i presenti.

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