Capostipite della corrente metafisica italiana, De Chirico iniziò a dipingere i primi quadri allegorici nel 1910 in seguito a un viaggio a Firenze: Enigma dell'oracolo e Enigma d'un pomeriggio d'autunno lasciano intravedere i simbolismi onirici, in cui oggetti reali sono immersi in atmosfere innaturali. Fu a Parigi fino al 1915 e lì frequentò Apollinaire, Picasso e altri. Di ritorno in Italia, insieme a Carrà fu tra i promotori della pittura metafisica, volta a creare suggestioni fantastiche accostando statue antiche in contesti moderni concepiti secondo le regole della prospettiva quattrocentesca ma accesi di colori moderni. Il tema archeologico reinventato compare spesso, come nel 1917 in Ettore e Andromaca, insieme alla figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo, come Il grande metafisico, 1917. Più tardi il suo stile abbandona i rigori formali della metafisica per rivelarsi più classica e romantica, con rievocazione di elementi quali cavalli e gladiatori. Fu anche scenografo, scrittore (del 1930 è Hebdomeros, del 1945 la sua autobiografia).
Biografie di: Giorgio De Chirico
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