Alessandro Giampaoli. In questa profondità ancora verde

Dal 4 October 2025 al 23 November 2025
Ascoli Piceno
Luogo: Galleria d’Arte Contemporanea O. Licini
Indirizzo: Corso Giuseppe Mazzini 90
Orari: Venerdì 15.00 - 18.00 Sabato e domenica, festivi e prefestivi 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00
Curatori: Leonardo Regano
Costo del biglietto: intero € 4, ridotto € 2, l’ultimo ingresso alla Galleria D’Arte Contemporanea è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura del museo
Telefono per informazioni: +39 0736 298213
E-Mail info: info@ascolimusei.it
Sito ufficiale: http://www.ascolimusei.it
La Galleria d’Arte Contemporanea “O. Licini” conferma la sua vocazione alla ricerca nell'ambito dell'attuale panorama della pittura italiana, con una particolare attenzione a quegli artisti che riflettono sull'eredità del maestro di Monte Vidon Corrado.
Alessandro Giampaoli, come Licini originario della regione Marche, è un artista la cui ricerca negli anni si è concentrata sulla Natura come grande sistema simbolico, animata da una costante tensione verso la dimensione del sacro, spaziando dal disegno alla pittura, dalla fotografia al video e all’installazione.
In questa profondità ancora verde presenta un nuovo ciclo di opere pittoriche in dialogo con la poetica liciniana, attraverso un linguaggio ermetico che Giampaoli definisce “mitologia naturale”, fatto di paesaggi fantastici, animati da presenze archetipiche, figure simboliche e creature ibride.
Il titolo della mostra riprende, infatti, una frase estratta dalla lettera di Osvaldo Licini del 1941, al filosofo Franco Ciliberti. La lettera è un vero e proprio manifesto poetico che rivela tutto l’immaginario dell’artista che si manifesterà negli anni seguenti.
“Siamo lieti di accogliere in città la mostra del corregionale Alessandro Giampaoli. Le sue opere permettono di riaffermare il ruolo di Ascoli Piceno come centro vitale della cultura contemporanea, capace di dialogare con le radici profonde della tradizione artistica del nostro territorio. Esorto tutti a visitare la mostra, che rappresenta anche un invito a guardare al futuro con la consapevolezza che l’arte è uno strumento di conoscenza e comunità” ha dichiarato il Sindaco Marco Fioravanti.
Nell’opera di Giampaoli il dipinto è concepito come una soglia da varcare per inoltrarsi in uno spazio protetto, incorruttibile, intimo, in cui ritrovare senso e connessione, dove tutto è concepito come unità esistenziale indistinta, condividendo le idee di “arte come luogo di conoscenza e di ricerca della verità” e di Unità come “radice del tutto” teorizzate da Ciliberti.
La pittura diventa una sorta di preghiera simbolica e segnica, “atto trascendente”, riprendendo ancora una volta le parole del filosofo comasco, per evocare quelle forze misteriose che regolano l’Universo. Ecco ritornare il senso profondo del viaggio di Licini come moto spirituale e tentativo “di recuperare il segreto primitivo del nostro significato nel cosmo”.
«Il mio è un lavoro liminale che sta al confine tra due mondi: tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è manifesto e ciò che è latente, tra il vivente e il non ancora nato», afferma Giampaoli. «La pittura è un processo aperto, un magma in cui presenze vive si manifestano, altre stanno per farlo, alcune sono già scomparse, inghiottite dal flusso della vita. Voglio che chi osserva il dipinto entri in quel flusso e lo prosegua attivamente, porti a consapevolezza di esserne parte. É un viaggio progressivo verso la Verità della propria esistenza nel mondo attuale, in cui la dimensione etico-spirituale e quella estetica si fondono in un unicum inseparabile».
Nel dialogo con l’opera di Osvaldo Licini, che in questo progetto assume un aspetto centrale, l’opera di Giampaoli si rapporta al tema del paesaggio che, come afferma Leonardo Regano, curatore della mostra, non è una semplice rappresentazione di un luogo ma un’apparizione di: «soglie: porte aperte verso un altrove che non si lascia attraversare, ma che attrae irresistibilmente. Ogni tela diventa così luogo di attesa e folgorazione, dove il nostro sguardo si muove tra memoria e desiderio, tra lutto e promessa. L’immagine non restituisce una certezza, ma ci consegna un enigma: ci ricorda che appartenere al mondo significa anche accettare la sua distanza, abitare il suo mistero».
Stefano Papetti, consulente scientifico dei Musei Civici di Ascoli Piceno, presentando la mostra, sottolinea il legame tra la ricerca di Alessandro Giampaoli e quella di Osvaldo Licini: «La pittura di Giampaoli si avvale di sapienti accordi cromatici, di velature che lasciano immaginare un altrove remoto, restituendo il senso di un percorso interiore che si insinua nelle radici più profonde dell’animo, immergendosi in quella che Licini definiva la “regione delle madri”».
La mostra, che sarà visitabile fino al 23 novembre, è realizzata in collaborazione con Zamagni Galleria d’Arte, con il supporto organizzativo di AnimaFemina, associazione culturale.
L’apertura delle sale espositive sarà preceduta dalla presentazione della mostra e del catalogo monografico edito da Vanillaedizioni, alla presenza dell’artista e del curatore.
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