Arturo Bonfanti. Pavatex e rilievi

Arturo Bonfanti, AC Murale 9 bis 1972, acrylic on pavatex, cm 35x38
Dal 26 September 2014 al 8 November 2014
Milano
Luogo: Lorenzelli Arte
Indirizzo: corso Buenos Aires 2
Orari: da martedì a sabato 10-13 / 15-19; lunedì su appuntamento
Curatori: Matteo Lorenzelli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 201914
E-Mail info: info@lorenzelliarte.com
Sito ufficiale: http://www.lorenzelliarte.com
Un nuovo appuntamento con Arturo Bonfanti apre la nuova stagione espositiva di Lorenzelli Arte: giovedì 25 settembre verrà inaugurata la mostra “Pavatex e rilievi” che propone una selezione di lavori dell’artista bergamasco frutto di sperimentazioni avviate a partire dalla seconda metà degli anni sessanta. Bonfanti, nel rigoroso percorso di ricerca estetica che coniuga la grande tradizione italiana ad un astrattismo internazionale, ha dato luogo ad un linguaggio molto personale, una ‘grammatica astratta’ che proprio in questo periodo segna un ampliamento e un approfondimento che vede tramutare gli iniziali riferimenti alla figura in forme concrete e geometriche sempre più autonome. Le opere in mostra, circa quaranta, tutte di piccole dimensioni, appartengono a cicli di lavori realizzati su materiali diversi rispetto a quelli normalmente usati.
I pavatex sono lavori realizzati su una sorta di truciolato (il pavatex è un materiale coibentante per tetti e pavimenti) che Bonfanti usa come supporto, la cui texture traspare e interagisce come sfondo dinamico dell’immagine. La scelta di questo tavole lasciate grezze accentua la valenza di essenzialità e l’uso dell’acrilico murale in una gamma cromatica ridotta permette un risutato compatto che da vita ad un dialogo serrato tra materia e luce.
I rilievi, che precedono di pochi anni i Pavatex, sono opere realizzate su legno tra il ’66 e il ‘68, dipinte a olio, rigorosamente bianche che si presentano come una successione di spessori geometrici che generano sottili linee d’ombra variabili secondo l’incidenza della luce e la posizione di chi le osserva. Bonfanti in questi lavori usa i suoi motivi formali e compositivi nell’esplorazione della terza dimensione - che sfocierà poi nelle sculture - e l’annullamento cromatico gli consente di concentrarsi nella ricerca dell’equilibrio e dell’autonomia delle forme.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testo di Ivan Quaroni che sarà disponibile a mostra aperta.
Arturo Bonfanti nasce a Bergamo nel 1905. Nel 1926 si trasferisce a Milano dove si dedica all'arte grafica e applicata. La sua prima personale si tiene a Bergamo nel 1927. Nel 1930 sposa Luisa Ferravilla, figlia del celebre attore, e due anni dopo nasce Adriana.
Il 1947 è l'anno in cui perviene all'astrazione geometrica. Nel 1952, interessandosi attivamente ad esperienze cinematografiche e realizzando cortometraggi che presenta all' VIII Festival d'Amateurs di Cannes dove ottiene nel 1954 con "La chiave di Calandrino" il Prix du Film des Marionettes. È sua la scenografia della Panchina di Sergio Liberovici al Teatro Donizetti di Bergamo nel 1956.
Dal 1960 al 1975 allestisce mostre personali e collettive in varie città italiane, d'Europa e d'America; partecipa con sale personali alla IX Quadriennale di Roma (1965), alla XXXIV Biennale Internazionale di Venezia (1968) e alla X Biennale di San Paolo del Brasile (1969).
Ritrova e frequenta in Canton Ticino gli amici Arp e Nicholson e sempre in Ticino, presso l'Atelier Lafranca di Locarno, realizza buona parte della sua produzione grafica.
Nel 1975 si sottopone ad un grave intervento chirurgico che lo obbliga a ridurre notevolmente la sua attività creativa.
Muore a Bergamo nel 1978 per un improvviso malore.
I pavatex sono lavori realizzati su una sorta di truciolato (il pavatex è un materiale coibentante per tetti e pavimenti) che Bonfanti usa come supporto, la cui texture traspare e interagisce come sfondo dinamico dell’immagine. La scelta di questo tavole lasciate grezze accentua la valenza di essenzialità e l’uso dell’acrilico murale in una gamma cromatica ridotta permette un risutato compatto che da vita ad un dialogo serrato tra materia e luce.
I rilievi, che precedono di pochi anni i Pavatex, sono opere realizzate su legno tra il ’66 e il ‘68, dipinte a olio, rigorosamente bianche che si presentano come una successione di spessori geometrici che generano sottili linee d’ombra variabili secondo l’incidenza della luce e la posizione di chi le osserva. Bonfanti in questi lavori usa i suoi motivi formali e compositivi nell’esplorazione della terza dimensione - che sfocierà poi nelle sculture - e l’annullamento cromatico gli consente di concentrarsi nella ricerca dell’equilibrio e dell’autonomia delle forme.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testo di Ivan Quaroni che sarà disponibile a mostra aperta.
Arturo Bonfanti nasce a Bergamo nel 1905. Nel 1926 si trasferisce a Milano dove si dedica all'arte grafica e applicata. La sua prima personale si tiene a Bergamo nel 1927. Nel 1930 sposa Luisa Ferravilla, figlia del celebre attore, e due anni dopo nasce Adriana.
Il 1947 è l'anno in cui perviene all'astrazione geometrica. Nel 1952, interessandosi attivamente ad esperienze cinematografiche e realizzando cortometraggi che presenta all' VIII Festival d'Amateurs di Cannes dove ottiene nel 1954 con "La chiave di Calandrino" il Prix du Film des Marionettes. È sua la scenografia della Panchina di Sergio Liberovici al Teatro Donizetti di Bergamo nel 1956.
Dal 1960 al 1975 allestisce mostre personali e collettive in varie città italiane, d'Europa e d'America; partecipa con sale personali alla IX Quadriennale di Roma (1965), alla XXXIV Biennale Internazionale di Venezia (1968) e alla X Biennale di San Paolo del Brasile (1969).
Ritrova e frequenta in Canton Ticino gli amici Arp e Nicholson e sempre in Ticino, presso l'Atelier Lafranca di Locarno, realizza buona parte della sua produzione grafica.
Nel 1975 si sottopone ad un grave intervento chirurgico che lo obbliga a ridurre notevolmente la sua attività creativa.
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