Farhan Siki. Trace
Farhan Siki, Mur(war)kami, 2015, 200 x 180 cm | Courtesy of Farhan Siki & Banca Generali Private Banking
Dal 2 March 2016 al 30 September 2016
Milano
Luogo: Banca Generali Private Banking
Indirizzo: piazza S. Alessandro 4
Orari: martedì, mercoledì e giovedì su appuntamento
Curatori: Rifky Effendi
E-Mail info: receptionprivatemi@bancagenerali.it
La sede di Banca Generali Private Banking, in Piazza Sant’Alessandro 4 a Milano, ospita dal 2 marzo al 30 settembre 2016 una mostra che presenta una serie inedita di tele realizzate da Farhan Siki, street artist indonesiano, tra i più apprezzati a livello internazionale.

L’esposizione Trace, curata da Rifky Effendi, propone un ciclo di opere appositamente pensato per questo appuntamento, in cui Farhan Siki attinge le icone più riconoscibili e famose della storia dell’arte occidentale, da L’Ultima Cena all’Uomo Vitruviano di Leonardo, da Adamo ed Eva di Michelangelo all’esperienze del Bauhaus, e le rielabora con una sensibilità e una tecnica contemporanea.
Fin dai suoi esordi, Farhan Siki riflette sulla cultura pop del XXI secolo, esplorandone gli elementi testuali, raccogliendo loghi, marchi e simboli della cultura di massa, al fine di apporli sulla tela, caricandoli di attributi iperbolici e parodistici ed esprimendo una satira interna al sistema dell’arte contemporanea. L'esperienza urbana e il consumo globalizzato si trasformano nei suoi lavori in un trionfo di colore.
Nella sua serie più famosa: "Mu (War) kami", su uno sfondo composto dai loghi che Takashi Murakami ha progettato per Louis Vuitton, Farhan Siki affolla scene di combattimenti tra uomini, di aerei da guerra, di fucili e mitragliatori, come a ricordare che, pur nella leggerezza di un messaggio commerciale, non ci si deve dimenticare che esiste qualcosa di più profondo, che è impossibile ignorare.
Persino la Marylin di Andy Warhol perde il suo volto e la sua maschera di bellezza perfetta, mostrando come molte altre icone popolari siano parte di questo controverso palcoscenico contemporaneo.
“Siamo felici di ospitare un giovane artista di grande talento e dalle grandi curiosità come Farhan Siki” – dichiara Piermario Motta, Amministratore Delegato di Banca Generali – “La sua capacità di esprimere energia, riflessioni e di rappresentare al meglio quella tensione al rinnovamento nell’arte come espressione di fenomeni sociali e contemporanei, non lascia indifferenti colpendo subito per la sua immediatezza ed evocazione artistica. Dopo aver esplorato le sfumature materiche del colore, l’universo del natura nell’espressività del digitale, siamo orgogliosi di proseguire nel nostro percorso verso il mondo dell’arte con un nuovo spunto originale ed inedito capace di emozionarci nel proprio confronto ed espressività rivolti all’assolutezza del concetto di icona. Come per le ultime nostre esposizioni crediamo nel dialogo dell’arte anche attraverso nuovi spazi, e nell’impegno della committenza a supporto della cultura come culla di idee che muove il mondo”.
Accompagna la mostra un volume edito da Banca Generali (bilingue italiano/inglese) con testi del curatore e di Hedro Wiyanto.

L’esposizione Trace, curata da Rifky Effendi, propone un ciclo di opere appositamente pensato per questo appuntamento, in cui Farhan Siki attinge le icone più riconoscibili e famose della storia dell’arte occidentale, da L’Ultima Cena all’Uomo Vitruviano di Leonardo, da Adamo ed Eva di Michelangelo all’esperienze del Bauhaus, e le rielabora con una sensibilità e una tecnica contemporanea.
Fin dai suoi esordi, Farhan Siki riflette sulla cultura pop del XXI secolo, esplorandone gli elementi testuali, raccogliendo loghi, marchi e simboli della cultura di massa, al fine di apporli sulla tela, caricandoli di attributi iperbolici e parodistici ed esprimendo una satira interna al sistema dell’arte contemporanea. L'esperienza urbana e il consumo globalizzato si trasformano nei suoi lavori in un trionfo di colore.
Nella sua serie più famosa: "Mu (War) kami", su uno sfondo composto dai loghi che Takashi Murakami ha progettato per Louis Vuitton, Farhan Siki affolla scene di combattimenti tra uomini, di aerei da guerra, di fucili e mitragliatori, come a ricordare che, pur nella leggerezza di un messaggio commerciale, non ci si deve dimenticare che esiste qualcosa di più profondo, che è impossibile ignorare.
Persino la Marylin di Andy Warhol perde il suo volto e la sua maschera di bellezza perfetta, mostrando come molte altre icone popolari siano parte di questo controverso palcoscenico contemporaneo.
“Siamo felici di ospitare un giovane artista di grande talento e dalle grandi curiosità come Farhan Siki” – dichiara Piermario Motta, Amministratore Delegato di Banca Generali – “La sua capacità di esprimere energia, riflessioni e di rappresentare al meglio quella tensione al rinnovamento nell’arte come espressione di fenomeni sociali e contemporanei, non lascia indifferenti colpendo subito per la sua immediatezza ed evocazione artistica. Dopo aver esplorato le sfumature materiche del colore, l’universo del natura nell’espressività del digitale, siamo orgogliosi di proseguire nel nostro percorso verso il mondo dell’arte con un nuovo spunto originale ed inedito capace di emozionarci nel proprio confronto ed espressività rivolti all’assolutezza del concetto di icona. Come per le ultime nostre esposizioni crediamo nel dialogo dell’arte anche attraverso nuovi spazi, e nell’impegno della committenza a supporto della cultura come culla di idee che muove il mondo”.
Accompagna la mostra un volume edito da Banca Generali (bilingue italiano/inglese) con testi del curatore e di Hedro Wiyanto.
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