Dal 30 novembre a Gallarate
Kandinsky e l’Italia, una grande mostra nell’inverno del MA*GA
Vasilij Kandinskij, Zig zag bianchi, 1922. Olio su tela, 95 x 125 cm. Ca' Pesaro - Galleria Internazionale d'Arte Moderna, Venezia, acquisito alla Biennale 1950
Francesca Grego
02/10/2025
Varese - “L’impatto dell’angolo acuto di un triangolo contro un cerchio ha un effetto non meno potente del dito di Dio che tocca l’indice di Adamo in Michelangelo”, scriveva Vasily Kandinsky, condensando in poche righe la dirompente rivoluzione dell’astratto. Se nei primi decenni del XX secolo le sue idee potevano sembrare bizzarre, una larga parte dell’arte del Novecento avrebbe seguito la sua scia, dando vita a un caleidoscopio di poetiche, stili, movimenti di dimensioni europee e poi mondiali. E in Italia? Lo scopriremo nella prossima mostra in programma al MA*GA di Gallarate, in scena dal prossimo 30 novembre al 12 aprile 2026 con 130 opere provenienti dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, partner del progetto, e da prestigiose collezioni pubbliche e private. Accanto ai capolavori di Kandinsky i visitatori troveranno creazioni firmate da protagonisti di primo piano dell’avanguardia internazionale - Paul Klee, Jean Arp, Alexander Calder, Antoni Tàpies, Joan Mirò - per poi avventurarsi lungo le strade italiane dell’astratto con maestri come Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, e seguirle lungo un secolo di evoluzione, attraverso le ricerche di Emilio Vedova, Carla Accardi, Roberto Sebastiàn Matta, Piero Dorazio. A cura di Elisabetta Barisoni ed Emma Zanella, Kandinsky e l'Italia è parte del programma dell’Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026, da 24 ore i biglietti sono in vendita su TicketOne.
Punto di partenza del racconto del MA*GA sono le lezioni di Kandinsky al Bauhaus negli anni Venti e Trenta del Novecento, quando lasciò la sua impronta sul futuro della pittura grazie anche al dialogo aperto con alcune dei suoi più grandi interpreti, in un’onda destinata a dispiegarsi fino al secondo dopoguerra. In Italia l’arte del maestro astrattista arriva nel 1934 in una storica mostra presso la Galleria del Milione di Milano, un momento di riflessione e dibattito rispetto alla figurazione che dominava in quegli anni nella penisola. Con importanti opere appartenenti alle collezioni di Ca’ Pesaro e del MA*GA la mostra documenterà il passaggio alle generazioni seguenti e l’influenza di progetti espositivi che hanno fatto storia come Arte astratta e concreta, allestito ancora a Milano nel 1947, o Arte astratta in Italia, in scena nella Capitale l’anno successivo: esperienze cruciali che favoriranno la nascita di movimenti come Forma, fondato da artisti come Carla Accardi, Piero Dorazio e Pietro Consagra, Origine (Alberto Burri e Giuseppe Capogrossi, tra gli altri) e MAC - Movimento Arte Concreta, che annovera tra i fondatori Bruno Munari, Ettore Sottsass e Gillo Dorfles.
“Kandinsky e l’Italia rappresenta un’importante opportunità di collaborazione tra due prestigiosi musei dedicati alle arti contemporanee”, ha dichiarato la direttrice del MA*GA e co-curatrice Emma Zanella: “L’esposizione permette di esplorare le principali correnti artistiche astratte e concretiste, includendo opere di Kandinsky, Klee, Arp, Calder, Mirò, fino alla scena artistica italiana degli anni Trenta e del secondo dopoguerra. Questi periodi sono fondamentali per comprendere le evoluzioni del linguaggio artistico e le riflessioni culturali di quegli anni, ricchi di nuove prospettive e aperture verso le arti”.
“Una nuova avventura per le collezioni civiche di Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna”, aggiunge la direttrice del museo veneziano Elisabetta Barisoni, che ha curato il progetto insieme a Zanella: “Sono sicura che l’esposizione possa costituire un rinnovato momento di riflessione sul portato rivoluzionario delle avanguardie storiche e in particolare dell’astrattismo di Kandinsky e dei suoi sodali”.
Punto di partenza del racconto del MA*GA sono le lezioni di Kandinsky al Bauhaus negli anni Venti e Trenta del Novecento, quando lasciò la sua impronta sul futuro della pittura grazie anche al dialogo aperto con alcune dei suoi più grandi interpreti, in un’onda destinata a dispiegarsi fino al secondo dopoguerra. In Italia l’arte del maestro astrattista arriva nel 1934 in una storica mostra presso la Galleria del Milione di Milano, un momento di riflessione e dibattito rispetto alla figurazione che dominava in quegli anni nella penisola. Con importanti opere appartenenti alle collezioni di Ca’ Pesaro e del MA*GA la mostra documenterà il passaggio alle generazioni seguenti e l’influenza di progetti espositivi che hanno fatto storia come Arte astratta e concreta, allestito ancora a Milano nel 1947, o Arte astratta in Italia, in scena nella Capitale l’anno successivo: esperienze cruciali che favoriranno la nascita di movimenti come Forma, fondato da artisti come Carla Accardi, Piero Dorazio e Pietro Consagra, Origine (Alberto Burri e Giuseppe Capogrossi, tra gli altri) e MAC - Movimento Arte Concreta, che annovera tra i fondatori Bruno Munari, Ettore Sottsass e Gillo Dorfles.
“Kandinsky e l’Italia rappresenta un’importante opportunità di collaborazione tra due prestigiosi musei dedicati alle arti contemporanee”, ha dichiarato la direttrice del MA*GA e co-curatrice Emma Zanella: “L’esposizione permette di esplorare le principali correnti artistiche astratte e concretiste, includendo opere di Kandinsky, Klee, Arp, Calder, Mirò, fino alla scena artistica italiana degli anni Trenta e del secondo dopoguerra. Questi periodi sono fondamentali per comprendere le evoluzioni del linguaggio artistico e le riflessioni culturali di quegli anni, ricchi di nuove prospettive e aperture verso le arti”.
“Una nuova avventura per le collezioni civiche di Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna”, aggiunge la direttrice del museo veneziano Elisabetta Barisoni, che ha curato il progetto insieme a Zanella: “Sono sicura che l’esposizione possa costituire un rinnovato momento di riflessione sul portato rivoluzionario delle avanguardie storiche e in particolare dell’astrattismo di Kandinsky e dei suoi sodali”.
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