Jon Groom. Io sono quello

Jon Groom, Painting for David Bowie, 2016, cm 100x110 cera ad encausto su base di acrilico su tela su pannello
Dal 6 May 2016 al 24 July 2016
Milano
Luogo: Lorenzelli Arte
Indirizzo: corso Buenos Aires 2
Orari: da martedì a sabato 10-13 / 15-19. Lunedì su appuntamento
Curatori: Matteo Lorenzelli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39.02.201914
E-Mail info: federica@lorenzelliarte.com
Sito ufficiale: http://www.lorenzelliarte.com
Lorenzelli Arte è lieta di presentare “Io sono quello”, la mostra personale di Jon Groom che propone un nuovo ciclo di lavori, i Silvers, dipinti argentei realizzati nel corso di un anno espressamente per questa esposizione.
Venticinque sono i lavori in mostra - arrivati naturalmente e senza sforzo, si sono accomodati nel mondo e materializzati desiderando di essere visti, un regalo - scrive Groom nella sua breve presentazione pubblicata sul catalogo - I venticinque lavori sono in realtà un solo lavoro. Uno e al contempo molteplici modi di vedere la stessa cosa. Differenti aspetti della stessa.
Questo nucleo di opere rappresenta un’evoluzione rispetto ai lavori precedenti nei quali l’elemento chiave, insieme alla struttura e la forma della superficie, era il colore. In questi dipinti l’attenzione per il colore muta in una dominante metallica, nell’argento - Silver - che li fa risplendere ma non riflettere come specchi.
Luce, percezione e spazio: questi gli elementi più rappresentativi della ricerca e della sperimentazione di Groom in questo nuovo ciclo pittorico che rivela lo “spirito nudo” dell’argento attraverso un elaborato processo di mescolamento, raschiatura, levigatura e stratificazione.
Si tratta infatti di superfici geometriche in forma argentea dipinte ad encausto dove, come afferma Robert Morgan nel testo critico, la dipendenza della luce dal colore - o del colore dalla luce - ha ceduto il passo alla luce e allo spazio ove, secondo il pensiero orientale, risiede il concetto stesso di pittura. In queste opere di Groom, lo spazio argenteo ha sostituito il colore e, riflettendone l’assenza, si muove direttamente verso la luce.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte, un testo di Jon Groom e i contributi critici di Robert Morgan e Roberto Borghi
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