Marcello De Angelis. White Spacescape

Marcello De Angelis, Miraggio, cm. 120x100
Dal 7 April 2018 al 19 May 2018
Milano
Luogo: PoliArt Contemporary
Indirizzo: viale Gran Sasso 35
Orari: dal mercoledì al venerdì 11-13 e 15-18; sabato 15-19; gli altri giorni su appuntamento
Curatori: Leonardo Conti
Enti promotori:
- PoliArt Contemporary
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 3886016501
E-Mail info: info@galleriapoliart.com
Sito ufficiale: http://www.galleriapoliart.com
La PoliArt Contemporary di Milano presenta WHITE SPACESCAPE, personale di MARCELLO DE ANGELIS progettata e realizzata dall’artista in quasi due anni di lavoro per gli spazi della galleria. Sono circa venti le opere esposte e la scelta del bianco con riflessi argentati nasce da un’esigenza di rigore compositivo, per accedere agli effetti di una pittura a sfondo infinito.
La tecnica unica e irripetibile dell’injection painting, che contraddistingue la ricerca di DE ANGELIS, raggiunge infatti una profonda fusione tra vuoti e pieni, un equilibrio quasi antigravitazionale tra plasticità delle forme e superficie infranta in una profondità spazializzante. Il rilievo di colore acrilico, realizzato con una siringa da iniezione, affiora da una tela monocroma e apparentemente nuda, quasi fosse un vuoto spaziale o lunare, interrotto dalla precisione di un elemento addentrante e invadente che lo fende e ne produce una forte profondità di campo, da cui nasce il progetto WHITE SPACESCAPES. In una corrispondenza biunivoca, è la profondità virtuale, in una sorta di visivo Gradus ad Parnassum, a restituire le plasticità dell’injection painting in primo piano.
Le forme di DE ANGELIS sono regolari, le linee compositive prevalentemente curve e nette, studiate in un compendio di equilibri, simmetrie, asimmetrie e calcolati brillamenti. Ogni particolare è progettato con un programma di modellazione cad, suddividendo il processo di creazione nelle due fasi di composizione ed esecuzione. L’accadimento, poi, della lentissima e meticolosa tecnica pittorica segue delle vere e proprie dime (i progetti stampati su carta), rievocando la tecnica rinascimentale dell’affresco, per il trasferimento delle immagini dai cartoni preparatori all’intonaco. Se nella cosiddetta tecnica “a spolvero”, i cartoni venivano bucherellati affinché la polvere di carbone passasse sull’intonaco fresco, ora DE ANGELIS pratica dei piccoli tagli sulle sue dime, per seguire con la siringa le disposizioni delle linee progettate.
In mostra sono presenti anche alcune opere della recente ricerca denominata Mould. In una sorta di procedimento calcografico, l’artista realizza delle vere e proprie “pelli” rugose di colore acrilico, applicate sulle tele a larghe bande verticali, o come vasti e silenti rettangoli (come nel ciclo dei Sigilli). Da un punto di vista compositivo, queste geometriche superfici, quasi approdi di luce, sollecitano l’artista a importanti confronti: soprattutto con Barnett Newmann, Mark Rothko e con certe straordinarie intuizioni geometriche di Emilio Scanavino, ma in futuro, probabilmente, con Frank Stella, Sean Scully e David Tremlett. Da un punto di vista spaziale queste campiture rappresentano scansioni ritmiche, primi piani, soglie aperte su vasti scenari e infiniti orizzonti.
In occasione del Vernissage, la compositrice Paola Samoggia ha composto un brano musicale ispirato e dedicato alla mostra, sulle sue note il danzatore Gabriele Vaccargiu eseguirà una danza tra le opere esposte.
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