#3 – Materia. Tra apparire sensibile e intelligenza manuale

© Ph. Giorgio Sacher | Susanne Kessler, Zona di confine, 2013. Collezione permanente del MAAM
Dal 6 April 2017 al 6 April 2017
Roma
Luogo: Aula Magna Accademia di Belle Arti di Roma
Indirizzo: piazza Ferro di Cavallo 3
Orari: 15.30-19
Curatori: Veronica Montanino, Anna Maria Panzera
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: maamartiste@gmail.com
Il 6 aprile 2017, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, avrà luogo il terzo incontro del progetto Spazio, esistenza, materia.
Per una ricerca sulla specificità (eventuale) dell’arte femminile, curato dall’artista Veronica Montanino e dalla storica dell’arte Anna Maria Panzera in collaborazione con il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_Città meticcia, diretto da Giorgio de Finis.
L’incontro, intitolato #3 – Materia. Tra apparire sensibile e intelligenza manuale, si terrà nell’Aula Magna dalle 15.30 alle 19 e sarà introdotto dalla Direttrice Tiziana D’Acchille, mentre la moderazione spetterà a Veronica Montanino.
Interverranno, insieme alle curatrici: Silvia Bordini (Università di Roma La Sapienza) Stefania Galegati Shines (artista) Susanne Kessler (artista) Chiara Lecca (artista) Claudia Salaris (Fondazione Echaurren Salaris).
A cura di Lori Adragna e Anna de Fazio Siciliano, performance dell’ artista Eva Gerd.
Anche questo terzo incontro del progetto itinerante di ricerca, che Veronica Montanino e Anna Maria Panzera conducono ormai da sette mesi, sembra denso di promesse, a quanto pare destinate a essere mantenute, come dimostra il successo del precedente appuntamento al Macro di Roma (31 gennaio 2017) #2 – Arte, reazione e resistenza. L’Accademia – con la sua indole pratica oltre che teorica, naturalmente incline alla dialettica tra tradizione e sperimentazione – è la sede ideale per ospitare il nuovo argomento, tutto incentrato sulla ricerca che le artiste compongono con i materiali dell’arte.
È noto, infatti, che senza escludere quelli tradizionali, le donne hanno introdotto nell’arte materiali inediti e il primo fra essi è il corpo. «È cruciale osservare – afferma Veronica Montanino - che nel territorio dell'arte, tra la fine degli anni '60 e gli anni '70, che sono anche gli anni in cui le donne entrano prepotentemente a far parte del mondo dell'arte, emerge quel fenomeno detto "smaterializzazione", che altro non è che la lotta contro l'oggetto. Le donne artiste, inserite e propugnatrici del rinnovamento, condividono questa istanza de-oggettivizzante. Così assistiamo verosimilmente ad una rifondazione del concetto di materialità e apparire sensibile ad opera delle artiste a partire da un principio: il corpo, che è immediatamente immagine, cifra e materia di un immaginario nuovo».
«D’altra parte – aggiunge Anna Maria Panzera - l’intelligenza manuale, ossia quella per la quale il fare spesso precedeva il dettato dell’ingegno, e che era attribuita alla creatività artigianale o alla manualità domestica (in particolare femminile), pur non essendo una prerogativa di genere, per le donne artiste è una prerogativa storica e culturale di cui si possono fare carico, per smontare il negazionismo dei sistemi di pensiero tanto grandi quanto parziali. Essa contiene un’istanza teorica dirompente, in grado di ribaltare le “gerarchie” creative e di rileggerne molti fenomeni, finora considerati secondari e “minori” e invece antagonisti al tradizionale logocentrismo della nostra cultura».
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