Alexander Brodsky. Profondità di campo

Alexander Brodsky, Profondità di campo, MACRO, Roma I Ph. Michela Pedranti – DSL Studio
Dal 20 September 2023 al 18 February 2024
Roma
Luogo: MACRO - Museo di Arte Contemporanea
Indirizzo: Via Nizza 138
Orari: Martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: 12.00 – 19.00 Sabato e domenica: 10.00 – 19.00 Lunedì chiuso Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Curatori: Luca Lo Pinto
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura di Roma Capitale
- Azienda Speciale Palaexpo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.museomacro.it
Alexander Brodsky (Mosca, 1955) è un architetto-artista russo appartenente alla cosiddetta scuola moscovita dell’Architettura di carta. Il suo lavoro è spesso definito come un’”architettura dell’immaginazione”, che unisce un approccio storicista alla fantasia e alla realtà propria della pianificazione urbana sovietica e post-sovietica.
Fin dall’inizio del suo lavoro, Brodsky si è interessato alla profondità delle idee, della visione, così come alla profondità di campo. Per la sua prima mostra istituzionale in Italia, l’artista trasforma lo spazio espositivo in un paesaggio che riflette gli ambienti immaginifici che caratterizzano le sue architetture di carta, intrecciando i confini tra pubblico e privato, tra la materialità del passato, del presente e del futuro. Brodsky presenta una serie di tavoli e un pannello interamente composto da contenitori trasparenti, alcuni dei quali nascondono piccoli oggetti. Le pareti ospitano una serie di disegni realizzati su rotolo di carta e delle incisioni: alcuni raffigurano paesaggi urbani industrializzati con sfondi montuosi, mentre altri oggetti fluttuanti che si sviluppano come un flusso di (sub)coscienza. Altri ancora si presentano in orizzontale: sequenze di profili umani simili ad animali o di profili animali simili a esseri umani, a cui si aggiunge una fila di corpi umani geometrici. Un gruppo di light-box graffiati con segni figurativi e astratti richiamano l’elemento della finestra. I tavoli, illuminati in modo soffuso, servono da dispositivi per esporre una serie di sculture in argilla cruda, con forme di edifici e di oggetti di uso quotidiano, caratteristiche della pratica di Brodsky e realizzate a Roma nelle settimane antecedenti alla mostra.
La mostra preleva lavori che spaziano dagli anni Novanta ai primi anni Duemila e li colloca nel contesto di una nuova installazione, introducendo e approfondendo il modo in cui anche l’architettura può diventare un dispositivo di narrazione.
ALEXANDER BRODSKY (Mosca, 1955) è un artista e architetto russo, riconosciuto per il suo ruolo di membro chiave degli “architetti di carta” del concettualismo moscovita. Nel 1972, mentre studiava all’Istituto di Architettura di Mosca, Brodsky ha incontrato il compagno di studi e artista Ilya Utkin, con cui ha collaborato per i due decenni successivi. Insieme, svilupparono una pratica distinta che combinava belle arti e architettura, dando vita a incisioni su larga scala, placcate in rame, con disegni surreali ed elaborati. Nel 2000 ha aperto un proprio studio di architettura a Mosca, dove continua a lavorare. Il lavoro di Brodsky è stato presentato alla sezione Back to the Future di Artissima nel 2018. Mostre personali si sono tenute, tra l’altro, alla Pushkin House, Londra (2017); al RISD Museum, University of Rhode Island, Providence (2016); alla Calvert 22 Gallery, Londra (2013) e all’Architecture Center Strelka, Mosca (2012). Ha partecipato a mostre collettive, tra cui General Rehearsal: a show in three acts from the collections of V-A-C, MMOMA and KADIST, Moscow Museum of Modern Art, Mosca (2018); Museum for Architectural Drawing, Berlino (2017); Museum of Art, Architecture and Technology (MAAT), Lisbona, Portogallo (2017); Fortune museum, Moscow Museum of Modern Art (MMOMA), Mosca (2014); e ha partecipato al Padiglione Antartico della 55ª Biennale di Venezia nel 2013. Brodsky è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Innovazione (2012), il Premio Kandinskyj (2010), il Premio Milano, Museo del Presente, Milano (2001) e, con Ilya Utkin, ha vinto il concorso di design East Meets West, Jacob K. Avits Convention Center, New York.
Fin dall’inizio del suo lavoro, Brodsky si è interessato alla profondità delle idee, della visione, così come alla profondità di campo. Per la sua prima mostra istituzionale in Italia, l’artista trasforma lo spazio espositivo in un paesaggio che riflette gli ambienti immaginifici che caratterizzano le sue architetture di carta, intrecciando i confini tra pubblico e privato, tra la materialità del passato, del presente e del futuro. Brodsky presenta una serie di tavoli e un pannello interamente composto da contenitori trasparenti, alcuni dei quali nascondono piccoli oggetti. Le pareti ospitano una serie di disegni realizzati su rotolo di carta e delle incisioni: alcuni raffigurano paesaggi urbani industrializzati con sfondi montuosi, mentre altri oggetti fluttuanti che si sviluppano come un flusso di (sub)coscienza. Altri ancora si presentano in orizzontale: sequenze di profili umani simili ad animali o di profili animali simili a esseri umani, a cui si aggiunge una fila di corpi umani geometrici. Un gruppo di light-box graffiati con segni figurativi e astratti richiamano l’elemento della finestra. I tavoli, illuminati in modo soffuso, servono da dispositivi per esporre una serie di sculture in argilla cruda, con forme di edifici e di oggetti di uso quotidiano, caratteristiche della pratica di Brodsky e realizzate a Roma nelle settimane antecedenti alla mostra.
La mostra preleva lavori che spaziano dagli anni Novanta ai primi anni Duemila e li colloca nel contesto di una nuova installazione, introducendo e approfondendo il modo in cui anche l’architettura può diventare un dispositivo di narrazione.
ALEXANDER BRODSKY (Mosca, 1955) è un artista e architetto russo, riconosciuto per il suo ruolo di membro chiave degli “architetti di carta” del concettualismo moscovita. Nel 1972, mentre studiava all’Istituto di Architettura di Mosca, Brodsky ha incontrato il compagno di studi e artista Ilya Utkin, con cui ha collaborato per i due decenni successivi. Insieme, svilupparono una pratica distinta che combinava belle arti e architettura, dando vita a incisioni su larga scala, placcate in rame, con disegni surreali ed elaborati. Nel 2000 ha aperto un proprio studio di architettura a Mosca, dove continua a lavorare. Il lavoro di Brodsky è stato presentato alla sezione Back to the Future di Artissima nel 2018. Mostre personali si sono tenute, tra l’altro, alla Pushkin House, Londra (2017); al RISD Museum, University of Rhode Island, Providence (2016); alla Calvert 22 Gallery, Londra (2013) e all’Architecture Center Strelka, Mosca (2012). Ha partecipato a mostre collettive, tra cui General Rehearsal: a show in three acts from the collections of V-A-C, MMOMA and KADIST, Moscow Museum of Modern Art, Mosca (2018); Museum for Architectural Drawing, Berlino (2017); Museum of Art, Architecture and Technology (MAAT), Lisbona, Portogallo (2017); Fortune museum, Moscow Museum of Modern Art (MMOMA), Mosca (2014); e ha partecipato al Padiglione Antartico della 55ª Biennale di Venezia nel 2013. Brodsky è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Innovazione (2012), il Premio Kandinskyj (2010), il Premio Milano, Museo del Presente, Milano (2001) e, con Ilya Utkin, ha vinto il concorso di design East Meets West, Jacob K. Avits Convention Center, New York.
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