Come l'acqua come l'oro. Ròsa Gìsladòttir

Ecologia e Arte. Sculture di Rosa Gisladottir
Ecologia e Arte. Sculture di Rosa Gisladottir, Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali, Roma
Dal 22 June 2012 al 23 September 2012
Roma
Luogo: Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
Indirizzo: via IV Novembre 94
Orari: martedì - domenica ore 9.00-19
Costo del biglietto: intero € 11, ridotto € 9; residenti intero € 10, ridotto € 8 (Mostra + Museo)
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: info@mercatiditraiano.it
Sito ufficiale: http://www.mercatiditraiano.it
Suscitare una riflessione sul contrasto tra i fasti del passato da un lato e, dall'altro, il consumismo del presente, con gli esiti e le conseguenze che si può supporre ne deriveranno in futuro.
Questa l'idea alla base del progetto di Rosa Gisladottir, che nei Mercati di Traiano ha visto la cornice ideale per fare da sfondo alle sue creazioni, realizzate in materiali quali plastica, plexiglass, alluminio, acqua, inchiostro, con l'intenzione appunto di accostare, per contrasto, il lascito dell'antichità, i suoi reperti, ai materiali attualmente impiegati.
Si tratta, secondo la definizione dell'artista islandese, di "oggetti primari", ossia elementi d'uso comune, quotidiano – e perciò di età millenaria – che lei stessa ricrea utilizzando appunto i materiali di più ampia diffusione nell'evo contemporaneo, in particolare la plastica.
L'interrogativo sotteso, quasi una provocazione, è quello su quale sorta di reperti, in definitiva quale ambiente, lasceremo ai posteri: dal punto di vista di una "archeologia del futuro", di che genere di reputazione ci stiamo rendendo responsabili? La mostra è realizzata in collaborazione con l'Ambasciata Islandese in Italia
Si tratta, secondo la definizione dell'artista islandese, di "oggetti primari", ossia elementi d'uso comune, quotidiano – e perciò di età millenaria – che lei stessa ricrea utilizzando appunto i materiali di più ampia diffusione nell'evo contemporaneo, in particolare la plastica.
L'interrogativo sotteso, quasi una provocazione, è quello su quale sorta di reperti, in definitiva quale ambiente, lasceremo ai posteri: dal punto di vista di una "archeologia del futuro", di che genere di reputazione ci stiamo rendendo responsabili? La mostra è realizzata in collaborazione con l'Ambasciata Islandese in Italia
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