Gianluigi Mattia. Antropologia del pensiero erratico

Gianluigi Mattia. Antropologia del pensiero erratico, Biblioteca d’Archeologia e Storia dell’Arte di Roma
Dal 16 January 2014 al 17 February 2014
Roma
Luogo: Biblioteca d’Archeologia e Storia dell’Arte di Roma
Indirizzo: via del Collegio Romano 27
Orari: lunedì 14-19; mercoledì 9.30-17; giovedì 9.30-13.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 69770053
E-Mail info: b-asar@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.archeologica.librari.beniculturali.it
La mostra di Gianluigi Mattia ospitata negli spazi inconsueti e straordinari della Biblioteca d’Archeologia e Storia dell’Arte di Roma (Sala della Crociera), si propone come un viaggio a rebour del suo lavoro degli ultimi anni, previlegiando alcuni piccoli blocchi tematici e linguistici che sono imposti come esigenza di gioco e leggerezza negli interstizi di una produzione caratterizzata da forme e dimensioni abitualmente e decisamente più impegnative.
Costanti del suo lavoro, e in particolare delle “opere da camera” ora in mostra, sono la leggerezza del gioco combinatorio dei segni e dei materiali e la leggerezza della scrittura cortocircuitata d’origine Dadaista ( ma con evidenti richiami alle pionieristiche soluzioni di Rabelais). Sulle carte dei vari disegni esposti, come sui piombi, Mattia scrive con punzoni d’acciaio a secco, lasciando dunque che la scrittura si riveli esile, a luce radente: un esoterico disvelamento, un insinuazione, un suggerimento reticente.
Con enigmaticità e trasversale leggerezza Mattia danza anche l’immagine: da quella d’origine totemica e regressiva, alla museale e colta, a quella delle icone dei cartoon disneyani, La sua allora è un immagine capace di migrare e contaminarsi, senza aver paura di combustionarsi al calore luciferino dei segni primari, quali la macchia, il graffio, la cancellazione, l’impronta, ecc..
In mostra Mattia propone anche piccole sculture “assistite“, realizzate in gesso alabastrino la cui innocente bianchezza viene cortocircuitata con cera d’api, stoppa, garza, spago, occhi di vetro, sfoglia d’oro ecc.
Appositamente realizzati per la Biblioteca, i sette fogli modulari (di cui uno in piombo) presagiscono la formalizzazione di un libro d’artista ancora incompleto. Qui compaiono citazioni frammentarie da testi di aree storiche e culturali diverse (dal Vangelo di Marco a un Mantra tibetano, da Rilke a Pagliarani, da Rabelais a Sanguineti). A fronte, una pagina-territorio, luogo di una conflittualità tra segni e umori diversi, contrassegnati da una parola chiave ripetuta, ostinata, percussiva.
Questi pochi fogli, accanto alle altre opere selezionate per la Sala della Crociera, sintetizzano puntualmente la natura del linguaggio di Mattia: un enigma migrante tra scrittura (e dunque la parola), immagine e segni primari. Dunque una “Antropologia del pensiero erratico”, come recita l’intrigante ed enigmatico titolo della mostra.
Costanti del suo lavoro, e in particolare delle “opere da camera” ora in mostra, sono la leggerezza del gioco combinatorio dei segni e dei materiali e la leggerezza della scrittura cortocircuitata d’origine Dadaista ( ma con evidenti richiami alle pionieristiche soluzioni di Rabelais). Sulle carte dei vari disegni esposti, come sui piombi, Mattia scrive con punzoni d’acciaio a secco, lasciando dunque che la scrittura si riveli esile, a luce radente: un esoterico disvelamento, un insinuazione, un suggerimento reticente.
Con enigmaticità e trasversale leggerezza Mattia danza anche l’immagine: da quella d’origine totemica e regressiva, alla museale e colta, a quella delle icone dei cartoon disneyani, La sua allora è un immagine capace di migrare e contaminarsi, senza aver paura di combustionarsi al calore luciferino dei segni primari, quali la macchia, il graffio, la cancellazione, l’impronta, ecc..
In mostra Mattia propone anche piccole sculture “assistite“, realizzate in gesso alabastrino la cui innocente bianchezza viene cortocircuitata con cera d’api, stoppa, garza, spago, occhi di vetro, sfoglia d’oro ecc.
Appositamente realizzati per la Biblioteca, i sette fogli modulari (di cui uno in piombo) presagiscono la formalizzazione di un libro d’artista ancora incompleto. Qui compaiono citazioni frammentarie da testi di aree storiche e culturali diverse (dal Vangelo di Marco a un Mantra tibetano, da Rilke a Pagliarani, da Rabelais a Sanguineti). A fronte, una pagina-territorio, luogo di una conflittualità tra segni e umori diversi, contrassegnati da una parola chiave ripetuta, ostinata, percussiva.
Questi pochi fogli, accanto alle altre opere selezionate per la Sala della Crociera, sintetizzano puntualmente la natura del linguaggio di Mattia: un enigma migrante tra scrittura (e dunque la parola), immagine e segni primari. Dunque una “Antropologia del pensiero erratico”, come recita l’intrigante ed enigmatico titolo della mostra.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 3 October 2025 al 1 February 2026 Rovigo | Palazzo Roverella
Rodney Smith. Fotografia tra reale e surreale
-
Dal 3 October 2025 al 30 October 2025 Milano | Galleria Bottegantica
Boccioni e i Baer. La storia di una collezione ritrovata
-
Dal 2 October 2025 al 6 January 2026 Firenze | Palazzo Medici Riccardi
Clemen Parrocchetti. Ironia Ribelle
-
Dal 1 October 2025 al 1 February 2026 Torino | CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Lee Miller. Opere 1930-1955
-
Dal 27 September 2025 al 22 February 2026 Firenze | Museo degli Innocenti
Toulouse Lautrec. Un viaggio nella Parigi della Belle Époque
-
Dal 27 September 2025 al 1 February 2026 Parma | Palazzo Tarasconi
Dalì. Tra arte e mito