Matericità dell’Effimero

Roberta Ubaldi, rust59, 2020, olio su lamiera ossidata, 40x40 cm.
Dal 10 March 2021 al 24 April 2021
Roma
Luogo: Sala 1 - Centro Internazionale d’Arte Contemporanea
Indirizzo: Piazza di Porta San Giovanni 10
Orari: dal martedì al sabato 16.30 - 19.30
Curatori: Alice Penconi
Telefono per informazioni: +39 06 7008691
E-Mail info: salauno@salauno.com
Sito ufficiale: http://www.salauno.com
Sala 1 è lieta di presentare la mostra Matericità dell’Effimero, primo appuntamento del progetto Open - Portfolio, che nasce per coinvolgere e dare la possibilità ai giovani artisti di esporre i propri lavori.
L’esposizione, che vede come protagoniste Ellen Wolf, Ludovica Baldini e Roberta Ubaldi, è caratterizzata da una potente e coinvolgente forza di comunicazione sensoriale e percettiva che affiora e si palesa tramite l’energia cromatica, la potenza dei vari medium e dalle immagini evocate. Le opere riflettono sul concetto di tempo, casualità e fugacità delle tracce. Opere in transizione, esplorate mediante tecniche diverse quali la pittura, stampe fotografiche, installazioni video realizzate utilizzando materie e supporti misti, alquanto diversi tra loro, che creano una comunione unica.
Le tre artiste mettono in opera due livelli temporali facendoli interagire: un tempo oggettivo ciclico, il tempo del divenire del mondo dominato dal caos e dalla mancanza di senso; il tempo dell’eternità, come astrazione assoluta nella quale si cerca di fermare il tempo, il tutto correlato dalla poetica della casualità.
Ellen Wolf (nata ad Aarhus in Danimarca nel 1993; vive e lavora a Roma dal 2012) espone un duplice lavoro grafico giocando sulla contrapposizione, sul contrasto tra il classico contenitore dei momenti per noi preziosi e “la poca rilevanza” data.
Ludovica Baldini (nata ad Alatri nel 1993; vive e lavora a Roma) affronta il tema attraverso la rappresentazione dei resti di una natura morta, facendoci riflettere sul concetto di atemporalità, attraverso osservazioni sensibili che riportate alla mente ci fanno rivivere sensazioni e attimi ormai passati modificandone a volte la realtà.
Roberta Ubaldi (nata a Terni nel 1965; vive e lavora a Narni Scalo) tramite la sua personale cifra stilistica, con una tecnica estrema e delle cromie ridotte all’osso, utilizza lamiere di ferro in cui l’ossidazione creata dal tempo supera lo status di mero supporto per divenire parte essenziale dell’opera pittorica.
Un catalogo digitale della mostra sarà edito da Sala 1.
Si ringrazia l’Ambasciata di Danimarca in Italia.
L’esposizione, che vede come protagoniste Ellen Wolf, Ludovica Baldini e Roberta Ubaldi, è caratterizzata da una potente e coinvolgente forza di comunicazione sensoriale e percettiva che affiora e si palesa tramite l’energia cromatica, la potenza dei vari medium e dalle immagini evocate. Le opere riflettono sul concetto di tempo, casualità e fugacità delle tracce. Opere in transizione, esplorate mediante tecniche diverse quali la pittura, stampe fotografiche, installazioni video realizzate utilizzando materie e supporti misti, alquanto diversi tra loro, che creano una comunione unica.
Le tre artiste mettono in opera due livelli temporali facendoli interagire: un tempo oggettivo ciclico, il tempo del divenire del mondo dominato dal caos e dalla mancanza di senso; il tempo dell’eternità, come astrazione assoluta nella quale si cerca di fermare il tempo, il tutto correlato dalla poetica della casualità.
Ellen Wolf (nata ad Aarhus in Danimarca nel 1993; vive e lavora a Roma dal 2012) espone un duplice lavoro grafico giocando sulla contrapposizione, sul contrasto tra il classico contenitore dei momenti per noi preziosi e “la poca rilevanza” data.
Ludovica Baldini (nata ad Alatri nel 1993; vive e lavora a Roma) affronta il tema attraverso la rappresentazione dei resti di una natura morta, facendoci riflettere sul concetto di atemporalità, attraverso osservazioni sensibili che riportate alla mente ci fanno rivivere sensazioni e attimi ormai passati modificandone a volte la realtà.
Roberta Ubaldi (nata a Terni nel 1965; vive e lavora a Narni Scalo) tramite la sua personale cifra stilistica, con una tecnica estrema e delle cromie ridotte all’osso, utilizza lamiere di ferro in cui l’ossidazione creata dal tempo supera lo status di mero supporto per divenire parte essenziale dell’opera pittorica.
Un catalogo digitale della mostra sarà edito da Sala 1.
Si ringrazia l’Ambasciata di Danimarca in Italia.
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