Verena D'Alessandro. Percorsi. Opere scelte 2005-2012

Verena D'Alessandro. Percorsi. Opere scelte 2005-2012
Dal 27 February 2013 al 7 March 2013
Roma
Luogo: Palazzo Valentini
Indirizzo: via IV Novembre 119/a
Orari: da lunedì a venerdì 10-19; sabato 10-13
Telefono per informazioni: +39 06 67661/ 06 67664631
E-Mail info: info@provincia.roma.it
Sito ufficiale: http://www.palazzovalentini.it
Nella mostra personale di Verena D’Alessandro a Palazzo Valentini vengono presentati una ventina di dipinti ad olio - di cui diversi inediti - di grande e medio formato, che offrono una significativa antologia delle opere che l’artista ha realizzato sul tema del paesaggio suburbano ed extraurbano negli ultimi sette anni. Soggetti del primo nucleo di opere (2005-2008) sono i simboli del mutamento che, con intensità diverse, accomunano tutte le aree limitrofe alle metropoli: agglomerati di casermoni anonimi di periferia fittamente allineati, autostrade e grandi vie di scorrimento con i loro raccordi, snodi e diramazioni ferroviarie, depositi, capannoni e sili abbandonati: icone di moderna archeologia industriale . Sono luoghi comuni e ordinari dove l’uomo contemporaneo, seppur mai raffigurato nei quadri di Verena D’Alessandro, ha tuttavia vistosamente lasciato i segni del suo intervento. A caratterizzare le opere di questo primo periodo è una scenografia di habitat deserti permeati da una suggestiva, irreale atmosfera dai connotati vagamente inquietanti. In contrapposizione a questo primo gruppo di opere, il secondo (2009-2012) ritrae spazi e silenzi immensi, distese d’alta montagna con le nevi che si sciolgono ai primi tepori primaverili, le terre marrone intrise d’acqua, ghiacciati fiumi che meandrificano tra le nebbie invernali, prati che spuntano timidamente verdi dopo il gelo, ma anche crepuscoli e tramonti che inondano di calda luce vasti panorami a volo d’uccello.
Eseguiti con veloci colpi, raschiature e striature di spatola, i quadri in mostra, seppur con diversi temi, presentano molti tratti comuni. I paesaggi sono tutti luoghi di invenzione creati dalla fantasia e dalle memorie visive dell’artista, volutamente lontani da qualsiasi riferimento geografico. Un personale e riconoscibile stile di pittura caratterizza inoltre l’intero percorso artistico: una ricerca visiva in cui il naturalismo e la descrizione meticolosa viene superata da una riuscita combinazione tra l’essenzialità del segno al limite dell’informale e i codici referenziali della pittura figurativa. “Il tema paesaggistico di Verena D’Alessandro – come scrive Andrea Romoli Barberini nella presentazione in catalogo della mostra – affrancato com’è dalla rappresentazione fedele di luoghi realmente esistenti, può generarsi liberamente da una gestualità fluida, dissimulata dietro successivi interventi che, giocando con le analogie formali suggerite dalla pittura stessa, dirottano e riportano nei territori della referenzialità il segno e la macchia, la materia e il colore per tradurli e ricondurli in forme e strutture riconoscibili”. Ne risulta un realismo visionario che, rispetto alla pittura realista tout court, è più allusiva ed enigmatica sul piano comunicativo e più di atmosfera ed interpretata sul piano espressivo.
A completamento del percorso antologico e come omaggio alla città che ospita l’esposizione, la mostra include anche un quadro di grandi dimensioni che raffigura il profilo riconoscibile dell’orizzonte di Roma: una Roma ventura, immaginata come potrà essere in un futuro prossimo più che ritratta nel presente.
L’esposizione ha luogo nella bella cornice di Palazzo Valentini, nel cuore della Capitale, a pochi passi da Piazza Venezia. Il Palazzo vanta un lungo e prestigioso passato. Edificato alla fine del Cinquecento, più volte ampliato nel corso dei secoli successivi, divenuto nel 1873 sede centrale della Provincia di Roma, è oggi anche un luogo di visita di un importante sito archeologico: le ‘Domus’ patrizie romane di età imperiale risalenti al tardo II-III secolo d. C.
Eseguiti con veloci colpi, raschiature e striature di spatola, i quadri in mostra, seppur con diversi temi, presentano molti tratti comuni. I paesaggi sono tutti luoghi di invenzione creati dalla fantasia e dalle memorie visive dell’artista, volutamente lontani da qualsiasi riferimento geografico. Un personale e riconoscibile stile di pittura caratterizza inoltre l’intero percorso artistico: una ricerca visiva in cui il naturalismo e la descrizione meticolosa viene superata da una riuscita combinazione tra l’essenzialità del segno al limite dell’informale e i codici referenziali della pittura figurativa. “Il tema paesaggistico di Verena D’Alessandro – come scrive Andrea Romoli Barberini nella presentazione in catalogo della mostra – affrancato com’è dalla rappresentazione fedele di luoghi realmente esistenti, può generarsi liberamente da una gestualità fluida, dissimulata dietro successivi interventi che, giocando con le analogie formali suggerite dalla pittura stessa, dirottano e riportano nei territori della referenzialità il segno e la macchia, la materia e il colore per tradurli e ricondurli in forme e strutture riconoscibili”. Ne risulta un realismo visionario che, rispetto alla pittura realista tout court, è più allusiva ed enigmatica sul piano comunicativo e più di atmosfera ed interpretata sul piano espressivo.
A completamento del percorso antologico e come omaggio alla città che ospita l’esposizione, la mostra include anche un quadro di grandi dimensioni che raffigura il profilo riconoscibile dell’orizzonte di Roma: una Roma ventura, immaginata come potrà essere in un futuro prossimo più che ritratta nel presente.
L’esposizione ha luogo nella bella cornice di Palazzo Valentini, nel cuore della Capitale, a pochi passi da Piazza Venezia. Il Palazzo vanta un lungo e prestigioso passato. Edificato alla fine del Cinquecento, più volte ampliato nel corso dei secoli successivi, divenuto nel 1873 sede centrale della Provincia di Roma, è oggi anche un luogo di visita di un importante sito archeologico: le ‘Domus’ patrizie romane di età imperiale risalenti al tardo II-III secolo d. C.
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