Elliott Erwitt. Retrospettiva

© Elliott Erwitt / Magnum Photos | Elliott Erwitt, Paris, France, 1989, dettaglio
Dal 17 April 2013 al 1 September 2013
Torino
Luogo: Palazzo Madama
Indirizzo: piazza Castello
Orari: da martedì a sabato 10-18; domenica 10-19
Costo del biglietto: intero 8 €, ridotto 5 €
Telefono per informazioni: +39 011 4429523/ 011 4433501
E-Mail info: ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it
Sito ufficiale: http://www.palazzomadamatorino.it
Dal 17 aprile al 1 settembre 2013 la casa editrice d’arte Silvana Editoriale organizza, insieme alla celebre agenzia fotografica Magnum Photos, una ricca retrospettiva dedicata al fotografo della commedia umana Elliott Erwitt, ospitata nella Corte Medievale di Palazzo Madama a Torino. La mostra nasce in collaborazione con il Comune di Torino e la Fondazione Torino Musei.
L’esposizione è l’occasione per far conoscere al pubblico una selezione di 136 fotografie in bianco e nero, scelte fra quelle che hanno consacrato Elliott Erwitt come uno dei più grandi fotografi di fama mondiale. Il percorso è composto da tre sezioni, ciascuna delle quali è incentrata su un tema significativo all’interno del vasto repertorio iconografico del fotografo, nel quale ricorrono frequentemente immagini di bambini, animali domestici, personaggi famosi, scatti pubblicitari, scorci di città, visitatori di musei, ecc.
Elio Romano Erwitt nasce nel 1928 a Parigi da genitori russi di origine ebraica, trascorre l’infanzia a Milano fino al 1939, quando la famiglia emigra negli Stati Uniti a causa del fascismo. In America decide di cambiare il suo nome in Elliott (“Hello Elio” suonava come uno scioglilingua) e inizia a interessarsi alla fotografia frequentando la Hollywood High School di Los Angeles, mentre contemporaneamente lavora in un laboratorio che realizza stampe autografate per i fan delle stelle del cinema. Membro di Magnum Photos dal 1953 – fu proprio Robert Capa, socio fondatore dell’agenzia, a invitarlo a farne parte –, da oltre sessant’anni racconta la vita quotidiana e quella mondana con lucidità e arguzia.
“Si tratta di reagire a ciò che si vede, senza preconcetti – afferma – si possono trovare immagini da fotografare ovunque, basta semplicemente notare le cose e la loro disposizione, interessarsi a ciò che ci circonda e occuparsi dell’umanità e della commedia umana”.
Erede della tradizione fotografica che rese celebre Henri Cartier-Bresson, basata sull’abilità compositiva e sull’istintiva sensibilità nel “cogliere l’attimo”, Elliott Erwitt è riuscito a emergere con originalità nel panorama della fotografia del Novecento grazie a un piglio molto personale con cui è riuscito a raccontare il genere umano in tutte le sue manifestazioni, con distacco e realismo.
Il suo sguardo sottolinea con delicatezza il carattere comico, insolito o ridicolo di alcuni aspetti della vita, con una predilezione per gli scatti rubati, presi per strada, spesso all’insaputa dei soggetti ripresi. “Una forma di espressione fotografica sempre più difficile”, ha dichiarato Erwitt.
Le opere in mostra svelano la sottile ironia con cui ha saputo cogliere le piccole contraddizioni del reale e lo humour con cui si è divertito a svelare il doppio gioco del caso, come è evidente nella serie “Museum Watchers” o negli scatti dedicati ai cani – uno dei suoi soggetti preferiti – indagato in maniera spesso esilarante.
L’esposizione di Palazzo Madama rappresenta una delle più ricche restrospettive dedicate a Elliott Erwitt degli ultimi anni, e senza dubbio offre una visione della fotografia che ancora oggi ha molto da raccontare.
La mostra è accompagnata da un volume che raccoglie la selezione di fotografie del percorso espositivo e un contributo della giornalista e critica fotografica Angela Madesani.
L’esposizione è l’occasione per far conoscere al pubblico una selezione di 136 fotografie in bianco e nero, scelte fra quelle che hanno consacrato Elliott Erwitt come uno dei più grandi fotografi di fama mondiale. Il percorso è composto da tre sezioni, ciascuna delle quali è incentrata su un tema significativo all’interno del vasto repertorio iconografico del fotografo, nel quale ricorrono frequentemente immagini di bambini, animali domestici, personaggi famosi, scatti pubblicitari, scorci di città, visitatori di musei, ecc.
Elio Romano Erwitt nasce nel 1928 a Parigi da genitori russi di origine ebraica, trascorre l’infanzia a Milano fino al 1939, quando la famiglia emigra negli Stati Uniti a causa del fascismo. In America decide di cambiare il suo nome in Elliott (“Hello Elio” suonava come uno scioglilingua) e inizia a interessarsi alla fotografia frequentando la Hollywood High School di Los Angeles, mentre contemporaneamente lavora in un laboratorio che realizza stampe autografate per i fan delle stelle del cinema. Membro di Magnum Photos dal 1953 – fu proprio Robert Capa, socio fondatore dell’agenzia, a invitarlo a farne parte –, da oltre sessant’anni racconta la vita quotidiana e quella mondana con lucidità e arguzia.
“Si tratta di reagire a ciò che si vede, senza preconcetti – afferma – si possono trovare immagini da fotografare ovunque, basta semplicemente notare le cose e la loro disposizione, interessarsi a ciò che ci circonda e occuparsi dell’umanità e della commedia umana”.
Erede della tradizione fotografica che rese celebre Henri Cartier-Bresson, basata sull’abilità compositiva e sull’istintiva sensibilità nel “cogliere l’attimo”, Elliott Erwitt è riuscito a emergere con originalità nel panorama della fotografia del Novecento grazie a un piglio molto personale con cui è riuscito a raccontare il genere umano in tutte le sue manifestazioni, con distacco e realismo.
Il suo sguardo sottolinea con delicatezza il carattere comico, insolito o ridicolo di alcuni aspetti della vita, con una predilezione per gli scatti rubati, presi per strada, spesso all’insaputa dei soggetti ripresi. “Una forma di espressione fotografica sempre più difficile”, ha dichiarato Erwitt.
Le opere in mostra svelano la sottile ironia con cui ha saputo cogliere le piccole contraddizioni del reale e lo humour con cui si è divertito a svelare il doppio gioco del caso, come è evidente nella serie “Museum Watchers” o negli scatti dedicati ai cani – uno dei suoi soggetti preferiti – indagato in maniera spesso esilarante.
L’esposizione di Palazzo Madama rappresenta una delle più ricche restrospettive dedicate a Elliott Erwitt degli ultimi anni, e senza dubbio offre una visione della fotografia che ancora oggi ha molto da raccontare.
La mostra è accompagnata da un volume che raccoglie la selezione di fotografie del percorso espositivo e un contributo della giornalista e critica fotografica Angela Madesani.
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