I volti e l’anima. Lorenzo Lotto

I volti e l’anima. Lorenzo Lotto, Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo (TO)
Dal 6 October 2013 al 2 February 2014
San Secondo di Pinerolo | Torino
Luogo: Castello di Miradolo
Indirizzo: via Cardonata 1
Orari: mercoledì, giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e lunedì 10-18.30
Curatori: Vittorio Sgarbi
Enti promotori:
- Fondazione Cosso
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 6/ € 3
Telefono per informazioni: +39 0121 502761
E-Mail info: info@fondazionecosso.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionecosso.com/2013/09/10/la-prossima-mostra-lorenzo-lotto-dal-6-ottobre/
Apre al pubblico domenica 6 ottobre il secondo momento del ciclo espositivo dal titolo I volti e l’anima, pensato e voluto da Vittorio Sgarbi per il Castello di Miradolo. Dopo il successo di critica e pubblico che ha distinto l’esposizione primaverile su Tiziano Vecellio, questa nuova mostra della Fondazione Cosso è dedicata a Lorenzo Lotto.
Abilissimo pittore nato a Venezia nel 1480, in un ambiente culturale monopolizzato da Giovanni Bellini, Giorgione e Tiziano, in un clima fortemente conservatore dominato dall’urgenza controriformista del Concilio di Trento. Incapace di legarsi stabilmente alle correnti artistiche di maggior rilievo del Rinascimento veneziano e di rinunciare così alla propria autonomia e originalità stilistica, Lorenzo Lotto si trova costretto a spostarsi, cercando committenti in ambienti diversi, dai territori bergamaschi a quelli marchigiani. In questo peregrinare, l’intensità della sua produzione pittorica non fu sempre pienamente compresa, e Lotto soffrì di momenti di solitudine, sconforto e delusione. Con questo stato d’animo l’8 settembre 1554 si fece oblato alla Santa Casa di Loreto, dove vivrà gli ultimi due anni della sua vita, forse i più sereni, dipingendo per i confratelli del santuario mariano e dove morirà nel 1556. Dopo decenni di oblio gli studi di Bernard Berenson, del 1895, portarono finalmente a Lorenzo Lotto il meritato riconoscimento per il suo decisivo ruolo nell’arte italiana del Cinquecento.
La mostra si compone di 13 preziose opere divise in due differenti sezioni, una pensata per dar spazio ai “volti”, quindi ai ritratti, la seconda riservata all’“anima”, alle opere di carattere religioso. Le tele provengono da collezioni private e da prestigiosi musei pubblici: il Castello Sforzesco, l’Accademia Carrara, il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo e il Quirinale, e da due Diocesi, Bergamo e Bari.
Sia nei ritratti che nelle opere di carattere religioso, Lorenzo Lotto riesce a riflettere la propria inquieta personalità. Nessun pittore prima o dopo di lui ha interpretato stati d’animo, dubbi e fragilità, con la stessa immediatezza, adesione e condivisione.
La mostra trova il suo naturale compimento nell’allestimento video e sonoro che accompagna il visitatore nelle sale. La colonna sonora realizzata appositamente per questa mostra nell’ambito del progetto musicale Avant-Dernière Pensé cerca la stessa profonda introspezione e partecipazione suggerita dall’osservazione dei magnifici dipinti. Attraverso un percorso musicale che prende il via dalla riscoperta di Lotto a opera di Berenson, l’allestimento sonoro proporrà suggestioni primo novecentesche, per dar modo al visitatore di accostarsi all’artista con gli stessi occhi di chi ha saputo scoprirne e riscoprirne il valore in tempi relativamente recenti.
Abilissimo pittore nato a Venezia nel 1480, in un ambiente culturale monopolizzato da Giovanni Bellini, Giorgione e Tiziano, in un clima fortemente conservatore dominato dall’urgenza controriformista del Concilio di Trento. Incapace di legarsi stabilmente alle correnti artistiche di maggior rilievo del Rinascimento veneziano e di rinunciare così alla propria autonomia e originalità stilistica, Lorenzo Lotto si trova costretto a spostarsi, cercando committenti in ambienti diversi, dai territori bergamaschi a quelli marchigiani. In questo peregrinare, l’intensità della sua produzione pittorica non fu sempre pienamente compresa, e Lotto soffrì di momenti di solitudine, sconforto e delusione. Con questo stato d’animo l’8 settembre 1554 si fece oblato alla Santa Casa di Loreto, dove vivrà gli ultimi due anni della sua vita, forse i più sereni, dipingendo per i confratelli del santuario mariano e dove morirà nel 1556. Dopo decenni di oblio gli studi di Bernard Berenson, del 1895, portarono finalmente a Lorenzo Lotto il meritato riconoscimento per il suo decisivo ruolo nell’arte italiana del Cinquecento.
La mostra si compone di 13 preziose opere divise in due differenti sezioni, una pensata per dar spazio ai “volti”, quindi ai ritratti, la seconda riservata all’“anima”, alle opere di carattere religioso. Le tele provengono da collezioni private e da prestigiosi musei pubblici: il Castello Sforzesco, l’Accademia Carrara, il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo e il Quirinale, e da due Diocesi, Bergamo e Bari.
Sia nei ritratti che nelle opere di carattere religioso, Lorenzo Lotto riesce a riflettere la propria inquieta personalità. Nessun pittore prima o dopo di lui ha interpretato stati d’animo, dubbi e fragilità, con la stessa immediatezza, adesione e condivisione.
La mostra trova il suo naturale compimento nell’allestimento video e sonoro che accompagna il visitatore nelle sale. La colonna sonora realizzata appositamente per questa mostra nell’ambito del progetto musicale Avant-Dernière Pensé cerca la stessa profonda introspezione e partecipazione suggerita dall’osservazione dei magnifici dipinti. Attraverso un percorso musicale che prende il via dalla riscoperta di Lotto a opera di Berenson, l’allestimento sonoro proporrà suggestioni primo novecentesche, per dar modo al visitatore di accostarsi all’artista con gli stessi occhi di chi ha saputo scoprirne e riscoprirne il valore in tempi relativamente recenti.
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