Nino Ventura. Archeologie sentimentali – 3.0

Nino Ventura, Trittico delle brocche barocche
Dal 12 September 2015 al 4 October 2015
Avigliana | Torino
Luogo: Chiesa di Santa Croce
Indirizzo: piazza Conte Rosso
Orari: sabato e domenica dalle 15 alle 20
Curatori: Associazione culturale “Arte per Voi” - Avigliana (To)
Enti promotori:
- Regione Piemonte
- Città Metropolitana di Torino
- Città di Avigliana
E-Mail info: lcastagna@artepervoi.it
Sito ufficiale: http://artepervoi.it/
Sospese in un epoca senza tempo, le opere di Ventura raccontano storie passate o annunciano eventi futuri. Cercando un dialogo diretto con il pubblico, suggeriscono possibili interpretazioni e si prestano ad una lettura stratificata che consente, anche allo spettatore più “distratto”, di ricevere emozioni.
E’ come trovarsi in un museo archeologico, nel cuore di un’antica città, nelle sale di un palazzo storico, in una grotta scavata dai pastori nelle montagne.
È come se la materia stessa, nella sua forma strutturata e visibile, raccontasse la sua storia e la storia di quell’umanità che l’ha vissuta e popolata: energia collettiva che si percepisce nei luoghi di culto, nelle feste popolari e nelle opere di questo artista.
Le sculture di Ventura non urlano, non lanciano proclami, non denunciano, non devono dimostrare nulla, non ridono, non piangono, non sono ammiccanti, non sono volgari … le opere di Ventura sussurrano, suggeriscono, rimandano, aprono porte e finestre, ricordano, annunciano … ma lo fanno sempre con la leggerezza della poesia.
La ritualità, l’estetica, la teatralità e l’armonia sono elementi importanti nel lavoro dell'artista e sono l’essenza della ricerca che ha accompagnato la sua produzione fin dalla sua prima esposizione nel 1994.
Ventura cerca un rapporto diretto, una sintonia con lo spettatore, una estetica comune, un background collettivo ed un elemento di comunione che siano in grado di “solleticare” gli strati ancestrali del nostro cervello.
Forme, segni e codificazioni riconoscibili, familiari, un deja vu che si percepisce attraverso la vista ma che si espande coinvolgendo anche tutti gli altri sensi.
Un gioco che, ogni volta, l’artista ripropone con autenticità ed intelligenza. Significati e significanti che si sommano riproponendo all'infinito quel dialogo tra esseri viventi, in una determinata situazione spazio-temporale, che dia un senso all’esistenza ed un'occasione all'immortalità.
“Archeologie Sentimentali - 3.0” propone una nuova serie di lavori, principalmente in terracotta, che hanno la capacità di stupirci. Con gioia creativa, infatti, Ventura riporta in scena i suoi attori, la sua rappresentazione della vita: un luogo dove le nostre storie si intrecciano in un religioso silenzio o nel frastuono dei nostri pensieri.
L’unica avvertenza per lo spettatore è quella di porsi nei confronti dei lavori di Nino Ventura con la giusta disponibilità, affrancandosi dalla necessità di capire, di trovare, di spiegare: unica condizione per “ricevere” ciò che Nino generosamente vuole donarci.
Solo così tutto sarà chiaro e nascerà quel prodigioso momento di silenzio assoluto, quella scintilla che collegherà l’opera al suo osservatore, in uno spazio e in un tempo dove persino l’artista non sarà più presente né necessario.
Virginia Wood
E’ come trovarsi in un museo archeologico, nel cuore di un’antica città, nelle sale di un palazzo storico, in una grotta scavata dai pastori nelle montagne.
È come se la materia stessa, nella sua forma strutturata e visibile, raccontasse la sua storia e la storia di quell’umanità che l’ha vissuta e popolata: energia collettiva che si percepisce nei luoghi di culto, nelle feste popolari e nelle opere di questo artista.
Le sculture di Ventura non urlano, non lanciano proclami, non denunciano, non devono dimostrare nulla, non ridono, non piangono, non sono ammiccanti, non sono volgari … le opere di Ventura sussurrano, suggeriscono, rimandano, aprono porte e finestre, ricordano, annunciano … ma lo fanno sempre con la leggerezza della poesia.
La ritualità, l’estetica, la teatralità e l’armonia sono elementi importanti nel lavoro dell'artista e sono l’essenza della ricerca che ha accompagnato la sua produzione fin dalla sua prima esposizione nel 1994.
Ventura cerca un rapporto diretto, una sintonia con lo spettatore, una estetica comune, un background collettivo ed un elemento di comunione che siano in grado di “solleticare” gli strati ancestrali del nostro cervello.
Forme, segni e codificazioni riconoscibili, familiari, un deja vu che si percepisce attraverso la vista ma che si espande coinvolgendo anche tutti gli altri sensi.
Un gioco che, ogni volta, l’artista ripropone con autenticità ed intelligenza. Significati e significanti che si sommano riproponendo all'infinito quel dialogo tra esseri viventi, in una determinata situazione spazio-temporale, che dia un senso all’esistenza ed un'occasione all'immortalità.
“Archeologie Sentimentali - 3.0” propone una nuova serie di lavori, principalmente in terracotta, che hanno la capacità di stupirci. Con gioia creativa, infatti, Ventura riporta in scena i suoi attori, la sua rappresentazione della vita: un luogo dove le nostre storie si intrecciano in un religioso silenzio o nel frastuono dei nostri pensieri.
L’unica avvertenza per lo spettatore è quella di porsi nei confronti dei lavori di Nino Ventura con la giusta disponibilità, affrancandosi dalla necessità di capire, di trovare, di spiegare: unica condizione per “ricevere” ciò che Nino generosamente vuole donarci.
Solo così tutto sarà chiaro e nascerà quel prodigioso momento di silenzio assoluto, quella scintilla che collegherà l’opera al suo osservatore, in uno spazio e in un tempo dove persino l’artista non sarà più presente né necessario.
Virginia Wood
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