Fritz Osswald

Fritz Osswald, Museo Immaginario, Domodossola
Dal 17 December 2013 al 31 January 2014
Domodossola | Verbano-Cusio-Ossola
Luogo: Museo Immaginario
Indirizzo: via Mellerio 2
Orari: 11-13
Telefono per informazioni: +39 339 3294909
E-Mail info: museoimmaginario@hotmail.it
Sito ufficiale: http://museoimmaginario.blogspot.it
Nato a Zurigo il 23 giugno del 1878, inizia i suoi studi a Winterthur. Nel 1887 si trasferisce a Monaco, dove è allievo di Nikolaos Gysis e Wilhelm von Diez.
Dal 1904 inizia ad esporre nelle mostre della Secessione di Monaco, di cui è membro, e presso il Glaspalast. Nel 1913 viene chiamato a far parte della colonia di artisti di Darmstadt. Dopo la Prima Guerra Mondiale, che lo vede arruolato nell'esercito svizzero, si trasferisce presso Zurigo e, nel 1922, definitivamente a Starnberg, in Baviera.
Pittore dapprima espressionista, quindi post-impressionista, si dedicò con successo alle nature morte e ai paesaggi montani innevati.
“Nelle opere di Osswald la poesia è ovunque. La si trova nelle nature morte, dai toni quasi piangenti nonostante la vivacità dei colori; la si trova nei ritratti, che, come nel meraviglioso dipinto "Gente di paese", accostano i temperamenti con mano leggera, permettendo solo al pennello di godere di tutto il calore della forza creativa dei colori. La si trova anche nello splendido e intimamente forte ritratto di una vecchia signora e la si trova, più viva e più persistente che mai, nei suoi paesaggi. Il solo fatto che tra tutte le stagioni ami così tanto l'inverno, con la sua segreta malinconia, dimostra l’intensità della poesia che pervade tutto il suo essere. So che in inverno ogni mattina, dietro l'Hofgarten, nel parco di Nynphenburg e in altri luoghi nei dintorni di Monaco, con le mani nascoste in spesse manopole, dipinge, specialmente nei giorni gelidi, e ha fatto del quadro invernale, del simbolo della nostra esistenza che con la luce del sole e l'atmosfera glaciale diventa una parabola della vita che sfiorisce, una specialità della sua arte. Qui ritrova soggetti che gli permettono, da maestro dell'anima quale è, di far apprezzare l’intensa tristezza gemente dell'inverno all'occhio e al cuore di chi contempla il dipinto, nonostante il sole, con i suoi riflessi gioiosi, scenda quasi sempre sui bianchi arazzi di neve e penetri tra i tronchi del bosco innevato.”
Dal 1904 inizia ad esporre nelle mostre della Secessione di Monaco, di cui è membro, e presso il Glaspalast. Nel 1913 viene chiamato a far parte della colonia di artisti di Darmstadt. Dopo la Prima Guerra Mondiale, che lo vede arruolato nell'esercito svizzero, si trasferisce presso Zurigo e, nel 1922, definitivamente a Starnberg, in Baviera.
Pittore dapprima espressionista, quindi post-impressionista, si dedicò con successo alle nature morte e ai paesaggi montani innevati.
“Nelle opere di Osswald la poesia è ovunque. La si trova nelle nature morte, dai toni quasi piangenti nonostante la vivacità dei colori; la si trova nei ritratti, che, come nel meraviglioso dipinto "Gente di paese", accostano i temperamenti con mano leggera, permettendo solo al pennello di godere di tutto il calore della forza creativa dei colori. La si trova anche nello splendido e intimamente forte ritratto di una vecchia signora e la si trova, più viva e più persistente che mai, nei suoi paesaggi. Il solo fatto che tra tutte le stagioni ami così tanto l'inverno, con la sua segreta malinconia, dimostra l’intensità della poesia che pervade tutto il suo essere. So che in inverno ogni mattina, dietro l'Hofgarten, nel parco di Nynphenburg e in altri luoghi nei dintorni di Monaco, con le mani nascoste in spesse manopole, dipinge, specialmente nei giorni gelidi, e ha fatto del quadro invernale, del simbolo della nostra esistenza che con la luce del sole e l'atmosfera glaciale diventa una parabola della vita che sfiorisce, una specialità della sua arte. Qui ritrova soggetti che gli permettono, da maestro dell'anima quale è, di far apprezzare l’intensa tristezza gemente dell'inverno all'occhio e al cuore di chi contempla il dipinto, nonostante il sole, con i suoi riflessi gioiosi, scenda quasi sempre sui bianchi arazzi di neve e penetri tra i tronchi del bosco innevato.”
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 3 October 2025 al 1 February 2026 Rovigo | Palazzo Roverella
Rodney Smith. Fotografia tra reale e surreale
-
Dal 3 October 2025 al 30 October 2025 Milano | Galleria Bottegantica
Boccioni e i Baer. La storia di una collezione ritrovata
-
Dal 2 October 2025 al 6 January 2026 Firenze | Palazzo Medici Riccardi
Clemen Parrocchetti. Ironia Ribelle
-
Dal 1 October 2025 al 1 February 2026 Torino | CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Lee Miller. Opere 1930-1955
-
Dal 27 September 2025 al 22 February 2026 Firenze | Museo degli Innocenti
Toulouse Lautrec. Un viaggio nella Parigi della Belle Époque
-
Dal 27 September 2025 al 1 February 2026 Parma | Palazzo Tarasconi
Dalì. Tra arte e mito