Picasso a Roma

Arlecchino musicista di Pablo Picasso
10/10/2008
“La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico”. Pablo Picasso
La mostra presenta l’opera del grande maestro spagnolo in momento davvero fondamentale nella sua lunga carriera, ovvero negli anni tra le due grandi guerre. A quel tempo, Picasso stava attraversando contemporaneamente diverse fasi artistiche anche contraddittorie tra loro, senza mai scegliere un sentiero definitivo, e, per usare una metafora, era come un giocoliere che tiene in equilibrio in aria diverse palle. La personalità dell’artista era divisa tra diverse suggestioni: ritorno all’ordine (neoclassicismo), astrazione, Surrealismo, Matisse, Espressionismo, ecc.
La famiglia Picasso, prestigiose collezioni private ed i più importanti musei di tutto il mondo hanno sostenuto questo ambizioso progetto con il prestito di opere di altissima qualità.
L'esposizione Picasso 1917 - 1937 L'Arlecchino dell'arte è a cura di Yve-Alain Bois, Ordinario di Storia dell'Arte, School of Historical Studies presso l'Institute for Advanced Study di Princeton, New Jersey si avvale della collaborazione di un prestigioso comitato scientifico composto dai più noti studiosi di arte moderna del mondo.
“La storia dell'arte è ricca di pittori prolifici - afferma Yve-Alain Bois -(benché nessuno raggiunga i livelli di Picasso) ed è tutt'altro che insolito riscontrare, nella produzione complessiva di un dato artista, stili alquanto distinti e talvolta persino contraddittori. Una simile varietà, tuttavia, è sempre il risultato di un'evoluzione, effetto di una maturazione personale. Questo è vero anche per la prima parte della carriera di Picasso: il periodo blu fu seguito dal periodo rosa, il periodo rosa dal cubismo. Il 1917, anno in cui si colloca appunto l'inizio di questa mostra, segna tuttavia una definitiva inversione di tendenza: Picasso smette di sostituire una data maniera con un'altra e non scarta più nulla, inventando stili sempre nuovi senza mai eliminare quelli precedenti.
Negli anni, anzi, si costruisce un incredibile arsenale di forme e approcci al quale attinge liberamente ogni volta che ne ha voglia o che lo ritiene opportuno. Di conseguenza non gli parrà affatto strano dipingere, nell'arco dello stesso mese o persino dello stesso giorno, un Arlecchino -neoclassico- e una versione cubista o magari surrealista dello stesso personaggio teatrale.
Arlecchino può essere qualsiasi cosa desideri e Picasso, che era all'apice della sua produttività e poteva adottare contemporaneamente gli stilemi del cubismo, del neoclassicismo, del surrealismo e dell'espressionismo, aveva diverse affinità con questa maschera leggendaria”.
A testimoniare quest'interesse, la mostra presenta ben quattro diverse interpretazioni che Picasso dà di questo soggetto: il classico Arlecchino (Ritratto di Le'onice Massine) del 1917 (Museu Picasso, Barcelona), lo splendido Arlecchino suonatore cubista del 1924 (The National Gallery of Art, Washington D.C.), l'Arlecchino astrattista del 1927 (The Metropolitan Museum of Art, New York) e la Testa di Arlecchino surrealista sempre del 1927 (collezione privata).
Il Picasso che emerge da questa ricchissima mostra, è un artista straordinariamente onnicomprensivo e proprio per questo è restato tanto a lungo un punto di riferimento imperativo per molti artisti più giovani e al tempo stesso è diventatoun ostacolo così difficile da superare per coloro che erano alla ricerca di uno stile originale. Mantenere viva la tradizione continuando a trasformarla: per Picasso era questa la scelta indispensabile.
Picasso 1917 - 1937 L'Arlecchino dell'arte
Complesso del Vittoriano
via San Pietro in Carcere - Roma
Orario: lun-gio 9.30-19.30, ven-sab 9.30-23.30, dom 9.30-20.30
Biglietti: euro 10, ridotto euro 7.50
La mostra presenta l’opera del grande maestro spagnolo in momento davvero fondamentale nella sua lunga carriera, ovvero negli anni tra le due grandi guerre. A quel tempo, Picasso stava attraversando contemporaneamente diverse fasi artistiche anche contraddittorie tra loro, senza mai scegliere un sentiero definitivo, e, per usare una metafora, era come un giocoliere che tiene in equilibrio in aria diverse palle. La personalità dell’artista era divisa tra diverse suggestioni: ritorno all’ordine (neoclassicismo), astrazione, Surrealismo, Matisse, Espressionismo, ecc.
La famiglia Picasso, prestigiose collezioni private ed i più importanti musei di tutto il mondo hanno sostenuto questo ambizioso progetto con il prestito di opere di altissima qualità.
L'esposizione Picasso 1917 - 1937 L'Arlecchino dell'arte è a cura di Yve-Alain Bois, Ordinario di Storia dell'Arte, School of Historical Studies presso l'Institute for Advanced Study di Princeton, New Jersey si avvale della collaborazione di un prestigioso comitato scientifico composto dai più noti studiosi di arte moderna del mondo.
“La storia dell'arte è ricca di pittori prolifici - afferma Yve-Alain Bois -(benché nessuno raggiunga i livelli di Picasso) ed è tutt'altro che insolito riscontrare, nella produzione complessiva di un dato artista, stili alquanto distinti e talvolta persino contraddittori. Una simile varietà, tuttavia, è sempre il risultato di un'evoluzione, effetto di una maturazione personale. Questo è vero anche per la prima parte della carriera di Picasso: il periodo blu fu seguito dal periodo rosa, il periodo rosa dal cubismo. Il 1917, anno in cui si colloca appunto l'inizio di questa mostra, segna tuttavia una definitiva inversione di tendenza: Picasso smette di sostituire una data maniera con un'altra e non scarta più nulla, inventando stili sempre nuovi senza mai eliminare quelli precedenti.
Negli anni, anzi, si costruisce un incredibile arsenale di forme e approcci al quale attinge liberamente ogni volta che ne ha voglia o che lo ritiene opportuno. Di conseguenza non gli parrà affatto strano dipingere, nell'arco dello stesso mese o persino dello stesso giorno, un Arlecchino -neoclassico- e una versione cubista o magari surrealista dello stesso personaggio teatrale.
Arlecchino può essere qualsiasi cosa desideri e Picasso, che era all'apice della sua produttività e poteva adottare contemporaneamente gli stilemi del cubismo, del neoclassicismo, del surrealismo e dell'espressionismo, aveva diverse affinità con questa maschera leggendaria”.
A testimoniare quest'interesse, la mostra presenta ben quattro diverse interpretazioni che Picasso dà di questo soggetto: il classico Arlecchino (Ritratto di Le'onice Massine) del 1917 (Museu Picasso, Barcelona), lo splendido Arlecchino suonatore cubista del 1924 (The National Gallery of Art, Washington D.C.), l'Arlecchino astrattista del 1927 (The Metropolitan Museum of Art, New York) e la Testa di Arlecchino surrealista sempre del 1927 (collezione privata).
Il Picasso che emerge da questa ricchissima mostra, è un artista straordinariamente onnicomprensivo e proprio per questo è restato tanto a lungo un punto di riferimento imperativo per molti artisti più giovani e al tempo stesso è diventatoun ostacolo così difficile da superare per coloro che erano alla ricerca di uno stile originale. Mantenere viva la tradizione continuando a trasformarla: per Picasso era questa la scelta indispensabile.
Picasso 1917 - 1937 L'Arlecchino dell'arte
Complesso del Vittoriano
via San Pietro in Carcere - Roma
Orario: lun-gio 9.30-19.30, ven-sab 9.30-23.30, dom 9.30-20.30
Biglietti: euro 10, ridotto euro 7.50
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