Terence Koh al Whitney Museum

Tamburi neri di Terence Koh
02/02/2007
L'americano di origine cinese Terence Koh è in mostra al Whitney Museum di New York fino al 27 Maggio, per la sua prima esposizione personale sul suolo statunitense.
Terence Koh, giovane ed eccentrico artista, conosciuto anche come “asianpunkboy” dagli addetti ai lavori, crea libri e riviste fatti a mano, dipinti, fotografie, sculture e installazioni. La maggior parte del suo lavoro è frutto di singolari influenze punk e pornografiche, collocandosi tra fisicità e desiderio ed esprimendosi con un proprio personalissimo linguaggio.
Il materiale primario per la mostra al Whitney è la luce, che l'artista usa per creare un'atmosfera seduttiva e sfuggente, il cui fine è quello di creare un'interazione psicologica con l'osservatore che evoca desiderio e perdita, dolore e speranza.
L'intera arte di Koh include spesso allusioni a sessualità, etnicità e all'adolescenza, sfociando in un dilemma esistenziale che oscilla tra due poli contrastanti quali la ricerca del piacere e la mortalità.
L'uso di materiali come cenere, capelli, farfalle e gioielli suggerisce una sensazione di fugacità, mentre l'uso di elementi quali batterie, lampadari, insegne al neon e busti greci è riconducibile alla voglia di trasmettere divertimento e potere.
Comune a tutte le sue opere è l'impiego di colori monocromatici come il nero peccaminoso, il bianco purificante e la luce della polvere di diamanti.
L'attuale installazione si ricollega ad una passata esposizione di Koh, tenutasi alla Kunsthalle di Zurigo e l'artista prevede per la mostra al Whitney una “inversione e collasso” rispetto alla precendente esperienza svizzera.
Il curatore e organizzatore associato dell'esposizione, Shamim M. Momin, afferma: “Nell'ambiente immersivo, tipicamente monocromatico di Koh — nel quale aspetti minimalisti e barocchi della sua sensibilità competono per il dominio — sembra verificarsi uno sconosciuto rituale, nel quale un senso di perdita simultaneamente suggerisce rigenerazione. Il suo lavoro gioca sulla bellezza melanconica e sulla sublime trascendenza del vuoto”.
Terence Koh ha già esposto in passato al Whitney Museum, in occasione della Biennale del 2004, anche se in gruppo.
E' stato creato un catalogo unico come parte integrale, ma autonoma, di entrambe le mostre di Zurigo e del Whitney. In aggiunta a saggi da parte dei curatori Shamim M. Momin e Beatrix Ruf, il catalogo include una serie di illustrazioni create dall'artista appositamente per questa pubblicazione.
Terence Koh
Fino al 27 maggio 2007
Whitney Museum of American Art
945 Madison Avenue at 75th Street, New York
Mercoledì e Giovedì 11.00-18.00; Venerdì 13.00–21.00; Sabato e Domenica 11.00–18.00
Infoline: (917) 663-2453
http://www.whitney.org
Terence Koh, giovane ed eccentrico artista, conosciuto anche come “asianpunkboy” dagli addetti ai lavori, crea libri e riviste fatti a mano, dipinti, fotografie, sculture e installazioni. La maggior parte del suo lavoro è frutto di singolari influenze punk e pornografiche, collocandosi tra fisicità e desiderio ed esprimendosi con un proprio personalissimo linguaggio.
Il materiale primario per la mostra al Whitney è la luce, che l'artista usa per creare un'atmosfera seduttiva e sfuggente, il cui fine è quello di creare un'interazione psicologica con l'osservatore che evoca desiderio e perdita, dolore e speranza.
L'intera arte di Koh include spesso allusioni a sessualità, etnicità e all'adolescenza, sfociando in un dilemma esistenziale che oscilla tra due poli contrastanti quali la ricerca del piacere e la mortalità.
L'uso di materiali come cenere, capelli, farfalle e gioielli suggerisce una sensazione di fugacità, mentre l'uso di elementi quali batterie, lampadari, insegne al neon e busti greci è riconducibile alla voglia di trasmettere divertimento e potere.
Comune a tutte le sue opere è l'impiego di colori monocromatici come il nero peccaminoso, il bianco purificante e la luce della polvere di diamanti.
L'attuale installazione si ricollega ad una passata esposizione di Koh, tenutasi alla Kunsthalle di Zurigo e l'artista prevede per la mostra al Whitney una “inversione e collasso” rispetto alla precendente esperienza svizzera.
Il curatore e organizzatore associato dell'esposizione, Shamim M. Momin, afferma: “Nell'ambiente immersivo, tipicamente monocromatico di Koh — nel quale aspetti minimalisti e barocchi della sua sensibilità competono per il dominio — sembra verificarsi uno sconosciuto rituale, nel quale un senso di perdita simultaneamente suggerisce rigenerazione. Il suo lavoro gioca sulla bellezza melanconica e sulla sublime trascendenza del vuoto”.
Terence Koh ha già esposto in passato al Whitney Museum, in occasione della Biennale del 2004, anche se in gruppo.
E' stato creato un catalogo unico come parte integrale, ma autonoma, di entrambe le mostre di Zurigo e del Whitney. In aggiunta a saggi da parte dei curatori Shamim M. Momin e Beatrix Ruf, il catalogo include una serie di illustrazioni create dall'artista appositamente per questa pubblicazione.
Terence Koh
Fino al 27 maggio 2007
Whitney Museum of American Art
945 Madison Avenue at 75th Street, New York
Mercoledì e Giovedì 11.00-18.00; Venerdì 13.00–21.00; Sabato e Domenica 11.00–18.00
Infoline: (917) 663-2453
http://www.whitney.org
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Mondo | Dal 5 novembre al 2 febbraio a Parigi
La Galleria dei Carracci "in trasferta" al Louvre
-
Brescia | Dal 24 gennaio al 14 giugno a Palazzo Martinengo
Brescia riscopre il Liberty. L'arte dell'Italia moderna si racconta in una mostra
-
Venezia | Transforming Energy dal 6 maggio al 19 ottobre 2026
Marina Abramović 80 ragioni per una mostra a Venezia
-
Sul piccolo schermo dal 29 settembre al 5 ottobre
La settimana in tv, dai bambini di Valerio Berruti alla sfida tra Bernini e Borromini
-
Milano | A Milano fino all’11 gennaio 2026
“Forme di luce”, la grande mostra su Man Ray a Palazzo Reale
-
Milano | A Milano fino all’8 febbraio
Al Mudec un nuovo sguardo sull'evoluzione di Escher, tra scienza e influssi islamici