Fino al 10 febbraio il designer italiano protagonista di un racconto a 360 gradi al MAD
Tutto Gio Ponti in mostra a Parigi

Illustrazione per “Una piccola casa ideale”, 1939 © Gio Ponti Archives
Francesca Grego
24/10/2018
Mondo - Parigi celebra l’ingegno versatile di Gio Ponti in una grande mostra al MAD – Museo delle Arti Decorative. “Un’opera mondo” la sua, scrivono i curatori Olivier Gabet, Dominique Forest, Sophie Bouilhet-Dumas e Salvatore Licitra, che lo rende “il legittimo successore dei più grandi artisti del Rinascimento italiano”: un architetto-designer dai molti volti, capace di “disegnare i contorni di un altro mondo possibile, poetico e pratico, leggero, luminoso, vibrante, che incarna la capacità di un patrimonio che non smette mai di affascinare: come un Leonardo o un Michelangelo degli oggetti, che spazia dall’insieme al dettaglio”.
Fino al prossimo 10 febbraio, Tutto Ponti, Giò Ponti archi-designer ripercorrerà l’intera carriera del creativo italiano, dall’architettura al design industriale, muovendosi tra arredamento, tessuti, illuminazione, arte vetraria, ceramica, oreficeria, fino all’editoria con la rivista Domus di cui fu direttore, alle case progettate nel mondo e alle opere totali.
Quasi 500 opere, alcune delle quali mai mostrate prima d’ora, raccontano sei decenni (dal 1921 al 1978) in sezioni cronologiche e tematiche che mettono in evidenza le collaborazioni con grandi marchi del made in Italy e della scena internazionale, come Richard Ginori, Cassina, Christofle e Fontana Arte, e quelle con le piccole imprese artigianali, da cui sono nati lavori originali come quelli in cartapesta e rame smaltato.
Dal progetto per la Concattedrale Gran Madre di Taranto, l’itinerario si invola lungo tre fili conduttori: gli oggetti, i mobili e le architetture, illustrate attraverso disegni, maquette, fotografie e filmati d’epoca. Per finire in bellezza con le ricostruzioni di sei stanze firmate Ponti, una per ogni decennio: la villa L’Angelo Volante, nei dintorni di Parigi, il milanese Palazzo Montecatini, Palazzo-Bo per l’Università di Padova e Casa Ponti in via Dezza, a Milano, fino a Villa Plachard a Caracas.
Da non perdere, la sezione dedicata al teatro, con i disegni delle scenografie create per le opere e i balletti della Scala. E infine un inedito inatteso: il rotolo con lo storyboard tratto dall’Enrico IV di Pirandello, dal quale Ponti avrebbe voluto realizzare un film.
“Creatore eclettico, interessato tanto alla produzione industriale quanto all’artigianato, Gio Ponti ha arricchito l’architettura indicando le prospettive per una nuova arte del vivere”, commentano i curatori nel catalogo edito dal MAD e, nella versione inglese, da Silvana Editoriale.
E in occasione della mostra il 28 novembre farà il suo debutto a Parigi anche il documentario Amare Gio Ponti, presentato dalla regista Francesca Molteni e con il curatore della mostra e responsabile di Gio Ponti Archives Salvatore Licitra: in primo piano la fortuna critica del designer, da scoprire in un viaggio tra le sue principali opere di architettura.
Fino al prossimo 10 febbraio, Tutto Ponti, Giò Ponti archi-designer ripercorrerà l’intera carriera del creativo italiano, dall’architettura al design industriale, muovendosi tra arredamento, tessuti, illuminazione, arte vetraria, ceramica, oreficeria, fino all’editoria con la rivista Domus di cui fu direttore, alle case progettate nel mondo e alle opere totali.
Quasi 500 opere, alcune delle quali mai mostrate prima d’ora, raccontano sei decenni (dal 1921 al 1978) in sezioni cronologiche e tematiche che mettono in evidenza le collaborazioni con grandi marchi del made in Italy e della scena internazionale, come Richard Ginori, Cassina, Christofle e Fontana Arte, e quelle con le piccole imprese artigianali, da cui sono nati lavori originali come quelli in cartapesta e rame smaltato.
Dal progetto per la Concattedrale Gran Madre di Taranto, l’itinerario si invola lungo tre fili conduttori: gli oggetti, i mobili e le architetture, illustrate attraverso disegni, maquette, fotografie e filmati d’epoca. Per finire in bellezza con le ricostruzioni di sei stanze firmate Ponti, una per ogni decennio: la villa L’Angelo Volante, nei dintorni di Parigi, il milanese Palazzo Montecatini, Palazzo-Bo per l’Università di Padova e Casa Ponti in via Dezza, a Milano, fino a Villa Plachard a Caracas.
Da non perdere, la sezione dedicata al teatro, con i disegni delle scenografie create per le opere e i balletti della Scala. E infine un inedito inatteso: il rotolo con lo storyboard tratto dall’Enrico IV di Pirandello, dal quale Ponti avrebbe voluto realizzare un film.
“Creatore eclettico, interessato tanto alla produzione industriale quanto all’artigianato, Gio Ponti ha arricchito l’architettura indicando le prospettive per una nuova arte del vivere”, commentano i curatori nel catalogo edito dal MAD e, nella versione inglese, da Silvana Editoriale.
E in occasione della mostra il 28 novembre farà il suo debutto a Parigi anche il documentario Amare Gio Ponti, presentato dalla regista Francesca Molteni e con il curatore della mostra e responsabile di Gio Ponti Archives Salvatore Licitra: in primo piano la fortuna critica del designer, da scoprire in un viaggio tra le sue principali opere di architettura.
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