Il grande pittore inaugura l’autunno capitolino
Cézanne, il padre delle rivoluzioni artistiche al Vittoriano

La maison du Pendu, Auvers-sur-Oise. Paul Cézanne
Fabia Fleri
28/09/2013
Roma - Il complesso museale del Vittoriano ospiterà dal 4 ottobre fino al 2 febbraio 2014 la mostra “Cézanne e gli artisti del XX secolo”: l'esposizione ha lo scopo di regalare una panoramica delle opere che più influenzarono i seguaci del grande pittore francese Paul Cézanne, la cui arte rappresentò un vero e proprio trait d'union tra il naturalismo di fine Ottocento e le avanguardie sperimentali del primo Novecento.
L'ostinata ripetizione di forme dalle linee essenziali, l'esaltazione della luminosità della luce - si pensi a “La casa dell'impiccato a Auvers”- e la costante ricerca di una rappresentazione geometrica della realtà, da riprodurre in maniera onesta e leggibile sulla tela, furono le grandi imprese di Cézanne, che nell'ultimo periodo della sua vita si orientò sempre più verso la disintegrazione dell'immagine, gettando le basi del Cubismo.
Da questa rivoluzione pittorica nacquero i suoi epigoni d'oltralpe, tra cui spiccano il futurista Umberto Boccioni e Giorgio Morandi, il primo entusiasta del carattere rivoluzionario dell'opera cezanniana e il secondo impegnato anche lui nella negazione dei valori prospettici e nella valorizzazione della luce con le sue celebri nature morte.
Obiettivo della mostra è infatti quello di operare un confronto tra il ceppo di idee scaturite dalla mente di Cézanne e la realizzazione e successiva evoluzione delle grandi correnti post-impressioniste. Il padre di Matisse e di Picasso, come affermarono gli stessi artisti, è qui raccontato in oltre cento opere, organizzate in quattro sezioni tematiche: nature morte, nudi, paesaggi, ritratti.
Venti sono i quadri firmati da Cézanne, ma nel “Concerto” di Felice Casorati o ne “La famiglia” di Gentilini, così come in tutte le altre opere degli artisti italiani presenti è riconoscibile la lezione definitiva del maestro.
L'ostinata ripetizione di forme dalle linee essenziali, l'esaltazione della luminosità della luce - si pensi a “La casa dell'impiccato a Auvers”- e la costante ricerca di una rappresentazione geometrica della realtà, da riprodurre in maniera onesta e leggibile sulla tela, furono le grandi imprese di Cézanne, che nell'ultimo periodo della sua vita si orientò sempre più verso la disintegrazione dell'immagine, gettando le basi del Cubismo.
Da questa rivoluzione pittorica nacquero i suoi epigoni d'oltralpe, tra cui spiccano il futurista Umberto Boccioni e Giorgio Morandi, il primo entusiasta del carattere rivoluzionario dell'opera cezanniana e il secondo impegnato anche lui nella negazione dei valori prospettici e nella valorizzazione della luce con le sue celebri nature morte.
Obiettivo della mostra è infatti quello di operare un confronto tra il ceppo di idee scaturite dalla mente di Cézanne e la realizzazione e successiva evoluzione delle grandi correnti post-impressioniste. Il padre di Matisse e di Picasso, come affermarono gli stessi artisti, è qui raccontato in oltre cento opere, organizzate in quattro sezioni tematiche: nature morte, nudi, paesaggi, ritratti.
Venti sono i quadri firmati da Cézanne, ma nel “Concerto” di Felice Casorati o ne “La famiglia” di Gentilini, così come in tutte le altre opere degli artisti italiani presenti è riconoscibile la lezione definitiva del maestro.
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