In mostra la propaganda politica che ha fatto scuola
Augusto e l'arte del comando

Un fregio dell'Ara Pacis
E. Bramati
26/04/2014
Roma - Proseguono con entusiasmo le celebrazioni per il bimillenario della morte di Augusto, che hanno già portato diverse mostre ed eventi sia a Roma, sia all'estero. Anche l'Ara Pacis si è appena unito ai festeggiamenti, presentando al pubblico l'esposizione "L'arte del comando. L'eredità di Augusto", che rimarrà aperta fino al 7 settembre 2014.
In questa occasione sono approfondite le principali politiche culturali e di propaganda messe in atto dall'Imperatore nel suo principato e replicate nei secoli per il loro carattere esemplare. L’arte di convogliare consenso intorno alla persona di Augusto e al tempo stesso esaltare i destini eroici di Roma fu da lui perseguita con tale successo da costituire un modello e una fonte di ispirazione nei secoli successivi, fino ai regimi assolutistici del XX secolo.
Le 12 sezioni della mostra, articolate per temi ed epoche storiche differenti, illustrano in che modo imperatori come Carlo Magno, Federico II, Carlo V o Napoleone, nel corso della storia abbiano reinterpretato “l’arte del comando” di Augusto, a volte con formule molto vicine o identiche.
Sono esposte oltre 120 opere, tra incisioni, dipinti, monete, mosaici, acqueforti, oli, sculture e gemme grazie ai prestiti di importanti istituzioni italiane, dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, al Museo Nazionale di Capodimonte, ma anche dai Musei Vaticani e dalla Galleria Borghese, fino al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e ai musei di Bologna.
In questa occasione sono approfondite le principali politiche culturali e di propaganda messe in atto dall'Imperatore nel suo principato e replicate nei secoli per il loro carattere esemplare. L’arte di convogliare consenso intorno alla persona di Augusto e al tempo stesso esaltare i destini eroici di Roma fu da lui perseguita con tale successo da costituire un modello e una fonte di ispirazione nei secoli successivi, fino ai regimi assolutistici del XX secolo.
Le 12 sezioni della mostra, articolate per temi ed epoche storiche differenti, illustrano in che modo imperatori come Carlo Magno, Federico II, Carlo V o Napoleone, nel corso della storia abbiano reinterpretato “l’arte del comando” di Augusto, a volte con formule molto vicine o identiche.
Sono esposte oltre 120 opere, tra incisioni, dipinti, monete, mosaici, acqueforti, oli, sculture e gemme grazie ai prestiti di importanti istituzioni italiane, dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, al Museo Nazionale di Capodimonte, ma anche dai Musei Vaticani e dalla Galleria Borghese, fino al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e ai musei di Bologna.
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