Fino al 4 agosto al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona
Underground. In Ticino l’arte esplora gli ecosistemi per indagare la realtà

M.Neumann, The Mushroom Speaks, 2021
Samantha De Martin
28/03/2024
Mondo - Al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona una mostra invita a considerare la ricchezza delle nostre interconnessioni e interdipendenze e a percepire il mondo globalizzato di oggi come un’opportunità creativa e rigenerativa.
Lo studio della natura e le interazioni tra gruppi e organismi vengono in questo modo interpretate dall'arte come un nuovo modello di vita comunitaria e sostenibile.
Accade grazie ad alcuni artisti che hanno indagato l’interdipendenza tra esseri viventi partendo dal mondo dei funghi e del micelio. Attraverso le ife, strutture filiformi più o meno ramificate che si sviluppano nel terreno o nel substrato nutritivo, i miceli proliferano nel sottosuolo, silenziosi e nascosti, assorbendo i nutrienti necessari per la crescita del fungo e trasferendo sostanze nutritive alle piante ospiti. Una relazione simbiotica che diventa vantaggiosa per entrambi gli organismi.
La mostra, intitolata Underground. Ecosistemi da esplorare, in corso fino al 4 agosto, indaga il micelio in maniera documentaria evidenziando l’interazione e l’interdipendenza degli organismi viventi. Artisti e collettivi da tutto il mondo hanno partecipato al progetto realizzando opere originali a partire dai diversi approcci culturali e geografici, costruendo tracciati, riferimenti culturali e confronti visivi che si snodano, durante la visita, dal Parco alla Villa.
Pepe Atocha, Fungi's Inspiration, 2023
Il confronto con la vita dei funghi ha offerto alle curatrici Carole Haensler, Joana P. R. Neves e Luce Lebart, e agli artisti coinvolti diversi spunti di riflessione. A essere messo in discussione è il processo creativo delle opere e i relativi processi di produzione, ricondotti ai ritmi della natura. Dai vegetali gli artisti non solo hanno tratto ispirazione per le loro opere, ma anche materie prime per la loro realizzazione.
L’esistenza sotterranea dei miceli ci ricorda che solo una parte di quanto è visibile corrisponde alla realtà, una realtà che è molto più complessa di quello che appare a prima vista.
Questo innovativo progetto culturale sceglie parole chiave come “simbiosi” e “sinergia”. Dopo aver sperimentato con la chimica e l’alchimia la riproduzione artificiale della natura e dei suoi poteri, l’uomo torna oggi a studiare la natura e le interazioni tra gruppi e organismi, come nuovo modello di vita comunitaria e sostenibile.
Se l’artista Svizzero Mirko Baselgia ricava dal fungo Caprinus Comatus l’inchiostro per la sua serie di disegni, Pepe Atocha lavora con la luce del sole e della luna nel cuore dell’Amazzonia peruviana, mentre Laurie Dall’Ava per una delle cinque opere esposte fa ricorso a un pigmento verde smeraldo di origine vegetale che, grazie alla lavorazione, conserva il colore e le proprietà farmacologiche senza che si degradino al calore o alla luce.
L’artista indiana Ishita Chakraborty, attraverso funghi di diversa tonalità, realizzati in occasione di laboratori creativi, rappresenta invece la diversità umana.
LANDRA, Seeking Connection, 2024
"Noi tendiamo a organizzare il mondo in ciò che possiamo vedere e concepire come esemplare - spiega Joana P. R. Neves, una delle curatrici - senza capire che ogni elemento di un ecosistema fa parte di un ambiente in costante cambiamento e comunicazione. Anziché pensare a come ci parla la natura, perché non vederla come un corpo comunicante, che implica quindi una comunicazione batterica, vegetale, minerale e animale? Il 90% di tutte le specie vegetali dipende dai funghi micorrizici, ma si tratta di una dipendenza reciproca”.
In tutto ciò l’arte, con i suoi molteplici linguaggi, sembra essere uno strumento indispensabile con la sua capacità di abbattere le barriere, creare possibilità, fare emergere nuovi saperi, immaginare più mondi.
Punto di arrivo e di partenza di questa riflessione sugli ecosistemi e i mondi invisibili è l’aiuola concepita dal duo di artisti LANDRA. Diverse varietà di semi e pianticelle di specie forestali piantati liberamente interagiscono nel sottosuolo per dare vita a un nuovo bosco.
Lo studio della natura e le interazioni tra gruppi e organismi vengono in questo modo interpretate dall'arte come un nuovo modello di vita comunitaria e sostenibile.
Accade grazie ad alcuni artisti che hanno indagato l’interdipendenza tra esseri viventi partendo dal mondo dei funghi e del micelio. Attraverso le ife, strutture filiformi più o meno ramificate che si sviluppano nel terreno o nel substrato nutritivo, i miceli proliferano nel sottosuolo, silenziosi e nascosti, assorbendo i nutrienti necessari per la crescita del fungo e trasferendo sostanze nutritive alle piante ospiti. Una relazione simbiotica che diventa vantaggiosa per entrambi gli organismi.
La mostra, intitolata Underground. Ecosistemi da esplorare, in corso fino al 4 agosto, indaga il micelio in maniera documentaria evidenziando l’interazione e l’interdipendenza degli organismi viventi. Artisti e collettivi da tutto il mondo hanno partecipato al progetto realizzando opere originali a partire dai diversi approcci culturali e geografici, costruendo tracciati, riferimenti culturali e confronti visivi che si snodano, durante la visita, dal Parco alla Villa.

Pepe Atocha, Fungi's Inspiration, 2023
Il confronto con la vita dei funghi ha offerto alle curatrici Carole Haensler, Joana P. R. Neves e Luce Lebart, e agli artisti coinvolti diversi spunti di riflessione. A essere messo in discussione è il processo creativo delle opere e i relativi processi di produzione, ricondotti ai ritmi della natura. Dai vegetali gli artisti non solo hanno tratto ispirazione per le loro opere, ma anche materie prime per la loro realizzazione.
L’esistenza sotterranea dei miceli ci ricorda che solo una parte di quanto è visibile corrisponde alla realtà, una realtà che è molto più complessa di quello che appare a prima vista.
Questo innovativo progetto culturale sceglie parole chiave come “simbiosi” e “sinergia”. Dopo aver sperimentato con la chimica e l’alchimia la riproduzione artificiale della natura e dei suoi poteri, l’uomo torna oggi a studiare la natura e le interazioni tra gruppi e organismi, come nuovo modello di vita comunitaria e sostenibile.
Se l’artista Svizzero Mirko Baselgia ricava dal fungo Caprinus Comatus l’inchiostro per la sua serie di disegni, Pepe Atocha lavora con la luce del sole e della luna nel cuore dell’Amazzonia peruviana, mentre Laurie Dall’Ava per una delle cinque opere esposte fa ricorso a un pigmento verde smeraldo di origine vegetale che, grazie alla lavorazione, conserva il colore e le proprietà farmacologiche senza che si degradino al calore o alla luce.
L’artista indiana Ishita Chakraborty, attraverso funghi di diversa tonalità, realizzati in occasione di laboratori creativi, rappresenta invece la diversità umana.

LANDRA, Seeking Connection, 2024
"Noi tendiamo a organizzare il mondo in ciò che possiamo vedere e concepire come esemplare - spiega Joana P. R. Neves, una delle curatrici - senza capire che ogni elemento di un ecosistema fa parte di un ambiente in costante cambiamento e comunicazione. Anziché pensare a come ci parla la natura, perché non vederla come un corpo comunicante, che implica quindi una comunicazione batterica, vegetale, minerale e animale? Il 90% di tutte le specie vegetali dipende dai funghi micorrizici, ma si tratta di una dipendenza reciproca”.
In tutto ciò l’arte, con i suoi molteplici linguaggi, sembra essere uno strumento indispensabile con la sua capacità di abbattere le barriere, creare possibilità, fare emergere nuovi saperi, immaginare più mondi.
Punto di arrivo e di partenza di questa riflessione sugli ecosistemi e i mondi invisibili è l’aiuola concepita dal duo di artisti LANDRA. Diverse varietà di semi e pianticelle di specie forestali piantati liberamente interagiscono nel sottosuolo per dare vita a un nuovo bosco.
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