Daniele Volpe. Guatemala - Genocidio Ixil

© Daniele Volpe | Feliciana Bernal è tra gli scavi fatti dagli antropologi forensi a Xe’Xuxcap, Nebaj. Lei è alla ricerca dei resti di suo figlio di 1 anno, morto 30 anni fa.
Dal 17 October 2014 al 26 October 2014
Lodi
Luogo: Gruppo Fotografico Progetto Immagine
Indirizzo: via Vistarini 30
Orari: venerdì 17e 24 ottobre 16-20; sabato e domenica 18, 19, 25 e 26 ottobre 9,30-20
Costo del biglietto: intero € 7, ridotto € 5
E-Mail info: info@festivaldellafotografiaetica.it
Sito ufficiale: http://www.festivaldellafotografiaetica.it
José Efrain Rios Montt, che ha governato il Guatemala per quasi diciassette mesi tra il 1982 e il 1983, è stato processato a Città del Guatemala per genocidio e crimini con- tro l’umanità. Le imputazioni a suo carico sono dovute sia ai sistematici massacri della popolazione indigena Ixil, perpetrati dalle truppe guatemalteche e forze paramilitari durante questa fase della lunga e brutale guerra civile guatemalteca, sia al massivo esodo forzato imposto soprattutto agli abitanti nella regione Ixil.
Le principali accuse indicano che Rios Montt è stato l’autore intellettuale di circa 1.771 morti e dell’evacuazione forzata di circa 29.000 persone Ixil.
Dopo più di trent’anni, l’ex dittatore guatemalteco è stato ritenuto colpevole di genocidio e condannato a ottant’anni di reclusione. Questa è stata la prima volta in cui un ex capo di stato viene perseguito per genocidio da un tribunale nazionale invece che internazionale.
Solo dieci giorni dopo questo verdetto storico, la Corte Costituzionale guatemalteca ha però rovesciato la sentenza e imposto la ripetizione del processo.
Il processo ha comunque stabilito un importante precedente, fondamentale per continuare a perseguire e processare per crimini internazionali tutti i responsabili. Per i guatemaltechi rappresenta la speranza di ricostruire un resoconto accurato delle violazioni dei diritti umani perpetrate durante la guerra civile, durata trentasei anni, in un nuovo processo che rinforzerà la giovane democrazia della nazione.
La “Commissione di Verità”, promossa dalle Nazioni Unite e ratificata con gli accordi di pace del 1996, ha stimato che più di 200.000 persone sono morte e oltre 40.000 sono “scomparse” durante il conflitto. Oltre l’80% delle vittime faceva parte delle popolazioni indigene Maya. La commissione ha provato che il 93% dei crimini sono stati commessi delle Forze di Sicurezza Nazionale e da gruppi paramilitari.
Oggi molti stanno ancora cercando i resti dei loro cari deceduti durante gli anni della guerra civile. Civili assassinati, morti di fame o per mancanza di cure mediche mentre cercavano di nascondersi nella giungla per sfuggire all’esercito.
Le esumazioni rappresentano un importante anello di chiarificazione, fornendo alla giustizia guatemalteca prove dei massacri contro i civili. Squadre di antropologi forensi stanno lavorando sull’esumazione dei dispersi, persone sepolte in cimiteri clandestini o fosse comuni. L’analisi forense cerca di chiudere il lutto dei sopravvissuti, così che possano dare una degna sepoltura ai loro cari.
Daniele è un fotografo italiano con sede in Guatemala. Le sue immagini sono rivolte soprattutto a questioni relative ai diritti umani e al perseguimento della giustizia sociale in America Centrale. Si è diplomato in Storytelling e New Media, un corso annuale promosso dalla Fundacion Pedro Meyer e World Press Photo in Messico e, nel 2012, ha pubblicato Sotto lo Stesso Cielo, un libro fotografico in tre lingue (spagnolo-inglese-Italiano) incentrato sull’attività estrattiva di una miniera d’oro situata sugli altopiani occidentali del Guatemala e, soprattutto, sull’opposizione comunitaria al progetto minerario.
Di recente è stato premiato al POY International e al POY latam, e compare tra i 24 finalisti del The Manuel Rivera-Ortiz Grant 2014. Ha vinto inoltre una borsa di studio con la quale ha partecipato al Foundry Photojournalism Workshop 2014, e il suo progetto Guatemala – Genocidio Ixil, tuttora in corso d’opera, è stato esposto al Lumix Festival for Young Photojournalism 2014 di Hannover (Germania).
Il suo lavoro è stato pubblicato su diverse testate importanti, tra cui The Wall Street Journal, The Guardian, El Periodico, Il Reportage, Makeshift e 6mois.
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