Un anno d’arte, da Van Eyck a Frida
Dodici mostre da vedere in Europa nel 2026
Jan van Eyck (circa 1390 - 1441), Ritratto di Giovanni Arnolfini e sua moglie, 1434, Olio su pannello, 82 x 59.5 cm, Londra, National Gallery
Francesca Grego
30/12/2025
Mondo - Da Jan van Eyck a Yayoi Kusama, da Paul Cézanne a Jasper Johns, e poi Renoir, Matisse, Rousseau, Frida, de Kooning: il calendario espositivo delle prossime stagioni è un lungo viaggio nella storia e nelle forme dell’arte, in volo tra Londra e Parigi, Vienna, Amsterdam, Basilea, Bilbao. Ecco gli appuntamenti da segnare in agenda.
Cézanne. Basilea, Fondation Beyeler, dal 25 gennaio al 25 maggio 2026
A 120 anni dalla morte di Paul Cézanne, la Fondation Beyeler gli dedica una grande mostra. In arrivo circa 80 opere, tra grandi dipinti a olio e preziosi acquerelli: bagnanti, ritratti, nature morte e iconici paesaggi della terra natale del pittore, la Provenza, scelti per offrire al pubblico un viaggio completo nella sua inesauribile ricerca.
In primo piano il carattere innovativo della pittura del maestro francese, audace anticipatore del modernismo che Pablo Picasso avrebbe definito “il padre di tutti noi”.
Metamorfosi. Amsterdam, Rijksmuseum, dal 6 febbraio al 25 maggio 2026
Passione, desiderio, astuzie, inganni percorrono le rappresentazioni artistiche delle Metamorfosi di Ovidio, che tornano ad avvincere il pubblico nelle sale del Rijksmuseum di Amsterdam. Dal Rinascimento al Novecento, scopriremo in oltre 80 capolavori come i grandi artisti - Tiziano, Correggio, Rubens, Caravaggio, Rodin, Brancusi, Bourgeois - si siano lasciati ispirare dal poema classico per poi restituire visivamente le favolose trasformazioni di uomini e dei in piante, pietre, animali narrate dal mito.
Nello stesso periodo, sempre al Rijksmuseum, la mostra Fake! ripercorrerà la storia del falso in fotografia, svelando attraverso storici fotomontaggi e collage come la manipolazione delle immagini sia antica quanto il mezzo fotografico.
Clair - Obscur. Parigi, Bourse de Commerce, dal 4 marzo al 31 agosto 2026
Visibile e invisibile, ombra e luce si rincorrono nella prossima mostra alla Bourse de Commerce, lo spazio espositivo della Collezione Pinault nel cuore di Parigi. Opere di artisti moderni e contemporanei daranno vita a un paesaggio ad un tempo splendente e crepuscolare, pensato per rendere omaggio all’antica tecnica del chiaroscuro e attualizzarla in un’esperienza tutta da vivere. Dalle installazioni di Bill Viola alle 24 vetrine create da Laura Lamiel per gli spazi di Le Halles, scopriremo come il chiaroscuro non sia solo una tecnica pittorica della tradizione, bensì un linguaggio visivo in evoluzione continua.
Renoir e l’amore. Parigi, Musée d’Orsay, dal 17 marzo al 19 luglio 2026, e Londra, National Gallery, dal 3 ottobre al 31 gennaio 2027
“Una cosa gentile, bella e gioiosa”: così il maestro impressionista Pierre-Auguste Renoir vedeva l’amore e così lo ha rappresentato nei suoi quadri. Lo racconta il progetto nato dalla collaborazione del Musée d’Orsay con la National Gallery, con una sfilata di dipinti fluidi e leggeri: in evidenza la sensibilità di Renoir per la luce e il colore, nonché il suo interesse per le relazioni tra uomini e donne in un’epoca di grandi cambiamenti. Un’occasione per guardare con occhi nuovi capolavori come La colazione dei canottieri o il Ballo al Moulin de la Galette e riconoscere in loro le versioni moderne delle “feste galanti” di Watteau e Fragonard, ma soprattutto per scoprire come l’energia complessa e universale dell’amore fosse il motore dell’arte di Renoir.
Canaletto e Bellotto. Vienna, Kunsthistorisches Museum, dal 24 marzo al 6 settembre 2026
Nel Settecento i più prestigiosi collezionisti d’Europa si contendevano le spettacolari vedute di Antonio Canal, detto Canaletto, e di suo nipote Bernardo Bellotto. Oggi i due pittori veneziani tornano sotto i riflettori in un importante progetto espositivo al Kunsthistorisches Museum di Vienna, il primo di questa portata in un paese germanofono. Quella che vedremo non sarà un’esibizione di capolavori fine a se stessa, promettono gli organizzatori, bensì un dialogo orchestrato per stimolare pensieri e riflessioni: celebri vedute di Venezia, Londra e Vienna racconteranno i rapporti tra arte, vita urbana e società nell’Europa del XVIII secolo.
Matisse 1941-1954. Parigi, Grand Palais, dal 24 marzo al 26 luglio
Dopo una vita trascorsa a perfezionare il proprio linguaggio pittorico, intorno agli ottant’anni Henri Matisse si volse verso un nuovo modo di creare: nacquero così i papier découpé, le celebri carte ritagliate che, nell’immobilità imposta dalla malattia, permisero al maestro novecentesco di raggiungere quella semplicità che aveva tanto a lungo cercato, producendo motivi dal significato universale. A questa parte della produzione di Matisse è dedicata la mostra in programma al Grand Palais per la prossima primavera: un tuffo in un mondo fatto di forme e colori puri attraverso 230 dipinti, disegni e “ritagli” capaci di restituirci l’universo creativo del maestro francese.
Henri Rousseau, l’ambizione della pittura. Parigi, Musée de l’Orangerie, dal 25 marzo al 20 luglio 2026
La critica lo snobbava, ma Picasso e altri grandi ne compresero subito la grandezza: al di là delle apparenze, Henri Rousseau era profondamente moderno. Lo scopriremo a partire da marzo al Musée de l’Orangerie in un progetto senza precedenti: grazie alla collaborazione con la Barnes Foundation di Philadelphia, saranno infatti riunite per la prima volta le due più importanti collezioni di opere del “Doganiere”, quelle appartenute ai mercanti Paul Guillaume e Albert Barnes. La mostra si propone di andare oltre gli stereotipi e le leggende che da sempre circondano questo singolare outsider dell’arte moderna, dando spazio ai risultati di recenti indagini scientifiche che hanno permesso di saperne di più sulle pratiche artistiche e i processi creativi di Henri Rousseau.
Jasper Johns: Night Driver. Bilbao, Guggenheim Museum, dal 29 maggio al 12 ottobre 2026
Un viaggio a 360 gradi nell’esperienza di uno degli artisti più influenti del XX secolo: si annuncia così la retrospettiva su Jasper Johns in arrivo al Guggenheim di Bilbao. Da maggio a ottobre oltre cento opere provenienti da collezioni di tutto il mondo ricostruiranno le ricerche del maestro americano, a partire dagli iconici dipinti di bandiere, bersagli, lettere e numeri che nel secondo dopoguerra segnarono il superamento dell’Espressionismo astratto. Alla fine degli anni Cinquanta Johns era già considerato una figura chiave nell’arte globale, e il suo ruolo riconosciuto fondamentale per lo sviluppo della Pop Art, del Minimalismo e dell’Arte Concettuale. Ma il percorso al Guggenheim prosegue fino agli anni Duemila, per raccontare le evoluzioni di un artista mai prevedibile.
Frida: The Making of an Icon. Londra, Tate Modern, dal 25 giugno 2026 al 3 gennaio 2027
Un’altra mostra su Frida Kahlo? La Tate Modern promette di averne ancora da raccontare sull’iconica pittrice messicana. Nella seconda parte dell’anno al museo londinese oltre 130 opere ne tratteggeranno il ritratto completo, facendo luce anche sui suoi lati meno noti. In arrivo celebri capolavori, ma anche documenti, fotografie e cimeli conservati nell’archivio personale di Frida, da scoprire in dialogo con opere di suoi contemporanei o artisti successivi da lei ispirati. Già, perché la mostra alla Tate si chiede soprattutto: come ha fatto Frida a diventare un fenomeno globale, una delle artiste più influenti e amate di tutti i tempi?
Yayoi Kusama. Amsterdam, Stedelijk Museum, dal 12 settembre 2026 al 17 gennaio 2027
Un viaggio lungo sette decenni nella carriera di un’icona contemporanea, tra opere simbolo, lavori storici e nuove creazioni. In primo piano, l’indagine condotta da Kusama su motivi ripetuti come i Polka Dots o le stanze degli specchi che catturano i visitatori in mondi infiniti, nonché la varietà di mezzi espressivi sperimentati dall’artista nel corso degli anni: pittura, scultura, installazioni, disegno, collage, happening, live-performance, moda, letteratura. Da non perdere, un’iconica Infinity Room, in una nuova versione pensata appositamente per la mostra.
Willem de Kooning at work. Amsterdam, Rijksmuseum, dal 9 ottobre 2026 al 17 gennaio 2027
Un secolo dopo aver lasciato la sua città natale, Rotterdam, come clandestino diretto verso gli Stati Uniti, Willem de Kooning torna nei Paesi Bassi in una mostra da non perdere. L’appuntamento è per il prossimo autunno al Rijksmuseum di Amsterdam, dove 120 opere offriranno ai visitatori l’opportunità di conoscere da vicino un artista alla continua ricerca di rinnovamento, un maestro che ha cambiato per sempre il linguaggio della pittura. Tra i principali protagonisti dell’arte americana e dell’Espressionismo astratto insieme a Jackson Pollock, ad Amsterdam de Kooning si racconterà attraverso disegni, dipinti e sculture. La mostra è frutto della collaborazione del Rijksmuseum con l’Art Institute of Chicago e la Willem de Kooning Foundation.
Van Eyck: i ritratti. Londra, National Gallery, dal 21 novembre 2026 all’11 aprile 2027
Dulcis in fundo, l’evento più atteso dell’anno. Dal prossimo novembre la National Gallery riunirà per la prima volta nella storia tutti i ritratti di Jan Van Eyck attualmente conosciuti: nove, ovvero la metà delle opere dell’artista giunte fino a noi. A fare gli onori di casa, l’enigmatico Ritratto dei coniugi Arnolfini, che ha lasciato il museo londinese una sola volta in 100 anni, intorno al quale si disporranno capolavori fragili e preziosi provenienti da tutta Europa, che molto raramente sono concessi in prestito. Non è un caso che l’esposizione abbia al centro i ritratti: “la ritrattistica come la conosciamo oggi ha inizio con Van Eyck”, recita la presentazione della National Gallery, e “sebbene queste persone abbiano posato 600 anni fa, sembrano vive ancora oggi”.
Cézanne. Basilea, Fondation Beyeler, dal 25 gennaio al 25 maggio 2026
A 120 anni dalla morte di Paul Cézanne, la Fondation Beyeler gli dedica una grande mostra. In arrivo circa 80 opere, tra grandi dipinti a olio e preziosi acquerelli: bagnanti, ritratti, nature morte e iconici paesaggi della terra natale del pittore, la Provenza, scelti per offrire al pubblico un viaggio completo nella sua inesauribile ricerca.
In primo piano il carattere innovativo della pittura del maestro francese, audace anticipatore del modernismo che Pablo Picasso avrebbe definito “il padre di tutti noi”.
Metamorfosi. Amsterdam, Rijksmuseum, dal 6 febbraio al 25 maggio 2026
Passione, desiderio, astuzie, inganni percorrono le rappresentazioni artistiche delle Metamorfosi di Ovidio, che tornano ad avvincere il pubblico nelle sale del Rijksmuseum di Amsterdam. Dal Rinascimento al Novecento, scopriremo in oltre 80 capolavori come i grandi artisti - Tiziano, Correggio, Rubens, Caravaggio, Rodin, Brancusi, Bourgeois - si siano lasciati ispirare dal poema classico per poi restituire visivamente le favolose trasformazioni di uomini e dei in piante, pietre, animali narrate dal mito.
Nello stesso periodo, sempre al Rijksmuseum, la mostra Fake! ripercorrerà la storia del falso in fotografia, svelando attraverso storici fotomontaggi e collage come la manipolazione delle immagini sia antica quanto il mezzo fotografico.
Clair - Obscur. Parigi, Bourse de Commerce, dal 4 marzo al 31 agosto 2026
Visibile e invisibile, ombra e luce si rincorrono nella prossima mostra alla Bourse de Commerce, lo spazio espositivo della Collezione Pinault nel cuore di Parigi. Opere di artisti moderni e contemporanei daranno vita a un paesaggio ad un tempo splendente e crepuscolare, pensato per rendere omaggio all’antica tecnica del chiaroscuro e attualizzarla in un’esperienza tutta da vivere. Dalle installazioni di Bill Viola alle 24 vetrine create da Laura Lamiel per gli spazi di Le Halles, scopriremo come il chiaroscuro non sia solo una tecnica pittorica della tradizione, bensì un linguaggio visivo in evoluzione continua.
Renoir e l’amore. Parigi, Musée d’Orsay, dal 17 marzo al 19 luglio 2026, e Londra, National Gallery, dal 3 ottobre al 31 gennaio 2027
“Una cosa gentile, bella e gioiosa”: così il maestro impressionista Pierre-Auguste Renoir vedeva l’amore e così lo ha rappresentato nei suoi quadri. Lo racconta il progetto nato dalla collaborazione del Musée d’Orsay con la National Gallery, con una sfilata di dipinti fluidi e leggeri: in evidenza la sensibilità di Renoir per la luce e il colore, nonché il suo interesse per le relazioni tra uomini e donne in un’epoca di grandi cambiamenti. Un’occasione per guardare con occhi nuovi capolavori come La colazione dei canottieri o il Ballo al Moulin de la Galette e riconoscere in loro le versioni moderne delle “feste galanti” di Watteau e Fragonard, ma soprattutto per scoprire come l’energia complessa e universale dell’amore fosse il motore dell’arte di Renoir.
Canaletto e Bellotto. Vienna, Kunsthistorisches Museum, dal 24 marzo al 6 settembre 2026
Nel Settecento i più prestigiosi collezionisti d’Europa si contendevano le spettacolari vedute di Antonio Canal, detto Canaletto, e di suo nipote Bernardo Bellotto. Oggi i due pittori veneziani tornano sotto i riflettori in un importante progetto espositivo al Kunsthistorisches Museum di Vienna, il primo di questa portata in un paese germanofono. Quella che vedremo non sarà un’esibizione di capolavori fine a se stessa, promettono gli organizzatori, bensì un dialogo orchestrato per stimolare pensieri e riflessioni: celebri vedute di Venezia, Londra e Vienna racconteranno i rapporti tra arte, vita urbana e società nell’Europa del XVIII secolo.
Matisse 1941-1954. Parigi, Grand Palais, dal 24 marzo al 26 luglio
Dopo una vita trascorsa a perfezionare il proprio linguaggio pittorico, intorno agli ottant’anni Henri Matisse si volse verso un nuovo modo di creare: nacquero così i papier découpé, le celebri carte ritagliate che, nell’immobilità imposta dalla malattia, permisero al maestro novecentesco di raggiungere quella semplicità che aveva tanto a lungo cercato, producendo motivi dal significato universale. A questa parte della produzione di Matisse è dedicata la mostra in programma al Grand Palais per la prossima primavera: un tuffo in un mondo fatto di forme e colori puri attraverso 230 dipinti, disegni e “ritagli” capaci di restituirci l’universo creativo del maestro francese.
Henri Rousseau, l’ambizione della pittura. Parigi, Musée de l’Orangerie, dal 25 marzo al 20 luglio 2026
La critica lo snobbava, ma Picasso e altri grandi ne compresero subito la grandezza: al di là delle apparenze, Henri Rousseau era profondamente moderno. Lo scopriremo a partire da marzo al Musée de l’Orangerie in un progetto senza precedenti: grazie alla collaborazione con la Barnes Foundation di Philadelphia, saranno infatti riunite per la prima volta le due più importanti collezioni di opere del “Doganiere”, quelle appartenute ai mercanti Paul Guillaume e Albert Barnes. La mostra si propone di andare oltre gli stereotipi e le leggende che da sempre circondano questo singolare outsider dell’arte moderna, dando spazio ai risultati di recenti indagini scientifiche che hanno permesso di saperne di più sulle pratiche artistiche e i processi creativi di Henri Rousseau.
Jasper Johns: Night Driver. Bilbao, Guggenheim Museum, dal 29 maggio al 12 ottobre 2026
Un viaggio a 360 gradi nell’esperienza di uno degli artisti più influenti del XX secolo: si annuncia così la retrospettiva su Jasper Johns in arrivo al Guggenheim di Bilbao. Da maggio a ottobre oltre cento opere provenienti da collezioni di tutto il mondo ricostruiranno le ricerche del maestro americano, a partire dagli iconici dipinti di bandiere, bersagli, lettere e numeri che nel secondo dopoguerra segnarono il superamento dell’Espressionismo astratto. Alla fine degli anni Cinquanta Johns era già considerato una figura chiave nell’arte globale, e il suo ruolo riconosciuto fondamentale per lo sviluppo della Pop Art, del Minimalismo e dell’Arte Concettuale. Ma il percorso al Guggenheim prosegue fino agli anni Duemila, per raccontare le evoluzioni di un artista mai prevedibile.
Frida: The Making of an Icon. Londra, Tate Modern, dal 25 giugno 2026 al 3 gennaio 2027
Un’altra mostra su Frida Kahlo? La Tate Modern promette di averne ancora da raccontare sull’iconica pittrice messicana. Nella seconda parte dell’anno al museo londinese oltre 130 opere ne tratteggeranno il ritratto completo, facendo luce anche sui suoi lati meno noti. In arrivo celebri capolavori, ma anche documenti, fotografie e cimeli conservati nell’archivio personale di Frida, da scoprire in dialogo con opere di suoi contemporanei o artisti successivi da lei ispirati. Già, perché la mostra alla Tate si chiede soprattutto: come ha fatto Frida a diventare un fenomeno globale, una delle artiste più influenti e amate di tutti i tempi?
Yayoi Kusama. Amsterdam, Stedelijk Museum, dal 12 settembre 2026 al 17 gennaio 2027
Un viaggio lungo sette decenni nella carriera di un’icona contemporanea, tra opere simbolo, lavori storici e nuove creazioni. In primo piano, l’indagine condotta da Kusama su motivi ripetuti come i Polka Dots o le stanze degli specchi che catturano i visitatori in mondi infiniti, nonché la varietà di mezzi espressivi sperimentati dall’artista nel corso degli anni: pittura, scultura, installazioni, disegno, collage, happening, live-performance, moda, letteratura. Da non perdere, un’iconica Infinity Room, in una nuova versione pensata appositamente per la mostra.
Willem de Kooning at work. Amsterdam, Rijksmuseum, dal 9 ottobre 2026 al 17 gennaio 2027
Un secolo dopo aver lasciato la sua città natale, Rotterdam, come clandestino diretto verso gli Stati Uniti, Willem de Kooning torna nei Paesi Bassi in una mostra da non perdere. L’appuntamento è per il prossimo autunno al Rijksmuseum di Amsterdam, dove 120 opere offriranno ai visitatori l’opportunità di conoscere da vicino un artista alla continua ricerca di rinnovamento, un maestro che ha cambiato per sempre il linguaggio della pittura. Tra i principali protagonisti dell’arte americana e dell’Espressionismo astratto insieme a Jackson Pollock, ad Amsterdam de Kooning si racconterà attraverso disegni, dipinti e sculture. La mostra è frutto della collaborazione del Rijksmuseum con l’Art Institute of Chicago e la Willem de Kooning Foundation.
Van Eyck: i ritratti. Londra, National Gallery, dal 21 novembre 2026 all’11 aprile 2027
Dulcis in fundo, l’evento più atteso dell’anno. Dal prossimo novembre la National Gallery riunirà per la prima volta nella storia tutti i ritratti di Jan Van Eyck attualmente conosciuti: nove, ovvero la metà delle opere dell’artista giunte fino a noi. A fare gli onori di casa, l’enigmatico Ritratto dei coniugi Arnolfini, che ha lasciato il museo londinese una sola volta in 100 anni, intorno al quale si disporranno capolavori fragili e preziosi provenienti da tutta Europa, che molto raramente sono concessi in prestito. Non è un caso che l’esposizione abbia al centro i ritratti: “la ritrattistica come la conosciamo oggi ha inizio con Van Eyck”, recita la presentazione della National Gallery, e “sebbene queste persone abbiano posato 600 anni fa, sembrano vive ancora oggi”.
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