Energie fluide

Energie fluide, Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini, Siracusa
Dal 5 November 2012 al 25 November 2012
Siracusa
Luogo: Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini
Indirizzo: via S. Lucia alla Badia 1
Orari: da martedì a domenica 10-13/ 16-20
Telefono per informazioni: +39 0931 24902
E-Mail info: officemontevergini@libero.it
Sito ufficiale: http://www.comune.siracusa.it
Ali, pinne, uccelli fantastici, miti, icone, energie fluide che solcano l’acqua e l’aria, “evasioni sommerse e intime fughe”, evocati dagli assemblage apparentemente precari di Totò Canigiula o dalle stratificazioni formali e materiche di Pino Forzisi, dalle fantastiche forme plastiche di Peppe Pravato o dalle superfici scabre delle cromie di Salvo Bonnici, ci riconducono al viaggio, fisico, fantastico o spirituale che sia, e denunciano l’insofferenza dell’essere di fronte al possibile. Questa terra bagnata e contornata dal mare, che i romani chiamavano al plurale per la sua multiforme natura, da un lato ha il fascino dell’approdo, del porto sicuro, mentre dall’altro è il luogo della partenza, dell’inizio del viaggio, del volo. In questa estrema propaggine dell’isola verso oriente vivono i quattro artisti, due generati dalla stessa terra e due, invece, che hanno scelto di viverla, che l’hanno scelta come patria d’adozione. Uniti, ancor più dall’amicizia, dall’essere restii ad accettare una sola esistenza, dal rifiuto di una scelta di vita che esclude le tante altre possibili.
Ma il loro rifiuto non si appaga del sottile fascino della contrarietà, alimenta, invece, quella tensione interiore che si oggettiva nelle loro opere, che diventando poiesi costruisce, nei territori dell’anima, realtà la cui corrispondenza si materializza ora nello spazio assorto e mitico di Pravato, ora nella nobiltà materica e formale di Canigiula, ora nelle macerate forme fluide di Forzisi e ora nell’estensione spirituale e tattile delle cromie di Bonnici.
Ma il loro rifiuto non si appaga del sottile fascino della contrarietà, alimenta, invece, quella tensione interiore che si oggettiva nelle loro opere, che diventando poiesi costruisce, nei territori dell’anima, realtà la cui corrispondenza si materializza ora nello spazio assorto e mitico di Pravato, ora nella nobiltà materica e formale di Canigiula, ora nelle macerate forme fluide di Forzisi e ora nell’estensione spirituale e tattile delle cromie di Bonnici.
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