Vera Lutter. SPECTACULAR. Un’esplorazione della luce

© Vera Lutter by SIAE 2024 | Vera Lutter, Zeppelin, Friedrichshafen, V: August 23–27, 1999, cm. 142x210. Courtesy of the artist
Dal 11 October 2024 al 6 January 2025
Bologna
Luogo: Fondazione MAST
Indirizzo: Via Speranza 42
Orari: da martedì a domenica 10-19
Telefono per prevendita: Ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.mast.org
Fondazione MAST presenta la mostra SPECTACULAR. Un’esplorazione della luce dell’artista tedesca Vera Lutter (Kaiserslautern, 1960), che riunisce per la prima volta in un percorso unitario un’ampia selezione delle fotografie, realizzate dagli anni Novanta ad oggi, sui temi dell’industria, del lavoro e delle infrastrutture per la movimentazione delle cose e delle persone.
Dall’11 ottobre al 6 gennaio le Photo Galleries del MAST ospitano 20 opere di grandi dimensioni - pezzi unici per la particolare tecnica con cui sono realizzati - provenienti da musei e collezioni private, oltre ad un’installazione e a una serie di materiali in gran parte inediti che documentano il processo creativo della fotografa, allestiti in un percorso che consente di attraversarne l’intera carriera.
Formatasi come scultrice all’Accademia di Belle Arti di Monaco, Vera Lutter a metà anni Novanta si trasferisce a New York per studiare alla School of Visual Arts dove trova nella fotografia il suo linguaggio d’elezione realizzando le sue opere attraverso un processo che rimanda alle origini di questa pratica: sono riprese con la camera oscura, richiedono tempi di posa molto lunghi che non consentono di tenere traccia di ciò che si muove velocemente nel campo di ripresa, sono immagini in negativo e infine sono pezzi unici e irriproducibili.
Grandi camere oscure delle dimensioni di un’intera stanza vengono appositamente allestite di fronte ai soggetti, dove rimangono per tempi di posa che variano da alcuni minuti a mesi interi a seconda delle dimensioni del foro stenopeico e delle condizioni della luce.
L’artista entra fisicamente nell’apparecchio fotografico e lo abita: la macchina fotografica viene così sostituita da un manufatto architettonico. Il risultato sono stampe di grande formato – realizzate con i più grandi fogli di carta fotosensibile disponibili sul mercato - impressionate direttamente all’interno della camera oscura. Per via di questo processo sono sempre immagini in negativo, nelle quali le luci sono diventate ombre e viceversa, suscitando così in ogni caso una reazione di sorpresa da parte degli osservatori, che si trovano di fronte a un’inversione della realtà. "Sono opere spettacolari, senza che con ciò si intenda alcuna ostentazione – spiega il curatore Francesco Zanot - ma per il fatto che mettono al centro l’esperienza del pubblico trasportandolo in una dimensione che travalica l’ordinario“.
I soggetti delle immagini - gli edifici, le macchine, gli oggetti industriali, così come il dispositivo con cui vengono rappresentate e le opere che ne risultano - diventano oggetti monumentali e fuori dal tempo come, ad esempio, la miniera di carbone di Hambach (tra le più grandi del mondo), la Battersea Power Station di Londra (il più grande edificio in mattoni d‘Europa), lo Zeppelin (la più grande macchina volante mai costruita), il radiotelescopio Effelsberg (del diametro record di 100 metri), la fabbrica della Pepsi Cola a Long Island, aeroporti e cantieri (attivi e in disuso) negli Stati Uniti e in Europa. Alcune volte l’artista recupera dei container normalmente impiegati nel trasporto marittimo e intermodale, li modifica e li riutilizza come camere oscure: fotografa così i cantieri navali di Rostock, tra i più vasti europei, in attività dalla fine del Settecento.
Spesso si tratta di vere e proprie sfide nei confronti dello spazio e del tempo: opere che non costituiscono solo impeccabili riproduzioni, ma anche delle autentiche apparizioni, fotografie multidimensionali, che travalicano la superficie della realtà.
Una camera oscura è stata allestita alla sommità della rampa di ingresso alle Photo Galleries del MAST come spazio atelier per il pubblico e per attività didattica per bambini al fine di illustrare la tecnica usata da Vera Lutter per realizzare le sue opere.
SPECTACULAR. Un’esplorazione della luce è accompagnata dal catalogo, edito da Fondazione MAST, contenente oltre quaranta immagini, tra cui tutte le opere esposte, che costituisce uno strumento fondamentale e completo sul rapporto tra il lavoro di Vera Lutter e il soggetto industriale.
Dall’11 ottobre al 6 gennaio le Photo Galleries del MAST ospitano 20 opere di grandi dimensioni - pezzi unici per la particolare tecnica con cui sono realizzati - provenienti da musei e collezioni private, oltre ad un’installazione e a una serie di materiali in gran parte inediti che documentano il processo creativo della fotografa, allestiti in un percorso che consente di attraversarne l’intera carriera.
Formatasi come scultrice all’Accademia di Belle Arti di Monaco, Vera Lutter a metà anni Novanta si trasferisce a New York per studiare alla School of Visual Arts dove trova nella fotografia il suo linguaggio d’elezione realizzando le sue opere attraverso un processo che rimanda alle origini di questa pratica: sono riprese con la camera oscura, richiedono tempi di posa molto lunghi che non consentono di tenere traccia di ciò che si muove velocemente nel campo di ripresa, sono immagini in negativo e infine sono pezzi unici e irriproducibili.
Grandi camere oscure delle dimensioni di un’intera stanza vengono appositamente allestite di fronte ai soggetti, dove rimangono per tempi di posa che variano da alcuni minuti a mesi interi a seconda delle dimensioni del foro stenopeico e delle condizioni della luce.
L’artista entra fisicamente nell’apparecchio fotografico e lo abita: la macchina fotografica viene così sostituita da un manufatto architettonico. Il risultato sono stampe di grande formato – realizzate con i più grandi fogli di carta fotosensibile disponibili sul mercato - impressionate direttamente all’interno della camera oscura. Per via di questo processo sono sempre immagini in negativo, nelle quali le luci sono diventate ombre e viceversa, suscitando così in ogni caso una reazione di sorpresa da parte degli osservatori, che si trovano di fronte a un’inversione della realtà. "Sono opere spettacolari, senza che con ciò si intenda alcuna ostentazione – spiega il curatore Francesco Zanot - ma per il fatto che mettono al centro l’esperienza del pubblico trasportandolo in una dimensione che travalica l’ordinario“.
I soggetti delle immagini - gli edifici, le macchine, gli oggetti industriali, così come il dispositivo con cui vengono rappresentate e le opere che ne risultano - diventano oggetti monumentali e fuori dal tempo come, ad esempio, la miniera di carbone di Hambach (tra le più grandi del mondo), la Battersea Power Station di Londra (il più grande edificio in mattoni d‘Europa), lo Zeppelin (la più grande macchina volante mai costruita), il radiotelescopio Effelsberg (del diametro record di 100 metri), la fabbrica della Pepsi Cola a Long Island, aeroporti e cantieri (attivi e in disuso) negli Stati Uniti e in Europa. Alcune volte l’artista recupera dei container normalmente impiegati nel trasporto marittimo e intermodale, li modifica e li riutilizza come camere oscure: fotografa così i cantieri navali di Rostock, tra i più vasti europei, in attività dalla fine del Settecento.
Spesso si tratta di vere e proprie sfide nei confronti dello spazio e del tempo: opere che non costituiscono solo impeccabili riproduzioni, ma anche delle autentiche apparizioni, fotografie multidimensionali, che travalicano la superficie della realtà.
Una camera oscura è stata allestita alla sommità della rampa di ingresso alle Photo Galleries del MAST come spazio atelier per il pubblico e per attività didattica per bambini al fine di illustrare la tecnica usata da Vera Lutter per realizzare le sue opere.
SPECTACULAR. Un’esplorazione della luce è accompagnata dal catalogo, edito da Fondazione MAST, contenente oltre quaranta immagini, tra cui tutte le opere esposte, che costituisce uno strumento fondamentale e completo sul rapporto tra il lavoro di Vera Lutter e il soggetto industriale.
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