Alla Lenbachhaus una mostra celebra la compagna di Kandinskij
Gabriele Münter: artista a tutto tondo
Gabriele Münter, Marianne von Werefkin, (1909) Stadtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco di Baviera
Eleonora Zamparutti
10/10/2017
E’ stata una dei protagonisti della scena creativa del primo Novecento a Monaco di Baviera. Donna audace, moderna e dalla mente aperta, Gabriele Münter ha amato sperimentare il nuovo che avanzava senza porre freni, ha vissuto oltre le rigide convenzioni che la società di primo Novecento imponeva. E’ stata fotografia, pittrice, e in un certo senso collezionista.
La mostra Gabriele Münter. Painting to the Point che inaugura il 31 ottobre alla Lenbachhaus di Monaco di Baviera e sarà aperta fino all'8 aprile 2018, celebra la figura dell’artista riconoscendole un meritato posto nel panorama artistico della Germania di allora, andando oltre il cliché che la vuole incollata all’immagine di “compagna di Kandinskij” e portavoce dell’Espressionismo tedesco.
Gabriele Münter, Vom Griesbräu-Fenster, 1908, Pappe, 40.1 x 33 cm, Gabriele Münter und Johannes Eichner-Stiftung, München, Inv.-Nr. L 142 | Foto: Lenbachhaus © VG Bild-Kunst, Bonn 20177
In occasione dei 140 anni dalla sua nascita e a distanza di 25 anni dall’ultima mostra che l’ha vista protagonista, la nuova esposizione svela al grande pubblico un aspetto multi sfaccettato del lavoro di un’artista dalla forte immaginazione, stilisticamente molto varia, molto apprezzata oggi in Germania, in Svizzera e negli Stati Uniti e forse un po’ meno in Italia, dove solo i Musei Vaticani posseggono una sua opera nella loro collezione.
L’esposizione vedrà in tutto 95 opere di pittura, di cui 65 mai esposte provenienti dalla Fondazione Gabriele Münter e Johannes Eichner. Non si tratta di una mostra cronologica né biografica. Al centro è il percorso dell’artista che a tutti gli effetti fu indipendente dalla lezione del suo maestro e compagno di vita, Vassilj Kandinskij.
Tante le sezioni in cui si articola l’esposizione: il ritratto, i paesaggi, il primitivismo, una sezione dedicata alla maniera in cui la Münter modificava i codici e i motivi del suo tempo.
“Gabriele Münter ha incominciato la sua carriera di artista partendo proprio dalla fotografia e questo ha influenzato molto il suo lavoro successivo” afferma Isabelle Jansen, direttrice della Fondazione Gabriele Münter e Johannes Eichner-Stiftung di Monaco e curatrice della mostra insieme a Matthias Mühling .
A 22 anni, nel 1898, rimasta orfana di entrambi i genitori, Gabriele Münter era partita per gli Stati Uniti con la sorella. Insieme avevano attraversato il Texas, il Missouri, l’Arkansas sulle tracce di alcuni parenti che vivevano laggù. Aveva portato con sé un apparecchio fotografico per immortalare i momenti salienti di quel viaggio.
“Se si osservano con attenzione le opere pittoriche realizzate lungo l’arco della sua vita, si scopre uno sguardo tipicamente fotografico”.
Gabriele Münter, Drei Frauen im Sonntagsstaat, Marshall, Texas, 1899/1900 | Foto: Gabriele Münter © Gabriele Münter- und Johannes Eichner-Stiftung © VG Bild-Kunst, Bonn 2017
Isabelle Jansen sfoglia le pagine del libro Die Reise nach Amerika - Potographien 1889-1900, diario di fotografie che offre una duplice testimonianza: quella delle praterie e delle fattorie dell’America di fine Ottocento abitate da emigrati di lingua tedesca e il punto di osservazione di una donna, fotografa autodidatta.
Gabriele Münter si appassionò anche al cinema: l’esposizione rende conto dei suoi interessi mostrando alcuni lungometraggi nelle apposite stazioni di visualizzazione.
Il 2017 è anche l’anno in cui ricorrono i 60 anni da quando la collezione delle opere di Kandinskij è stata ceduta da Gabriele Münter al Lenbachhaus.
I due artisti si erano conosciuti nel 1902 ai tempi in cui Gabriele Münter frequentava i corsi di scultura pressola scuola progressiva “Phalanx” di cui di Vassilij Kandinskij era direttore. La loro relazione era scomoda a quell’epoca anche perché Kandinskij era ancora spostato con sua cugina.
Per questo motivo tra il 1904 e il 1908 vissero come nomadi, cambiando in continuazione residenza: andarono in Olanda, in Tunisia, a Rapallo, a Parigi, in Costa Azzurra, in Svizzera, a Berlino e a Merano. Alla fine decisero di tornare a Monaco nel 1908 e scelsero la casa di Murnau come base permanente. Oggi trasformata in museo, l’abitazione è esattamente com’era al tempo in cui i due artisti ci vivevano. In quelle stanze, Vassilij Kandinkij e Franz Marc fondarono l’almanacco del Cavaliere Azzurro, qui la coppia frequentava artisti, musicisti e collezionisti.
Gabriele Münter, Interieur, 1910 | Foto: Städtische Galerie im Lenbachhaus, München Gabriele Münter- und Johannes Eichner-Stiftung, München © VG Bild-Kunst, Bonn 2014
Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale Kandinskij e la Münter lasciarono la Germania, abbandonando l’intera collezione delle loro opere. Nel 1915 Gabriele Münter rientrò a Monaco, mentre Kandinskij tornò in Russia.
Le opere di Kandinskij finirono in un deposito fino a quando, nel 1921, l’artista tornò in Germania. Cercò recuperare la collezione, ma la Münter si oppose: ne seguì una disputa giuridica. Alla fine Kandinskij ottenne alcuni lavori, ma la parte più consistente della sua produzione rimase a Monaco.
Nel corso degli anni ’30 la Münter fu costretta a nascondere le opere a Murnau per salvarle dalla furia distruttrice della propaganda nazista. Poi finalmente nel 1957 l’allora direttore della Lenbachhaus venne a conoscenza dell’importante collezione. Nello stesso anno l’intero fondo delle opere di Vassili Kandinskij fu donato alla Lenbachhaus su volontà di Gabriele Münter e di suo marito, il filosofo e storico Johannes Eichner, al suo fianco dal 1928.
Oltre 90 dipinti a olio di Kandinskij, più di 330 tra acquerelli e disegni, bozzetti, stampe e lavori in vetro permettono di cogliere l’evoluzione del pittore dai primi paesaggi monacesi, postimpressionisti, alle opere influenzate dal folklore russo, ai paesaggi espressionisti dipinti a Murnau, alla serie di impressioni e improvvisazioni che costituiscono i primi dipinti astratti della storia dell’arte europea.
Il fondo include non solo opere d’arte, ma anche una preziosa serie di manoscritti provenienti dalla casa di Murnau.
Oggi l'esposizione Gabriele Münter. Painting to the Point rende omaggio all'artista riconoscendole un carattere ben preciso e una personalità molto forte, eclettica, non politica, che in un determintato momento storico ha incarnato l’ideale di donna moderna e libera.
Le sue opere presentano una grande varietà di stili, di cui la mostre rende testimonianza: l’adesione al gruppo Der Blaue Reiter non le impedì di passare dall’uso di colori molto vivi a soggetti che ritraggono nature morte.
Gabriele Münter, Sinnende II, 1928 Textiler Bildträger, 95 × 65 cm Gabriele Münter- und Johannes Eichner-Stiftung, München, Inv.-Nr. P 6 | Foto: Lenbachhaus © VG Bild-Kunst, Bonn 2017
La mostra sarà itinerante e, dopo la finestra monacese, si trasferirà a Copenhagen dove la Münter visse per un certo periodo nel 1918 e dove tenne la sua esposizione più importante. A partire da maggio la mostra sarà ospitata presso il Louisiana Museum of Modern Art ad Humlebæk e poi da settembre del prossimo anno sarà a Colonia presso il Museum Ludwig.
La mostra Gabriele Münter. Painting to the Point che inaugura il 31 ottobre alla Lenbachhaus di Monaco di Baviera e sarà aperta fino all'8 aprile 2018, celebra la figura dell’artista riconoscendole un meritato posto nel panorama artistico della Germania di allora, andando oltre il cliché che la vuole incollata all’immagine di “compagna di Kandinskij” e portavoce dell’Espressionismo tedesco.
Gabriele Münter, Vom Griesbräu-Fenster, 1908, Pappe, 40.1 x 33 cm, Gabriele Münter und Johannes Eichner-Stiftung, München, Inv.-Nr. L 142 | Foto: Lenbachhaus © VG Bild-Kunst, Bonn 20177
In occasione dei 140 anni dalla sua nascita e a distanza di 25 anni dall’ultima mostra che l’ha vista protagonista, la nuova esposizione svela al grande pubblico un aspetto multi sfaccettato del lavoro di un’artista dalla forte immaginazione, stilisticamente molto varia, molto apprezzata oggi in Germania, in Svizzera e negli Stati Uniti e forse un po’ meno in Italia, dove solo i Musei Vaticani posseggono una sua opera nella loro collezione.
L’esposizione vedrà in tutto 95 opere di pittura, di cui 65 mai esposte provenienti dalla Fondazione Gabriele Münter e Johannes Eichner. Non si tratta di una mostra cronologica né biografica. Al centro è il percorso dell’artista che a tutti gli effetti fu indipendente dalla lezione del suo maestro e compagno di vita, Vassilj Kandinskij.
Tante le sezioni in cui si articola l’esposizione: il ritratto, i paesaggi, il primitivismo, una sezione dedicata alla maniera in cui la Münter modificava i codici e i motivi del suo tempo.
“Gabriele Münter ha incominciato la sua carriera di artista partendo proprio dalla fotografia e questo ha influenzato molto il suo lavoro successivo” afferma Isabelle Jansen, direttrice della Fondazione Gabriele Münter e Johannes Eichner-Stiftung di Monaco e curatrice della mostra insieme a Matthias Mühling .
A 22 anni, nel 1898, rimasta orfana di entrambi i genitori, Gabriele Münter era partita per gli Stati Uniti con la sorella. Insieme avevano attraversato il Texas, il Missouri, l’Arkansas sulle tracce di alcuni parenti che vivevano laggù. Aveva portato con sé un apparecchio fotografico per immortalare i momenti salienti di quel viaggio.
“Se si osservano con attenzione le opere pittoriche realizzate lungo l’arco della sua vita, si scopre uno sguardo tipicamente fotografico”.
Gabriele Münter, Drei Frauen im Sonntagsstaat, Marshall, Texas, 1899/1900 | Foto: Gabriele Münter © Gabriele Münter- und Johannes Eichner-Stiftung © VG Bild-Kunst, Bonn 2017
Isabelle Jansen sfoglia le pagine del libro Die Reise nach Amerika - Potographien 1889-1900, diario di fotografie che offre una duplice testimonianza: quella delle praterie e delle fattorie dell’America di fine Ottocento abitate da emigrati di lingua tedesca e il punto di osservazione di una donna, fotografa autodidatta.
Gabriele Münter si appassionò anche al cinema: l’esposizione rende conto dei suoi interessi mostrando alcuni lungometraggi nelle apposite stazioni di visualizzazione.
Il 2017 è anche l’anno in cui ricorrono i 60 anni da quando la collezione delle opere di Kandinskij è stata ceduta da Gabriele Münter al Lenbachhaus.
I due artisti si erano conosciuti nel 1902 ai tempi in cui Gabriele Münter frequentava i corsi di scultura pressola scuola progressiva “Phalanx” di cui di Vassilij Kandinskij era direttore. La loro relazione era scomoda a quell’epoca anche perché Kandinskij era ancora spostato con sua cugina.
Per questo motivo tra il 1904 e il 1908 vissero come nomadi, cambiando in continuazione residenza: andarono in Olanda, in Tunisia, a Rapallo, a Parigi, in Costa Azzurra, in Svizzera, a Berlino e a Merano. Alla fine decisero di tornare a Monaco nel 1908 e scelsero la casa di Murnau come base permanente. Oggi trasformata in museo, l’abitazione è esattamente com’era al tempo in cui i due artisti ci vivevano. In quelle stanze, Vassilij Kandinkij e Franz Marc fondarono l’almanacco del Cavaliere Azzurro, qui la coppia frequentava artisti, musicisti e collezionisti.
Gabriele Münter, Interieur, 1910 | Foto: Städtische Galerie im Lenbachhaus, München Gabriele Münter- und Johannes Eichner-Stiftung, München © VG Bild-Kunst, Bonn 2014
Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale Kandinskij e la Münter lasciarono la Germania, abbandonando l’intera collezione delle loro opere. Nel 1915 Gabriele Münter rientrò a Monaco, mentre Kandinskij tornò in Russia.
Le opere di Kandinskij finirono in un deposito fino a quando, nel 1921, l’artista tornò in Germania. Cercò recuperare la collezione, ma la Münter si oppose: ne seguì una disputa giuridica. Alla fine Kandinskij ottenne alcuni lavori, ma la parte più consistente della sua produzione rimase a Monaco.
Nel corso degli anni ’30 la Münter fu costretta a nascondere le opere a Murnau per salvarle dalla furia distruttrice della propaganda nazista. Poi finalmente nel 1957 l’allora direttore della Lenbachhaus venne a conoscenza dell’importante collezione. Nello stesso anno l’intero fondo delle opere di Vassili Kandinskij fu donato alla Lenbachhaus su volontà di Gabriele Münter e di suo marito, il filosofo e storico Johannes Eichner, al suo fianco dal 1928.
Oltre 90 dipinti a olio di Kandinskij, più di 330 tra acquerelli e disegni, bozzetti, stampe e lavori in vetro permettono di cogliere l’evoluzione del pittore dai primi paesaggi monacesi, postimpressionisti, alle opere influenzate dal folklore russo, ai paesaggi espressionisti dipinti a Murnau, alla serie di impressioni e improvvisazioni che costituiscono i primi dipinti astratti della storia dell’arte europea.
Il fondo include non solo opere d’arte, ma anche una preziosa serie di manoscritti provenienti dalla casa di Murnau.
Oggi l'esposizione Gabriele Münter. Painting to the Point rende omaggio all'artista riconoscendole un carattere ben preciso e una personalità molto forte, eclettica, non politica, che in un determintato momento storico ha incarnato l’ideale di donna moderna e libera.
Le sue opere presentano una grande varietà di stili, di cui la mostre rende testimonianza: l’adesione al gruppo Der Blaue Reiter non le impedì di passare dall’uso di colori molto vivi a soggetti che ritraggono nature morte.
Gabriele Münter, Sinnende II, 1928 Textiler Bildträger, 95 × 65 cm Gabriele Münter- und Johannes Eichner-Stiftung, München, Inv.-Nr. P 6 | Foto: Lenbachhaus © VG Bild-Kunst, Bonn 2017
La mostra sarà itinerante e, dopo la finestra monacese, si trasferirà a Copenhagen dove la Münter visse per un certo periodo nel 1918 e dove tenne la sua esposizione più importante. A partire da maggio la mostra sarà ospitata presso il Louisiana Museum of Modern Art ad Humlebæk e poi da settembre del prossimo anno sarà a Colonia presso il Museum Ludwig.
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- Art Tour: Monaco di Baviera