Fausto Pirandello. Il tempo della guerra (1939-1945)

Fausto Pirandello. Il tempo della guerra (1939-1945), Agrigento
Dal 23 Novembre 2013 al 25 Febbraio 2014
Agrigento
Luogo: FAM - Fabbriche Chiaramontane
Indirizzo: piazza San Francesco 1
Orari: da martedì a domenica 10-13/ 16-20
Curatori: Fabrizio D'Amico, Paola Bonani
Enti promotori:
- Fabbriche Chiaramontane
- Comune di Agrigento
- Comune di Porto Empedocle
- Comune di Realmonte
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0922 27729
Sito ufficiale: http://www.fabbrichechiaramontane.com/
Dal 23 novembre al 25 febbraio, le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento propongono una precisa monografica su “Fausto Pirandello. Il tempo della guerra (1939 – 1945)”. La mostra, curata da Fabrizio D'Amico e Paola Bonani è promossa dalle Fabbriche Chiaramontane e realizzata con il contributo dell’AFP - Associazione Fausto Pirandello.
A documentare per la prima volta in modo puntuale uno degli snodi personali e stilistici oggettivamente tra i più rilevanti dell’artista saranno una sessantina di opere. Una trentina di dipinti provenienti da istituzioni e musei pubblici e da gelose collezioni private, in particolare romane e siciliane, e altrettante opere su carta (sanguigne, pastelli, acquarelli), per lo più inedite, provenienti dalla collezione degli eredi di Antonio Pirandello.
All’indomani della morte del padre (1936), si chiude il periodo più interrogante e sospeso di Pirandello, influenzato insieme dall’arte etrusca, dalla metafisica dechirichiana, dall’esempio di Picasso e di Braque e dal surrealismo - avvicinati questi ultimi direttamente nei tardi anni Venti trascorsi dall’artista a Parigi.
E s’apre un tempo coeso, caratterizzato dal senso d’un oscuro dolore e da una intensa drammaticità: tempo nel quale l’immagine accede ad un dilacerato espressionismo, che si pone in sintonia con le punte più avanzate della coeva ricerca romana (di Mafai e del giovane Guttuso), quasi avvertendo in anticipo il dramma della guerra.
Questa mostra riconferma come Fausto Pirandello sia stato uno dei maggiori pittori italiani del secolo. Tale viene finalmente riconosciuto ora anche in Europa, e in Francia in particolare, dove ha ricevuto un’ennesima consacrazione nella mostra ‘Les Réalismes’ di Pontus Hulten e Jean Clair.
Fausto Pirandello (1899-1975) emerge come autore votato ad un’aspra visione della realtà, e insieme ad un sogno capace di trasfigurarla, trasportandola in una dimensione ove albergano il rito, il mito, l’allucinazione.
La sua figura è stata rivisitata da studi importanti che hanno tra l’altro condotto al recente catalogo generale (Electa, a cura di Claudia Gianferrari) e ad una mostra destinata ai suoi anni di prima maturità dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Ora, nel momento in cui nasce l’Associazione Fausto Pirandello (AFP) promossa dagli eredi Dora, Fausto e Silvio Pirandello, si ordina questa mostra sul tempo della seconda guerra mondiale e sull’operosità densa di Pirandello in quegli anni; mostra intesa a promuoverne ulteriormente l’opera nella terra natale del padre Luigi – la Sicilia, ed Agrigento in particolare”.
A documentare per la prima volta in modo puntuale uno degli snodi personali e stilistici oggettivamente tra i più rilevanti dell’artista saranno una sessantina di opere. Una trentina di dipinti provenienti da istituzioni e musei pubblici e da gelose collezioni private, in particolare romane e siciliane, e altrettante opere su carta (sanguigne, pastelli, acquarelli), per lo più inedite, provenienti dalla collezione degli eredi di Antonio Pirandello.
All’indomani della morte del padre (1936), si chiude il periodo più interrogante e sospeso di Pirandello, influenzato insieme dall’arte etrusca, dalla metafisica dechirichiana, dall’esempio di Picasso e di Braque e dal surrealismo - avvicinati questi ultimi direttamente nei tardi anni Venti trascorsi dall’artista a Parigi.
E s’apre un tempo coeso, caratterizzato dal senso d’un oscuro dolore e da una intensa drammaticità: tempo nel quale l’immagine accede ad un dilacerato espressionismo, che si pone in sintonia con le punte più avanzate della coeva ricerca romana (di Mafai e del giovane Guttuso), quasi avvertendo in anticipo il dramma della guerra.
Questa mostra riconferma come Fausto Pirandello sia stato uno dei maggiori pittori italiani del secolo. Tale viene finalmente riconosciuto ora anche in Europa, e in Francia in particolare, dove ha ricevuto un’ennesima consacrazione nella mostra ‘Les Réalismes’ di Pontus Hulten e Jean Clair.
Fausto Pirandello (1899-1975) emerge come autore votato ad un’aspra visione della realtà, e insieme ad un sogno capace di trasfigurarla, trasportandola in una dimensione ove albergano il rito, il mito, l’allucinazione.
La sua figura è stata rivisitata da studi importanti che hanno tra l’altro condotto al recente catalogo generale (Electa, a cura di Claudia Gianferrari) e ad una mostra destinata ai suoi anni di prima maturità dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Ora, nel momento in cui nasce l’Associazione Fausto Pirandello (AFP) promossa dagli eredi Dora, Fausto e Silvio Pirandello, si ordina questa mostra sul tempo della seconda guerra mondiale e sull’operosità densa di Pirandello in quegli anni; mostra intesa a promuoverne ulteriormente l’opera nella terra natale del padre Luigi – la Sicilia, ed Agrigento in particolare”.
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