Il Cratere delle Amazzoni di Euphronios e la riproduzione di Alessandro Del Vita. Un'opera, due pionieri
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Dal 28 Febbraio 2019 al 02 Giugno 2019
Arezzo
Luogo: Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e Anfiteatro Romano
Indirizzo: via Margaritone 10
Orari: dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 19:30. Giorni festivi: domenica 3 marzo 8.30-19.30 (ingresso gratuito): domenica 10 marzo 13.30-19.30; domenica 7 aprile 8.30-19.30 (ingresso gratuito); domenica 21 aprile (Pasqua) 8.30-19.30; lunedì 22 aprile (Lunedì dell’Angelo) 13.30-19.30; mercoledì 25 aprile 13.30-19.30; mercoledì 1 maggio 8.30-19.30; domenica 5 maggio 8.30-19.30 (ingresso gratuito); domenica 19 maggio 13.30-19.30; domenica 2 giugno 8.30-19.30 (ingresso gratuito)
Curatori: Maria Gatto, Valentino Minocchi
Enti promotori:
- Polo Museale della Toscana
Costo del biglietto: Intero € 6, Ridotto € 2, Scuole gratuito. Integrato Museo Archeologico Nazionale “G. C. Mecenate” e Anfiteatro Romano + Basilica San Francesco + Museo di Casa Vasari: Intero € 12, Ridotto € 7
Telefono per informazioni: +39.0575.21421
E-Mail info: museoarcheologicoarezzo@gruppomosaico.com
La mostra mette a confronto, per la prima volta, una delle opere di maggior pregio custodite nel Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” di Arezzo, il Cratere delle Amazzoni, dipinto dal ceramografo ateniese Euphronios intorno al 510 a.C., e una riproduzione realizzata dall’officina ceramica Arretina Ars, fondata nel 1919 dallo studioso di antichità Alessandro Del Vita.
Il Cratere delle Amazzoni è una straordinaria opera del ceramografo Euphronios e un pregiato fiore all’occhiello del Museo: un prestigioso pezzo degno di ammirazione per la sua maestosa, imponente e raffinata bellezza, per le forme monumentali, le raffigurazioni perfette e con elementi pionieristici e il tema mitologico (l’eroe civilizzatore Ercole che combatte contro le “barbare” Amazzoni) impegnativo e non privo di riferimenti all’attualità degli anni in cui fu prodotto, quando si era alla vigilia delle Guerre Persiane.
Duemilacinquecento anni dopo, Alessandro Del Vita (Arezzo, 1885-1961), interrogandosi sull’altissimo livello raggiunto dai ceramisti e ceramografi dell’antichità e constatando la mancanza di risposte ai tanti interrogativi sulla produzione ceramica antica, osserva che «la grande incertezza che avevano gli stessi archeologi derivava più che altro dalla mancanza assoluta di conoscenza tecnica generale dell’arte della ceramica» giungendo alla conclusione che, «se si voleva conoscere veramente la tecnica di quei vasi, occorreva tentare di rifarli». Dà così inizio all’attività dell’Arretina Ars, che, accanto alla realizzazione e vendita di ceramiche di uso comune, è attiva nella riproduzione sperimentale di vasi greci, etruschi e romani, compresa la celebre terra sigillata aretina (i cosiddetti “vasi corallini”), a partire dalle opere conservate nel Museo pubblico cittadino.
Grazie all’opera di Del Vita e della sua bottega, «dopo migliaia di anni, in Arezzo, rifiorisce l’antica industria e rinasce in Etruria l’arte perduta della ruota con cui [artefici specializzati] eseguivano quei miracoli ceramici che oggi finalmente si sono potuti modernamente rinnovare».
Oltre a presentare eccezionalmente al pubblico l’originale e la riproduzione del Cratere delle Amazzoni, la mostra documenta, attraverso una selezione di materiali storici tra cui fotografie, riviste, cartoline, appunti e frammenti decorativi delle ceramiche, l’affascinante avventura della Arretina Ars e ne racconta le vicende attraverso i testi originali di Alessandro Del Vita: dalle molteplici difficoltà incontrate nelle prime fasi della produzione, come quando “un bel giorno poi due grandissime riproduzioni del Cratere delle Amazzoni del Museo di Arezzo scoppiano insieme nella fornace e mitragliano il resto dei vasi infornati», fino all’affermazione definitiva, che pose “Arezzo nel novero delle città avventurate sulle quali, dopo la guerra, è passato il vento animatore della rinascita”.
Curata da Maria Gatto e da Valentino Minocchi, l’esposizione è organizzata dal Polo Museale della Toscana in collaborazione con Munus Art & Culture.
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